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Zlatan Ibrahimovic e le mezze verità dietro il suo “sono stanco di giocare”

Quando parla, spesso, Ibra scatena l’inferno. Come quando gioca. Le dichiarazioni arrivate dal ritiro della nazionale svedese hanno già lasciato il segno: un nuovo sospetto “mal di pancia” o un semplice dispiacere per le ultime sconfitte?
A cura di Alessio Pediglieri
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Ibrahimovic stanco di giocare a calcio, pronto a lasciare spazio ai giovani e a chi è più motivato da parte sua, oramai trentenne senza stimoli nè obiettivi per il proprio futuro calcistico. E' questo il tormentone che sta tenendo banco in questi giorni senza Serie A per gli appuntamenti delle varie Nazionali. Nessuno ci crede, molti sospettano che ci sia dietro qualche cosa di più che un semplice ‘malessere‘ passeggero, altri temono che alle dichiarazioni seguano i fatti mettendo ancor più in difficoltà il mondo rossonero che sta passando un periodo non certo tranquillo dopo lo scivolone di Torino in campionato in Juve-Milan 2-0. Fatto sta che quando uno come Ibrahimovic parla, non lo fa mai a caso ed è necessario valutare eventuali scenari alternativi a quello che lo vede per i prossimi anni felice bomber a Milanello.

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Il sospetto: dietro alla stanchezza,c'è lo zampino di Mino Raiola, oggi inviso al Milan

Che fine ha fatto Mino Raiola? Se ci si fa caso, è da quest'estate che il buon manager dalle compravendite facili, latita dai mercati calcistici italiani. L'ex pizzaiolo ci aveva abituato a dichiarazioni ad effetto, movimenti improvvisi e disarmanti dei suoi tesserati, affari incredibili quanto redditizi. Invece, nulla. Eppure proprio in casa Milan aveva movimentato il calciomercato negli ultimi mesi con una serie di affari andati a buon fine. Poi, il silenzio. Raiola si è limitato a riportare l'ex flop rossonero Didac Vilà all'Espanyol, senza portare a Milanello nemmeno un suo pupillo come accaduto nei sei mesi precedenti, quando arrivarono uno dopo l'altro Ibrahimovic, Robinho, Mark Van Bommel, Urby Emanuelson e lo stesso terzino spagnolo Vilà. Per non parlare del ‘tormentone‘ Balotelli al Milan il giorno dopo che, lasciata l'Inter, approdò al Manchester City con le sirene che lo volevano a Milanello già la stagione successiva e trattativa pian piano andata alla dervia . Qualcosa, tra Mino Raiola e Adriano Galliani si è rotto, o almeno si è crepato. Un elemento che potrebbe confermare il tutto potrebbe essere il mancato passaggio di Marek Hamsik dal Napoli al Milan in quest'ultima estate. Un'operazione abbozzata dallo stesso Raiola, ma senza lieto fine. Strano. E allora, le parole di un Ibrahimovic lamentoso (massimo esponente della scuderia Raiola) potrebbe essere un "messaggio" indiretto al Milan che non può nè deve ritenersi sicuro di avere ancora a lungo le prestazioni dello svedese senza fare i conti. Dopotutto, il passato racconta: così Ibra ha preparato i suoi grandi ingaggi in giro per l'Europa.

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La tentazione: il girovago Ibra prepara la strada ad un altro esodo dopo Juve, Inter e Barcellona

Ma le parole di Ibrahimovic provenienti dal ritiro della nazionale svedese potrebbero "semplicemente" essere frutto del temperamento dello stesso giocatore avvezzo a "mal di pancia" e "malesseri" nelle società in cui ha militato dopo un paio di stagioni. Insomma, un "male" che nasce dalla mancanza di stimoli e obiettivi, elemento determinante del carattere dello svedese. Nessun doppio fine, semplicemente una "noia" che conferma l'impossibilità di Ibra nell'affezionarsi e nel riconoscersi in una realtà, sposandone i colori e la "fede" sportiva. E' accaduto alla Juventus, dopo essere arrivato in Italia per un blitz di Luciano Moggi in Olanda: con Calciopoli e la retrocessione in serie B, Ibra fu l'alfiere dei "big" che saltarono giù dalla nave che stava imbarcando acqua senza curarsi di quale scialuppa scegliere per non affondare. Il popolo bianconero non glielo perdonò tanto che approdò sulla sponda nemica per antonomasia: l'Inter. Anche qui, però, l'idillio durò poco e finì bruscamente, con quel "mal di pancia" che è entrato nella storia. "Me lo hai promesso, mi hai detto che se il Barça mi chiedeva, mi avresti lasciato andare", scriveva Ibra  Moratti nel 2009, e quando la trattativa sembrava sul punto di saltare, Ibrahimovic ringhiava: "Adesso mi ribello". Mourinho gli scriveva in sms "Traditore" mentre lo svedese salpava sull'incrociatore azulgrana in rotta verso la Champions. Viaggio bruscamente interrotto dal triplete nerazzurro e i dissapori con Guardiola che mai l'aveva accettato all'interno di un gruppo già vincente cui Ibra non ha mai dato quel quid in più: una maglia baciata al Camp Nou e rotta verso l'Italia, destinazione Milan. Dove l'idillio sembra essersi interrotto dopo appena un anno e mezzo, dopo aver promesso a san Siro di "vincere tutto" e oggi di pensare già alla propria "autobiografia".

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La tristezza: i deludenti risultati del Milan e una forte autocritica

Però, lo ‘sfogo‘ mediatico di Ibrahimovic potrebbe anche essere semplicemente uno ‘sfogo', un malessere nato dal deludente inizio personale e del Milan. Una stagione nata in salita per i rossoneri che stanno stentando dopo le gesta dell'anno passato. In estate non sono arrivati campioni o giocatori che possano fare la differenza rinforzando la squadra in vista dell'unico reale obiettivo dello svedese: vincere la Champions League, da dieci anni vero unico tabù sportivo. Le due sconfitte in campionato nei match diretti per lo scudetto contro Napoli e Juventus hanno lasciato il segno, negativo. Così come l'infortunio di inizio campionato che ha costretto Ibra ad uno stop forzato, iniziando la stagione sulla falsariga dell'anno scorso quando – complice anche la squalifica – il suo apporto alla causa rossonera fu limitato. Alcuni esperti psicologi sportivi confermano la tesi di una "stanchezza" fisiologica, naturale dopo le delusioni arrivate sul campo. In questo senso, è spiegabile anche perchè le dichiarazioni di Ibrtahimovic siano arrivate dal ritiro della propria Nazionale impegnata nella qualificazione all'Europeo: un'autoanalisi con cui si sta mettendo in gioco da atleta tanto che se la Svezia non dovesse raggiungere l'obiettivo, potrebbe salutare la Nazionale chiudendo una parentesi importante della propria vita calcistica. Nessun doppio fine, nessuna intenzione di preparare il proprio addio al Milan, nessun grande disegno segreto o ripicca di Mino Raiola.

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Le quote: nessuno crede ad un ritiro anticipato

Comunque sia, la "stanchezza" di Ibrahimovic non è stata presa sul serio dagli addetti ai lavori, i professionisti delle scommesse nel calcio. Se Zlatan Ibrahimovic è stanco del calcio, gli scommettitori esteri sono invece scatenati, con quote predisposte sulle possibili strade extra calcistiche del fuoriclasse svedese. Davvero tante le possibilità contemplate, a partire da un suo possibile ritiro già a fine stagione: opzione proposta a 25 volte la posta. Premio identico per la possibilità che il "mago" di Malmoe alleni una squadra di Premier League o di Serie A entro il 31 dicembre 2020. La panchina di un club della Liga vale invece 30 volte la posta, premio che diventa astronomico per la possibilità di vedere Ibra sulla panchina della Nazionale italiana. Un'eventualità valutata addirittura a 200 dai bookmakers. Comunque sia, tutte cifre troppo alte per essere vere. Come la voglia di smettere di Ibra che pensa già alla propria autobiografia.

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