541 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

La pioggia, la diarrea e l’orologio: è tornato Walter Mazzarri

Il tecnico livornese, dopo la parentesi in Premier League, riparte dalla panchina del Torino. Nell’ultimo difficile periodo all’Inter, Mazzarri era stato protagonista di memorabili giustificazioni post gara.
A cura di Alberto Pucci
541 CONDIVISIONI

Otto panchine in carriera, quella del Torino è la nona. In ogni città dove ha allenato, Walter Mazzarri ha lasciato il segno. Nel bene o nel male. Dopo l'esonero di Sinisa Mihajlovic, il club granata ha riportato in Italia il tecnico toscano che, salutata l'Inghilterra, ritorna tra i protagonisti della Serie A: campionato che aveva lasciato nel novembre del 2014, in seguito all'esonero dalla panchina dell'Inter. Arrivata dopo le buone stagioni con Reggina, Sampdoria e soprattutto Napoli (con il quale ha vino il suo unico trofeo da allenatore, la Coppa Italia del 2011/12), l'esperienza in nerazzurro è forse stata il punto più basso della sua carriera in Serie A.

Il piangina di Milano

A distanza di anni, Walter Mazzarri viene ancora oggi ricordato dai tifosi milanesi come il "piangina": il tecnico che piange sempre, si lamenta, mostra l'orologio all'arbitro e inventa le scuse più stravaganti. Fonte inesauribile di contenuti per la Gialappa's Band, il 56enne di San Lorenzo diede infatti il meglio di sé proprio nei post gara della squadra nerazzurra. Per ogni sconfitta o pareggio, il buon Walter (che sotto la Madonnina si guardano bene dal non confondere con l'altro Walter, ovvero Zenga) ha sempre trovato una giustificazione: dallo sbalzo termico dopo un pareggio a Palermo ("D'altronde venivamo dalla Russia"), ai pali e alle traverse colpite, ai rigori non assegnati e alle sfighe assortite, fino all'apoteosi del "poi ha cominciato anche a piovere", frase rimasta scolpita nella storia del nostro calcio.

Immagine

Le scuse di Napoli

Di scuse particolarmente creative, Mazzarri ne utilizzò diverse anche ai tempi di Napoli. Infischiandosene del famoso "Ccà nisciuno è fesso", il tecnico pensò di farla franca davanti ai tifosi azzurri con proverbiali giustificazioni. Nel dicembre del '98, da secondo di Ulivieri, prese quattro sberloni al San Paolo dal Ravenna e si giustificò in questo modo: "Avevamo mezza squadra influenzata, addirittura un giocatore è sceso in campo con la diarrea". Anni dopo, in seguito ad una sconfitta europea con il Viktoria Plzen, tirò fuori la scusa della festa di compleanno: "Abbiamo sbagliato l’approccio. Poi oggi era il compleanno di Cavani e siamo stati troppo molli".

Immagine

I problemi con l'inglese

In Premier League lo ricordano invece per il video con il quale si è presentato ai tifosi del Watford. Un filmato di poco più di un minuto, nel quale Mazzarri ha provato a parlare in inglese con risultati particolarmente imbarazzanti. Le prese in giro per il suo slang alla "the book is on the table", appartengono però al passato. Oggi Mazzarri torna in Serie A e riparte da una panchina prestigiosa come quella del Torino. Tanta roba, se non fosse che per tutti continua ad essere l'uomo della pioggia: quello delle scuse "ad minchiam". Mentre i tifosi del Toro lo aspettano al varco, in queste ore i social lo hanno già celebrato ricordando il suo repertorio più divertente. In attesa dei risultati del campo, il tecnico si può consolare con quello della rete (intesa come web): l'hashtag #Mazzarri è infatti già in vetta alla classifica dedicata ai trend topics.

541 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views