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Lazio: il “capitano” Cataldi ed il sogno Champions League

A dieci minuti dal termine della sfida contro la Fiorentina, Mauri e Radu hanno consegnato a Cataldi la fascia di capitano. Un momento toccante per il giovane centrocampista: uomo in più, per Stefano Pioli, nella corsa al piazzamento europeo.
A cura di Alberto Pucci
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In molti lo hanno già definito l'erede di Alessandro Nesta, anche se il ruolo del classe '94 nato e cresciuto a Roma è ben diverso da quello dell'ex capitano della Lazio. A ben vedere, però, ci sono alcuni punti in comune con lo straordinario difensore della Lazio dello scudetto 1999/2000. Come Nesta, anche Danilo Cataldi è cresciuto calcisticamente nella Capitale iniziando a tirare i primi calci ad Ottavia, frazione di Roma, nel centro sportivo dell’Ssd Ottavia. Gli anni passati a correre dietro al pallone, su un campo spelacchiato, gli sono serviti per formare fisico e carattere: doti che ha già messo in mostra in queste prime uscite con la squadra di Stefano Pioli e che gli hanno permesso di conquistare la fiducia dei suoi compagni più esperti. Come Nesta, anzi meglio. Perché se è vero che Alessandro aveva poco più che 23 anni quando, da capitano, alzò la Supercoppa a Monaco, è altrettanto vero che Danilo ha indossato la sua prima fascia, nel corso della recente partita tra Lazio e Fiorentina, alla giovanissima età di vent'anni. Un momento emozionante che Cataldi difficilmente dimenticherà: l'uscita di Mauri, Radu che gli cede la fascia, gli applausi e il boato dell'Olimpico.

La strada verso il successo – Amato e coccolato da tutti all'interno della prima squadra, Danilo Cataldi conserva ammiratori anche al di fuori di Formello. Tra questi anche Ivano Moretti, il suo primo allenatore: "Già dall'età di sei anni, Danilo mostrava qualità fuori dal comune – racconta il primo mister di Cataldi, ai giornalisti del Corriere dello Sport – Era un ragazzino molto elastico rispetto ai coetanei e aveva qualità fisiche e tecniche già straordinarie. Faceva cose da grandi che difficilmente vedevi fare anche ai ragazzini di età maggiore". Per lui, che l’aquila della Lazio ce l’ha tatuata sulla pelle e non solo sulla maglia, è un sogno che si è già avverato: "La fascia di capitano inizialmente non la volevo perché ci sono tanti campioni prima di me – ha spiegato nel post partita – Ma Radu ha insistito tanto e alla fine mi ha convinto. Anche perché, se non l’avessi presa, mi avrebbe probabilmente menato". Campione in campo e fuori, grazie ad un carattere modesto e mai sopra le righe, Danilo Cataldi attende con pazienza il suo prossimo "magic moment" con la speranza, un giorno, di poter vestire anche la maglia della nazionale: "Sarei felicissimo di poterlo fare, è il sogno di tutti quello di indossare la maglia azzurra. Ora, però, preferisco rimanere con i piedi ben piantati a terra e seguire i consigli del mister e dei compagni. Per il momento penso all'Under 21".

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