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La sorpresa del Mondiale 2010: il Messico

Conosciamo uno per uno i ragazzi a disposizione di Javier Aguirre, che si sono guadagnati il titolo di “squadra rivelazione del Mondiale 2010”.
A cura di Jacopo Giove
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guille franco

1 Oscar “El conejo” Perez: In molti lo hanno criticato perché può apparire strano veder giocare in porta un calciatore non proprio altissimo, ma Perez ha la dinamite nelle gambe. Dotato di uno stacco da terra invidiabile e di riflessi felini. Con l’avanzare dell’età queste caratteristiche tendono a scemare ma Aguirre si fida ciecamente di lui, infatti anche nel 2002 quando “El Basco” era l’allenatore il titolare era lui. Nella sua carriera (una vita nel Cruz Azul, dove vince l’ultimo torneo de “La maquina”) Perez ha anche due reti all’attivo: una segnata contro la Uag di Guadalajara di testa all’ultimo secondo su corner, l’altra con la nazionale under 23 contro la Corea con una girata sempre su azione d’angolo.

2 Francisco “El maza” Rodriguez: Difensore dal fisico d’acciaio, alto e pronto a svettare sui palloni ma un po’ lento e macchinoso. Nel Guadalajara si mette in mostra anche per la sua pericolosità in attacco (segna un gol importante in una finale di campionato a Toluca) e le sirene europee arrivano, con la chiamata del PSV Eindhoven. Può giocare sia da esterno di destra che da centrale.

3 Carlos “Salsita” Salcido: La sua storia è molto simile a quella di Rodriguez. Anche lui passa dal Guadalajara al PSV. Ha caratteristiche diverse. Terzino vecchio stampo, bravo in copertura ma dotato di un sinistro micidiale. Trova qualche difficoltà d’adattamento in Olanda, difatti quando un cronista gli domando “Che differenza c’è tra il calcio messicano e quello olandese?” lui rispose “Il fatto che nessuno ti saluti nella tua lingua”.

4 Rafael Marquez: Per molti anni è stato Hugo Sanchez il giocatore più vincente della storia del Messico. Rafa poi lo ha battuto vincendo due Champions League col Barcellona (trofeo che Hugo non ha mai sollevato) e diventando un mito. Già quando giocava nel Morelia si capiva subito che avrebbe fatto strada anche oltreoceano, viste le sue qualità tecnico-tattiche nettamente superiori alla norma. Leader carismatico, ai mondiali piazza anche zampate vincenti come quella col Sudafrica e quella del 2006 (purtroppo inutile) con l’Argentina.

5 Ricardo Osorio: Quando lasciò il Cruz Azul, dove per anni è stato una colonna portante, i tifosi erano in lacrime. Passò allo Stoccarda dove vinse il campionato assieme all’altro messicano Pavel Pardo. Grintoso e combattivo, è molto amato dai supporters delle squadre in cui gioca perché l’impegno che mette in campo è sempre encomiabile.

6 Gerardo Torrado: Il vero capitano. Leader del Cruz Azul, non ha lasciato la squadra quando ha ricevuto offerte dall’Europa (aveva già giocato precedentemente in Spagna). Sempre attaccato ai colori, in questo ricorda molto Javier Zanetti dell’Inter, presente nella buona come nella cattiva sorte. Faticatore di centrocampo, è però capace anche di gol spettacolari dalla distanza, soprattutto nelle occasioni che contano.

7 Pablo Barrera: Giocatore molto promettente, su di lui hanno messo gli occhi molte squadre, tra cui la Lazio. Dotato di un dribbling fulminante (si è procurato lui il rigore contro la Francia) deve migliorare in fase si realizzazione dove tende a perdersi un po’. Eroe dell’ultimo campionato vinto dalla Unam, avendo realizzato il gol decisivo a Pachuca (anche se con la complicità del portiere colombiano Miguel Calero).

8 Israel “El gringo” Castro: Sembrava dovesse giocare titolare, poi Aguirre gli ha preferito Efrain Juarez. “El gringo” è un giocatore di grande esperienza, avendo giocato sempre in grandi club messicani. Buon rincalzo, visto che nelle partite difficili la sua malizia potrebbe rivelarsi utile.

9 Guillermo Franco: Nel Monterrey segna un buon bottino di gol e la Federazione messicana intuisce che forse lo si potrebbe naturalizzare questo attaccante argentino. Lui altrettanto intelligentemente capisce che le porte dell’”albiceleste” per lui sarebbero rimaste una chimera e quindi accetta di buon grado. Al momento sembra che nessuno si sia pentito di questa scelta.

10 Cuauhtemoc Blanco: 37 anni, al suo terzo mondiale. Salta quello del 2002 perché Ricardo La Volpe lo esclude a prescindere, scatenando le ire dei tifosi che lo pretendono in nazionale (un po’ come accadde per Baggio nel 2002 o Cassano oggi). Icona del Club America, carattere spigoloso che lo fa detestare da giocatori e tifosi avversari. Fa parlare di se perché si fidanza con una showgirl messicana, la bellissima Galilea Montijo (tutto il mondo è paese evidentemente). Va a giocare negli Usa a Chicago, poi torna in Messico. Milita attualmente nella Liga de Ascenso (la nostra Serie B) nel Veracruz.

11 Carlos Vela: Talento esploso prestissimo. Arriva in pratica giovanissimo in Europa con l’Arsenal che lo mette sotto contratto. Non gioca moltissimo ma le volte in cui vede il campo si disimpegna bene. In nazionale è spesso protagonista, come nell’ultima Coppa America, dove perfora la difesa statunitense nella storica finale vinta dal Messico per cinque a zero.

12 Paul Aguilar: Esterno del Pachuca (che vedremo al Mondiale per Club dove ci sarà anche l’Inter) si guadagna il posto a breve distanza dal mondiale. Molto criticato in Messico dove viene giudicato non idoneo, Aguilar prova a smentire tutti sentendo la fiducia dell’allenatore. Nel Pachuca si fa notare soprattutto per le sgroppate sulla fascia, non sempre però condite da cross adeguati.

13 Guillermo Ochoa: Quello che doveva essere il portiere titolare si ritrova a fare la riserva. Tutti pensavano che sarebbe stato per anni “el arquero de Mexico”, ma Aguirre la pensa diversamente. Idolo delle ragazzine, ma un po’ conservatore come Kakà, Ochoa è un portiere spesso molto spettacolare, ma capace anche di commettere grossolani errori. Al momento comunque forse meriterebbe di giocare lui.

14 Javier “El chicharito” Hernandez: Per lui parlano i numeri. Segna a raffica nel Guadalajara e come lo vidi giocare pensai che aveva tutte le carte in regola per fare una carriera come Rafa Marquez. Lo acquista nientemeno che il Manchester United. Se il ragazzo non si abbatte alle prime tribune potrebbe diventare una stella. Suo il gol del vantaggio contro la Francia. Viene da una famiglia di calciatori, anche il apdre ed il nonno giocarono in nazionale.

15 Hector Moreno: L’Olanda non smette di attingere dal calcio messicano. L’Az Alkmaar punta su questo ventiduenne centrale difensivo (guarda caso sempre scuola Guadalajara) che sembra essere riuscito ad inserirsi bene nel calcio europeo. In crescita costante, sopperisce ai limiti tecnici con una grinta invidiabile.

16 Efrain Juarez: Altro giocatore interessantissimo, non mi stupirei di vederlo in qualche squadra del nostro continente. Stellina dell’Unam Juarez è cresciuto in maniera esponenziale negli ultimi anni, migliorando sempre più. Se non si pone freni potremmo sentir parlare molto di lui in futuro.

17 Giovani Dos Santos: Figlio del calciatore brasiliano Gerardo dos Santos, grazie alla mamma messicana veste la maglia del Tricolor. Arriva in Spagna al Barcellona già a dodici anni, quindi di calcio messicano non ne sa nulla. In patria però puntano s di lui come non mai, l’eccitazione è alle stelle. Cambia un po’ di quadre in quanto ancora un po’ acerbo ma sia al Tottenham che al Galatasaray dove attualmente milita gioca bene. In questo mondiale poi sta ben impressionando. Ha un fratello minore, Jonathan, che è stato l’ultimo escluso dalla lista dei 23 di Aguirre creando polemiche.

18 Andres Guardado: Della cantera dell’Atlas, una guizzante ala capace di segnare da distanze siderali. Tutti pensavano che sarebbe stato sicuro titolare al mondiale ma il modulo di Aguirre lo penalizza molto. Nel Deportivo La Coruña è spesso protagonista. Beniamino dei tifosi per il suo modo “brasiliano” di giocare, è pur sempre una pedina importante nello scacchiere.

19 Johnny Magallon: Quando Rodriguez passò al PSV il Guadalajara lo sostituì con lui. Si ritrovano compagni di nazionale con due carriere che si intrecciano. Magallon è un po’ grezzo nel suo modo di giocare ma quando si tratta di lottare non si tira indietro. Spesso però non tira indietro neanche la gamba e rimedia cartellini assolutamente evitabili.

20 Jorge Torres: Convocato a sorpresa dal tecnico, questo giovane calciatore dell’Atlas spera di ripetere le imprese di Guardado. Capisce sin da subito che il suo ruolo in questa spedizione sarà limitatissimo, ma è una buona occasione per fare esperienza. Nel campionato messicano spesso è protagonista ma per fare strada deve crescere veramente tanto.

21 Adolfo “El bofo” Bautista: Giocatore istrionico, anche un po’ pazzo. In Messico volevano che fosse lui l’ultimo escluso e non Dos Santos, ma Aguirre sa che in una partita che non si sblocca le sue giocate folli potrebbero magari essere utili. Rasato a zero o con pettinature colorate (dal biondo platino al viola) il “Bofo” è capace di grandi gol, come quello che ha regalato l’ultimo campionato al Guadalajara due anni fa. Una prodezza stupenda.

22 Alberto “El Venado” Medina: Sarà ricordato per il suo gol contro l’Italia a Bruxelles. Medina è un trequartista capace di giocare esterno in un attacco a tre. Fantasioso ma spesso inconcludente sotto porta. Formava con Bautista e Omar Bravo uno dei migliori tridenti d’attacco degli ultimi anni visti in Messico.

23 Luis Michel: A mio modestissimo parere, il migliore dei tre portieri portati in Sudafrica. Bravissimo soprattutto nelle partite di Copa Libertadores (il Guadalajara è in semifinale) si è costruito la sua fama in pochissimo tempo. Affidabile, si è dimostrato un giocatore importante.

Jacopo Giove

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