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La prima Italia del nuovo corso, Di Biagio si vede ct ma pensa da traghettatore

Prima volta in azzurro per Chiesa e Cutrone. Di Biagio porta molti giovani della sua under 21 che hanno esordito con Ventura. I senatori, come Buffon o Bonucci, guidano la transizione. Rimandata la decisione sul futuro in nazionale di Balotelli. La prima nazionale di Di Biagio è un esperimento, un test per raccogliere informazioni.
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C'è un po' della nazionale di Ventura e un po' della sua under 21. Ma la prima nazionale di Gigi Di Biagio sembra anche un po' una selezione pensata anche per chi verrà dopo. Le prime scelte del ct, che commissario tecnico si vuol sentire anche senza la sicurezza della conferma, rispecchiano lo spirito di ogni fase di transizione. Nessuna vera rivoluzione, nessuna presa di posizione potenzialmente condizionante: ogni riferimento a Balotelli è puramente voluto.

Perché Balotelli no?

La chiusura non è affatto di principio. Di Biagio ha visto diverse partite del Nizza, ha chiesto di superare l'ormai trita associazione fra Balotelli e certi comportamenti non ortodossi, ma ha spiegato che per essere convocati non contano solo i gol. La questione delle prestazioni, che indubbiamente rivestono un valore non secondario per qualunque allenatore, è un taglio di luce che illumina su una posizione e su una situazione incerta. Di Biagio, come tutti gli ultimi ct della nazionale da Sacchi in poi, si muove secondo i principi dell'allenatore, e non del selezionatore. Quindi ragiona anche sugli elementi che meglio si possano inserire nel suo 4-3-3 comunque non dogmatico. E sia Immobile, sia Belotti, sia Cutrone hanno il pregio ulteriore, oltre a segnare tanto, di rientrare, pressare, accorciare la squadra anche in fase di non possesso. Doti non accessorie per far funzionare un modulo del genere.

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La sensazione, però, è anche quella di una sospensione della responsabilità. Balotelli catalizza le attenzioni fuori dal campo ma anche, e questo conta anche di più, il gioco del resto della squadra in campo. Balotelli vorrebbe tornare in azzurro, i numeri della stagione sono sicuramente dalla sua l'apertura di credito anche differita è un messaggio.

Il rendimento di Balotelli in stagione (fonte whoscored)
Il rendimento di Balotelli in stagione (fonte whoscored)

Le porte non sono chiuse, ma la scelta comunque spetterà a chi sarà indicato per portare gli azzurri fino a Euro 2020. Convocarlo per queste due amichevoli e magari ritrovarsi con un futuro ct più dubbioso su di lui rischierebbe di rendere Balotelli un capitale perso per la nazionale. Un rischio che è meglio non correre.

Difesa a quattro e largo ai giovani

Di Biagio, sempre molto competitivo, ha raccontato a Repubblica di confrontarsi continuamente con Conte, da un lato sa che si gioca delle possibilità di conferma, ma dall'altro non può ignorare la ragionevolezza delle dichiarazioni di Giancarlo Abete alla radio RMC Sport. “Bisognerà vedere come reagirà la squadra a Di Biagio in queste due amichevoli. Poi chi sceglierà se non vorrà essere oggetto di critica, andrà a prendere uno tra i tecnici più accreditati, come Ancelotti, Mancini o Conte. Se venisse confermato Di Biagio, il rischio di critiche c'è”.

Difesa a quattro e attenzione ai giovani, è da questi pilastri che riparte Di Biagio. Le sue prime scelte sembrano una risposta, magari implicita, magari indiretta, a una domanda: su quali di questi ragazzi che stanno emergendo possiamo puntare in chiave Euro 2020? In questo senso sì, è una nazionale sperimentale. È un esperimento, una messa alla prova dei giovani che con Di Biagio sono esplosi in under 21.

Il blocco della "sua" under 21

Non sorprende che abbia riproposto nove dei tredici esordienti dell'ultimo biennio targato Ventura: Donnarumma, Rugani, Spinazzola, Zappacosta, Cristante, Gagliardini, Pellegrini, Verdi e Belotti. Non stupisce la continuità, un po' perché, per dirla con De André, sono loro stasera i migliori che abbiamo, un po' perché cambiare non vuol dire azzerare tutto. Perché, comunque, nell'ultima gestione molti di loro sono stati inseriti dentro uno scenario tattico inadatto.

Chiesa e Cutrone, debutto speciale

Inevitabile, per il valore delle prestazioni e per la logica dell'esperimento orientato al futuro, la scelta di Federico Chiesa e Patrick Cutrone. Chiesa, ha detto Di Biagio a Repubblica, “potrebbe far parte della nostra Nazionale. Ma il percorso per lui deve andare di pari passo con quello concordato con Chicco Evani, che ora allena l'Under 21, per capire quale sarà la strada migliore: portare un ragazzo qui a fare il ventottesimo non è importante. A quel punto sarebbe meglio che andasse in Under 21. Comunque Chiesa è in rampa di lancio: è uno di quelli sui quali la Nazionale punterà di sicuro".

Il rendimento di Chiesa in stagione (fonte: whoscored)
Il rendimento di Chiesa in stagione (fonte: whoscored)

Chiesa potrebbe diventare il perno destro del tridente con Insigne e Immobile, ma ci sarà spazio nelle due partite per la rivelazione del Milan. E sarà questa la questione tattica più interessante. Cutrone, che potrebbe beneficiare dal conoscere già che movimenti fare sui lanci di Bonucci e come integrarsi con Bonaventura, di nuovo in nazionale dopo un anno e mezzo, si esalta quando può essere servito negli spazi, alle spalle del marcatore. Chiesa, invece, è dentro un sistema in cui accentra i possessi e molti si accentra alle spalle degli attaccanti. Chiesa completa più passaggi e più dribbling a partita, ma tira un po' meno di Cutrone, che si muove comunque più da attaccante puro.

Il rendimento di Cutrone in stagione (fonte whoscored)
Il rendimento di Cutrone in stagione (fonte whoscored)

I senatori restano

Comprensibile affrontare il rinnovamento con alcuni dei “senatori”, Buffon e Bonucci su tutti, con Chiellini presumibilmente fuori solo per il dolore al flessore dopo la trasferta di Ferrara. Con una squadra piena di novità, con un commissario tecnico alla prima esperienza in nazionale maggiore, gli “spiriti guida” servono eccome. È la grande lezione della Spagna, che fa appositamente giocare in ogni selezione giovanile elementi sotto quota che diventano gli anelli di congiunzione per un trasferimento di esperienze e conoscenze ai ragazzi del ciclo successivo.

Questa di Di Biagio, insomma, è una nazionale da “vediamo l'effetto che fa”. E vale per tutti, per il ct e per i giocatori. È un cambiamento, e non una rivoluzione. Sarà anche un miglioramento? È questa l'unica risposta che conti davvero.

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