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La 6a giornata della Serie A 2012: Inter e Milan da retrocessione, Palermo e Cagliari da Champions

Inter e Milan irriconoscibili, Juventus e Napoli trascinanti. Sorprende l’Udinese, insieme al Palermo e il Cagliari: il nuovo bel calcio della Serie A. E tra i bomber spiccano i nomi che non ti aspetti: Giovinco, Palacio, Denis e Cerci.
A cura di Alessio Pediglieri
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inter milan ko, cagliari palermo ok

Adesso c'è la pausa e dopo cinque giornate giocate, si possono tirare importanti somme su questo inizio stranissimo di stagione. Strano e bello, se non per tutti, per molti. Gioiscono la Juventus e il Napoli – tra le grandi – mentre Udinese, Cagliari e Palermo trascinano il ‘popolo' delle piccole. Tra i protagonisti assoluti, due nomi nuovi che animano la classifica dei cannonieri: Giovinco e Palacio. E poi le delusioni, con le due romane che stanno faticosamente risalendo la china tra alti e bassi e le due milanesi mai partite così male da novanta anni a questa parte. Come gli arbitri, imbarcatisi in una giornata totalmente negativa, con Rocchi autore di errori imbarazzanti che hanno sacatenato le polemiche.

Sotto la ‘Madonnina' solamente delusioni

Iniziamo dal fondo, cioè da Inter e Milan. Le due squadre di milano hanno numeri da paura dopo cinque giornate. Da ‘paura‘ in senso chiaramente negativo con una classifica e una media da retrocessione più che da prime della classe. Campioni d'Italia e Campioni del Mondo che oggi sono delle semplici comparse in un campionato che elogia e festeggia altre squadre e altri campioni. Dopo Inter-Napoli, i nerazzurri sono ad un punto dalla retrocessione, i rossoneri a due, quasi appaiati nella parte destra della classifica dove insieme hanno raccolto la povertà di 9 punti, meno di quanto abbiano ottenuto Udinese, Juventus, Napoli, Palermo o Cagliari. Mai così male da più di mezzo secolo, mai così in ritardo dalla vetta lontana per il Milan già sei punti e sette per l'Inter. Un'Inter che ha già cambiato il proprio tecnico ammettendo una crisi ufficiale di risultati e progetti. Un Milan che è uscito malconcio dai primi due scontri diretti a Napoli e a Torino, 2-0  doppietta di Marchisio,  dove ha rimediato brucianti sconfitte e un ridimensionamento tecnico evidente. Adesso Ranieri e Allegri avranno 15 giorni per guardarsi attorno, trovare il filo giusto per riavvolgere il gomitolo e togliere i nodi di una situazione che oggi è grave e domani potrebbe diventare irreparabile.

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Roma risorge: il derby dirà chi sta meglio

Con Milano che piange, c'è una Capitale che piano piano sta riprendendo fiducia in sè e nei propri mezzi calcistici. Lazio e Roma si stanno ritrovando, a fatica, ma con costanza. I due progetti camminano paralleli: Edi Reja sta rimodellando una Lazio con i nuovi acquisti che stanno già facendo la differenza (Klose su tutti), Luis Enrique ha una rosa completamente nuova dove le sue testarde direttive stanno venendo assimilate. Due progetti che veleggiano in classifica a braccetto, non a caso, a quota 8 punti, paritetici anche nei gol fatti e subiti (6/4 per la Roma 7/6 per la Lazio) e che si incontreranno subito dopo la sosta per le Nazionali, il prossimo 16 ottobre per il derby che sulla carta sarà giocato in casa dalla Lazio. Un Olimpico che ospiterà per l'occasione due squadre che potranno confrontarsi faccia a faccia dando una risposta a chi vuole sapere quale potrà essere protagonista nel lungo termine in campionato. Potrebbe mancare un protagonista, Francesco Totti, ma i due bomber Osvaldo e Klose saranno della gara e si sfideranno anche per la classifica cannonieri.

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Giovinco e Palacio: i nuovi re del Gol

I cannonieri, appunto. La sesta giornata ha dato ulteriore prova che questa è una stagione molto particolare. Tutti si aspettano i Milito e i Totti, i Di Natale e i Matri ed invece ecco spuntare due nomi nuovi e non certo avvezzi alle prime posizioni della classifica dei goleador. E invece, a guidare la graduatoria con una media di un gol a partita ecco Rodrigo Palacio e Sebastian Giovinco. La "Formica atomica" nell'ultima gara ha trascinato i suoi al successo in Parma-Genoa 3-1 con una doppietta che gli ha permesso di salire a quota 5, agganciato proprio dal bomber rossoblù andato a segno per l'occasione su calcio di rigore. Se si pensa che il Parma in totale ha segnato fin qui la pochezza di sei rete e il Genoa di nove gol, si capisce ancor più il momento d'oro dei due attaccanti. Dietro di loro, tra le certezze di Di Natale, Milito e Cavani altre piacevoli novità: Denis dell'Atalanta (4 gol), Cerci (Fiorentina, 3), Rigoni (Novara, 3), Klose (Lazio,3), Osvaldo (Roma, 3). Tutti volti nuovi che possono solo far bene a tutto il nostro movimento calcistico.

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Udinese, Palermo, Cagliari oggi da champions League

Così come le sorprese oramai diventate piacevoli conferme Udinese, Palermo e Cagliari. I bianconeri di Guidolin oramai sono avvezzi alla sorpresa: dopo aver chiuso l'epoca di Sanchez e Inler, l'Udinese sembrava condannata ad una involuzione automatica di gioco e risultati. Piegatasi alle logiche del mercato, senza i suoi uomini migliori, i risultati della scorsa stagione erano oramai un ricordo lontano. E invece in Friuli, si è continuato sulla falsa riga dell'anno scorso: imbattuti in Europa League, senza sconfitte in campionato, l'Udinese è l'unica squadra italiana imbattuta su tutti i fronti. Juventus esclusa, perchè senza Coppe. Non solo: Guidolin ha ricostruito il progetto dandogli continuità di gioco e rendimento, inserendo giocatori nuovi ma che stanno integrandosi senza scossoni nel progetto che sembra avere un lunghissimo termine. Difesa meno battuta con una sola rete in 5 gare, Handanovic ancora tra i migliori portieri della Serie A, 7 reti fatte con cinque marcatori diversi capitanati dal capocannoniere degli ultimi due campionati, Di Natale. Insieme ai friulani, ecco spuntare Palermo e Cagliari. Nel gioco dei binomi, tanti gli aspetti in comune tra queste due squadre-sorpresa: due isole che si riscoprono protagoniste, stessi punti in classifica (10), simili  attacchi e difese (9/6 i gol fatti subiti per i rosanero, 8/5 per i sardi), stesse scelte societarie di un cambio in panchina in estate (Ficcadenti per Donadoni, Mangia per Pioli). Insomma, un duetto che viaggia a ritmi da Champions e che sta sorprendendo tutti visto che le formazioni titolari sono state altamente rifondate non subendo contraccolpi dalla cessione di giocatori top-player (Pastore, Sirigu, Matri, Acquafresca).

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Napoli e Juventus, due regine per un solo trono

Chiudiamo con la vetta e le due big  che non hanno deluso, anzi. Napoli e Juventus, cioè il vento nuovo che si respira in questa serie A. I partenopei hanno già strapazzato Milan e Inter dando prova di forza e coraggio. Solo lo scivolone di Verona contro il Chievo non ha conferito il primato agli azzurri di Mazzarri che in quell'occasione peccò forse di presunzione dando man bassa ad un turnover pre-Champions che aveva rivoluzionato la squadra nella sconfitta scaligera. A proposito di Champions: il Napoli è anche l'unica squadra ad aver dimostrato di essere all'altezza anche di quella competizione, attesa 21 anni e onorata con la vittoria sul Villarreal e con il pareggio di Manchester. E dire che in estate De Laurentiis era andato via dalla sala del sorteggio del calendario urlando "siete tutti delle m…" dopo aver scoperto che avrebbe incontrato Milan e Inter proprio dopo le gare internazionali. Sono arrivate due vittorie esagerate:  averne di incontri del genere…. Per la Juventus non è presto dire che è da scudetto: intensità, gol, qualità. E una evidente indole a sapersi cambiare in base all'avversario di turno. Antonio Conte ha dato esempio di duttilità importanti: 4-1-4-1 o 4-2-4 ha creato una squadra a sua immagine e somiglianza cambiando gli esterni all'occorrenza o le punte; ricostruendo un centrocampo senza dare punti fermi a nessuno e ribaltando una difesa conferendo ruoli nuovi. Nessuno è certo del posto, nessun posto ha un suo giocatore simbolo: tutti uguali e sullo stesso piano durante la settimana. Scelte ad hoc, la domenica. Questo è il segreto bianconero, insieme all'alleato europeo: senza impegni in Coppa, la Juve ha più tempo per assimilare le direttive tattiche e per allenarsi, non cosa da poco viste le difficoltà di tutte le avversarie impegnate anche in Champions. Almeno fino a febbraio.

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