8 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

La Napoli che insulta Mario Rui non merita di stare in Champions League

Il difensore del Napoli, Mario Rui, è stato costretto a chiudere la bacheca ai commenti e a bloccare gli account social per l’aggressione verbale subita dopo l’eliminazione degli azzurri dalla Champions a causa della sconfitta (1-0) subita ad Anfield. La realtà è che lì, nel Merseyside dove i Reds hanno vinto 14 delle 19 gare giocate in Coppa (senza sconfitte), gli azzurri hanno meritato di perdere pur tenendo botta a un avversario che in Coppa ci sta da vice-campione d’Europa.
A cura di Maurizio De Santis
8 CONDIVISIONI
Immagine

Come se fosse solo colpa sua. Come se i mali del Napoli e l'eliminazione dalla Champions fossero responsabilità sue, di Mario Rui. Il difensore portoghese è stato costretto a chiudere l'account Instagram e a bloccare i commenti da parte degli utenti. Insultato, aggredito verbalmente, offeso dai tifosi (o pseudo tali) che hanno sfogato rabbia e delusione dopo Anfield Road contro di lui, l'ex esterno di Empoli e Roma ha deciso di ‘scomparire' dal mondo social per un po'. Meglio eclissarsi e lasciare che il tempo faccia il suo corso. Meglio lasciar parlare il campo per dimostrare a quanti oggi lo attaccano che – per quanto non abbia la destrezza di Cafu, la tecnica di Roberto Carlos e la ‘presenza scenica' di Paolo Maldini – non merita un trattamento del genere.

E' vero martedì sera – lui come altri – non ha disputato la miglior partita da quando indossa la maglia del Napoli. Ma Mohamed Salah è stato un brutto cliente per chiunque: ne sanno qualcosa anche Koulibaly (bruciato sullo scatto dall'egiziano) e Ospina che ha preso gol sotto le gambe, beffato dalla velocità e dall'intraprendenza dell'attaccante Reds. Ne sa qualcosa Callejon, che a un metro dalla porta ha ‘ciabattato' la palla spedendola oltre la traversa assieme alla qualificazione. Ne sa qualcosa Milik al quale – dannazione, quanto è sfortunato – Alisson come Donnarumma hanno strozzato in gola l'urlo del gol e la possibilità di riscrivere la storia. Ne sanno qualcosa Hamsik, Mertens e Insigne che nella serata di Anfield sono passati senza lasciare traccia.

La realtà è che lì, nel Merseyside dove i Reds hanno vinto 14 delle 19 gare giocate in Coppa (senza sconfitte), il Napoli ha meritato di perdere pur tenendo botta con un avversario che in Champions ci sta da vice-campione d'Europa e non da debuttante. La realtà è che se la malasorte ti sorteggia nel girone con due delle formazioni candidate a contendere il trofeo puoi solo imprecare perché, ancora una volta, la fortuna s'è girata dall'altra parte e vai fuori per differenza reti come nel 2013. La realtà è che se hai una squadra dal gioco gradevole e mediamente forte, abbastanza da duellare con la Juventus (con un distacco di 8 punti) e fare bella figura anche al di là dei confini nazionali, non puoi pensare di volare nella tana del Liverpool e dettar legge.

Ricordo che a Kiev, giorno della finale di Champions League, i tifosi del Liverpool rivolsero a Loris Karius (il portiere che con le sue ‘papere' regalò la Coppa al Real Madrid) un applauso d'incoraggiamento e di rispetto per l'uomo che, consapevole di aver sbagliato, porta su di sé tutto il peso della colpa. E ne resta schiacciato. Perché infierire? Già, perché. E poi, come si dice a Napoli, i figli non sono forse ‘pezzi di cuore' anche quando sbagliano?

8 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views