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La Roma 2.0 dura un’ora ma Di Francesco sbaglia i cambi, Vecino salva l’Inter

Di Francesco parte con Nainggolan ala e Florenzi terzino. La sblocca El Shaarawy, ma l’Inter per un’ora fa fatica a manovrare. I cambi rivitalizzano i nerazzurri e disorientano i giallorossi. Vecino regala un pareggio meritato. Bene Icardi, impresentabile Bruno Peres. Alisson migliore in campo.
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El Shaarawy e le parate di Alisson illudono la Roma. Di Francesco vince il duello tattico nel primo tempo, poi nella ripresa Spalletti ridisegna l'Inter. I giallorossi occupano i corridoi centrali e chiudono gli spazi, la sbloccano con El Shaarawy. Ma i cambi spostano gli equilibri. Bruno Peres, impresentabile, regala spazi a Perisic chiuso meglio da Florenzi. Di Francesco si mette a cinque dietro e i giallorossi arretrano, lasciano spazio ai nerazzurri fermati fino all'87' dal portiere brasiliano in versione superstar. Ma la squadra che crossa di più mette l'ultima palla buona per Vecino. Determinanti le fasce. Cancelo e Borja Valero i più coinvolti nell'Inter, Kolarov, Strootman e Florenzi, partito come terzino destro, nella Roma. Da applausi i movimenti in area di Icardi, Dzeko lavora molto di più per la squadra.

Di Francesco sceglie Nainggolan ala sinistra

Di Francesco, un po' per scelta e molto per costrizione, arretra Strootman da regista. Nainggolan si avvicina a Dzeko, parte da ala sinistra con libertà di convergere verso il centro, secondo le istruzioni che hanno caratterizzato la nuova versione tattica di Perotti, con Gerson mezzala a creare interscambi continui sulla catena di sinistra. Più classico il 4-2-3-1 dell'Inter con Cancelo a destra, Vecino regista basso e Borja Valero trequartista.

La Roma, e Spalletti se l'aspettava, pressa alta e mantiene alta la linea difensiva. Fondamentale, per riuscirci, il contributo di tutta la squadra per lasciare a Miranda, cui spesso i nerazzurri demandano l'uscita bassa del pallone, poche opzioni alternative al lancio lungo. I giallorossi attaccano sull'out di sinistra, cercano di far addensare la difesa dell'Inter per poi ribaltare il gioco sfruttando i tagli verso il centro di El Shaarawy.

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L'Inter insiste molto su Perisic

Il pressing insistito della Roma, che si mette uno contro uno a centrocampo, e il ritmo alto rendono più complessa la ricerca della verticalità per l'Inter. Lo scivolamento verso Candreva crea una linea di passaggio alto scontata per Icardi. L'ex Lazio crossa più di tutti in Serie A anche se ne manda a segno solo uno su quattro (2.6 su 11.4 di media), aiutato anche dalle sovrapposizioni di Cancelo, il più forma nell'Inter. I due centrali giallorossi sorvegliano Icardi nel suo regno, l'area di rigore, ma Florenzi qualcosa perde nella copertura di Perisic che infatti al 18′ crea la prima grande occasione per la squadra di Spalletti proprio inserendosi sul secondo palo alle spalle del jolly che anche Di Francesco, nonostate le dichiarazioni contrarie dei primi tempi, ha finito per adattare come terzino destro.

Regalo di Santon, la sblocca El Shaarawy

L'Inter perde 4 palloni nei primi 20 minuti, ma cresce nella costruzione del gioco, nello sfruttamento dei canali centrali. La presenza di un attaccante d'area come Icardi blocca i due centrali avversari e allunga la Roma che sui ribaltamenti rischia e trema sul contatto in area Icardi-Manolas: per Massa non è rigore, ma è l'epifania di una possibile fragilità da sfruttare anche in contropiede. La visione di Borja Valero, che si scambia come sempre di frequente con Vecino, permette di alimentare gli spazi sugli inserimenti di Perisic alle spalle di Florenzi, sorpreso in più di un'occasione troppo alto in una transizione negativa sul recupero palla dell'Inter.

Se l'Inter mantiene il baricentro offensivo a destra, la Roma insiste prevalentemente a sinistra grazie alla spinta di Kolarov. Preziosi gli inserimenti da dietro di Pellegrini, il centrocampista più preciso nelle conclusioni in campionato. Ma il gol arriva da destra. Gran lancio di Alisson, Santon legge la traiettoria, si gira col corpo ma è troppo stretto come posizione e buca la chiusura di testa, El Shaarawy punta la porta, tocco sotto e quinto gol in stagione.

I palloni toccati da El Shaarawy nel primo tempo
I palloni toccati da El Shaarawy nel primo tempo

Il duello Icardi-Dzeko

Al di là dell'errore tecnico di Santon, il meccanismo di sviluppo offensivo della Roma funziona perché Dzeko galleggia sulla trequarti, senza palla, costringe i centrali fuori posizione e libera spazi per i tagli dalle fasce delle ali. Pellegrini ci mette generosità e corsa anche se gli mancano intuizioni e movimenti della mezzala di possesso. La Roma è per sua stessa natura costretta a giocare con le linee strette, perché in mezzo manca un uomo puramente difensivo, un equilibratore che recuperi palla e deve compensare con le letture preventive, con la copertura collettiva degli spazi.

L'Inter, invece, ha davanti il centravanti più determinante dei 5 principali campionati europei, ha segnato il 51,4% dei gol di squadra. E' un riferimento offensivo meno mobile, che viene sì a far sponda indietro nel corridoio centrale ma favorisce meno le combinazioni strette con ali e mezzeali. Così l'Inter deve chiamare gli esterni alti molto prima nella fase di costruzione e contro una squadra che pressa alto diventa più difficile l'occupazione dei semi spazi e lo scivolamento del pallone dai costruttori Skriniar e Borja Valero verso Candreva e Perisic.

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Spalletti si affida a Brozovic

Spalletti toglie Gagliardini, che ha toccato 41 palloni, e inserisce Brozovic per aumentare l'intenzione offensiva dei nerazzurri, e chiede in queste occasioni a Santon di salire fino a prendere Florenzi. Borja Valero, sottolinea Spalletti, ha corso tanto ma male nel primo tempo in quella posizione. Ha sofferto l'ex viola l'assenza di spazi fra le linee così strette.

La Roma, la squadra contro cui l'Inter ha vinto di più e segnato di più in casa (155 gol che hanno fruttato 44 vittorie, 25 pareggi e 15 sconfitte prima di questo match), occlude le linee di passaggio, si accorcia, si schiaccia, si estende e si decomprime mentre l'Inter nella strettura si annebbia e la struttura si allenta.

Cancelo protesta per un contatto, più cercato che subito però, in area con Fazio. Spalletti cambia Gerson con Bruno Peres e ridisegna la squadra: Florenzi più alto, Nainggolan torna mezzala d'attacco. L'Inter aumenta il peso in attacco con Eder per Candreva. E Miranda, col belga ancora fuori posizione, lancia proprio Eder che duella con Kolarov e tira ma Alisson, in forma smagliante, blocca. L'Inter però occupa meglio il campo, con Cancelo che ha più spazio davanti. Bruno Peres si perde Perisic al 73′, un rischio non troppo calcolato, e il croato inventa per Icardi, notevole nel defilarsi e smarcarsi da Fazio verso il secondo palo. Da applausi anche la torsione col mancino che sbatte sulla deviazione da applausi di Alisson sul palo. Di Francesco fiuta il pericolo, si mette a tre dietro, allontana l'ex Torino dalla difesa e Perisic vanno a prenderlo in due.

I tiri di Inter e Roma
I tiri di Inter e Roma

Assalto finale e pareggio di Vecino

Diminuisce la distanza dal fischio, aumenta l'intensità. Spalletti ha ridisegnato meglio l'Inter rispetto a quanto abbia fatto Di Francesco con l'assetto della Roma che si richiude in area dopo l'uscita di El Shaarawy per Juan Jesus. La linea arretrata diventa a cinque ma la densità deresponsabilizza, l'attenzione collettiva riduce la visione individuale e i giallorossi rischiano ancora sull'inserimento di Eder al 77′ che sbuca dal nulla da dietro.

La Roma traballa, e contro la squadra che segna di più nell'ultimo quarto d'ora e di testa il segnale d'allarme è forte. La pareggia, non a caso, nell'ultimo quarto d'ora e di testa, Vecino. E' un premio a una squadra che non ha smesso di provarci, a ondate. E' la giusta lezione per una Roma che ha rinunciato ai duelli individuali decisivi nel primo tempo, che si è concessa agli avversari nel momento di maggior pressione, che ha giocato il secondo tempo per non perdere e ha finito per non vincere.

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