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La maledizione di Zaza: in Nazionale si ferma sempre sul più bello

L’attaccante del Valencia fuori per infortunio nella gara contro la Svezia. E’ l’ennesimo caso in cui un episodio può cambiare la carriera: dal gol scudetto con la Juventus al ‘maledetto’ rigore contro la Germania, dal grande flop col West Ham al ‘miracolo’ Valencia. Tutti i punti di svolta della carriera del 26enne ex Sassuolo.
A cura di Michele Mazzeo
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È tutta una questione di giochi del destino e di occasioni colte o mancate. Questo può valere per chiunque, ovviamente, ma l’incidenza di eventi inevitabili e di singole scelte nella carriera di uno sportivo professionista è ancora più alta. L’ esempio più chiaro di ciò ci è dato dalla carriera di Simone Zaza, infortunatosi alla vigilia di Svezia – Italia, subendo così l’ennesimo episodio che può cambiare le sorti della sua breve vita calcistica. E già, perché negli ultimi due anni e mezzo, nessuno forse come l’attaccante lucano ha avuto così tanti punti di svolta, positivi o negativi, che ne hanno irrimediabilmente condizionato la carriera. Andiamo a vedere quali sono.

Arrivo alla Juve: la grande chance

Il primo punto di svolta della carriera di Simone Zaza arriva il 7 luglio 2015. La Juventus decide di esercitare l’opzione di controriscatto pagando 18 milioni al Sassuolo (in realtà sono solo 8 dati i 10 versati poco prima dagli emiliani ai bianconeri per acquisirne l’intero cartellino) e portare l’attaccante classe ’91 alla corte di Massimiliano Allegri. L’ambientamento nella nuova realtà non è semplice: fino al 23 settembre è sceso in campo solamente per 7 minuti, ma alla prima da titolare contro il Frosinone trova subito il primo gol in maglia Juve e una settimana dopo realizza anche la prima rete della carriera in Champions League contro gli spagnoli del Siviglia.

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Il suo momento di gloria però si esaurisce ben presto e dopo qualche brutta prestazione ritorna stabilmente ad occupare la panchina bianconera: in 17 partite tra campionato e Champions gioca solo 93’ non esaltando e toccando il fondo nella gara casalinga con il Genoa in cui, subentrato all’amico Alvaro Morata per giocare gli ultimi 40 minuti di match (grasso che cola in quel periodo) si fa espellere per un intervento scriteriato su Armando Izzo.

Da flop ad eroe juventino: il gol scudetto

A questo punto sembra dunque che il talento lucano abbia definitivamente fallito la sua prima chance in un top club. Già si pensa a dove destinare il ragazzo e a come la Juventus può quantomeno ammortizzare l’ingente investimento economico fatto sul calciatore. Ma in una settimana cambia tutto. Infatti, dopo aver saltato la gara con il Frosinone per squalifica e non ben figurato nel ritorno della semifinale di Coppa Italia contro l’Inter, l’allora 23enne vive il secondo punto di svolta della carriera.

13 febbraio 2016, allo Juventus Stadium arriva il Napoli di Gonzalo Higuain primo in classifica con 2 punti di vantaggio sui padroni di casa. È la partita che decide lo scudetto. Simone si accomoda come ormai di consueto in panchina e le possibilità di vederlo in campo in una gara così delicata sono davvero pochissime. Ma i piemontesi devono vincere e la brutta prestazione di Morata e Dybala induce Massimiliano Allegri ad affidarsi all’unico attaccante disponibile in panchina data l’indisponibilità per infortunio di Mario Mandzukic: Simone Zaza.

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La gara però non sembra potersi schiodare dallo 0-0 tant’è che quando mancano pochi minuti alla fine del match anche il tecnico bianconero tira i remi in barca togliendo la punta Dybala e facendo entrare il terzino Alex Sandro. Il pareggio sembrava ormai inevitabile ma all’88’ dal nulla arriva il gol che cambia la storia dell’incontro, del campionato, e della carriera del ragazzo di Metaponto. Albiol sporca il tiro dell’ex Sassuolo rendendolo imparabile per Reina, la Juve vince, va in testa alla classifica per la prima volta nella stagione e si lancia verso il quinto scudetto consecutivo, e Zaza diventa un eroe bianconero.

Un rigore ‘maledetto’

Da lì trova più spazio nelle rotazioni di Allegri convincendo anche Antonio Conte a puntare nuovamente su di lui in vista degli Europei di Francia come il ct aveva fatto all’inizio della sua avventura in azzurro salvo poi accantonarlo nell’ultimo anno. Rientrato nei 23 dunque Simone Zaza parte con la Nazionale per la rassegna continentale in terra transalpina.

Nella prima gara con il Belgio resta in panchina a guardare i suoi compagni battere i Diavoli Rossi, nella seconda gara contro la Svezia subentra invece al 60’ a Graziano Pellè diventando decisivo nel gol di Eder che regala vittoria e qualificazione all’Italia, nell’ultima gara del girone contro l’Irlanda parte titolare ma non riesce ad incidere nel match, inutile ai fini della classifica, perso per 1-0. Negli ottavi torna quindi ad assistere dalla panchina alla vittoria dei compagni sulla Spagna ma consapevole di aver riacquisito la totale stima del ct.

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E così si arriva al 2 luglio 2016: giorno dell’ennesimo punto di svolta della sua breve carriera. A Bordeaux gli azzurri giocano la gara dei quarti di finale contro la Germania campione del Mondo in carica. Al termine dei 90’ minuti si è sul punteggio di 1-1, sono quindi necessari i tempi supplementari. Simone è seduto in panchina e Conte ha ancora due cambi a disposizione.

Al 3’ del secondo tempo supplementare manda in campo Lorenzo Insigne e quando manca soltanto 1’ alla fine con ormai i calci di rigore alle porte sostituisce Giorgio Chiellini per inserire proprio Zaza per rafforzare la batteria dei rigoristi. L’attaccante lucano sbaglia il rigore, l’Italia perde e la sua “particolare” rincorsa diventerà (insieme al gesto del “cucchiaio di Pellé) l’emblema dell’eliminazione di un Nazionale che aveva fin lì fatto sognare tutti gli italiani.

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Disastro inglese: ‘floppiest’ del West Ham

Ci risiamo. «Non ho saputo reagire immediatamente a quello che mi era successo. Mi ero fatto prendere dalla negatività» spiegherà poi lo stesso calciatore. E infatti, da lì, la sua storia calcistica cambia ancora una volta: alla Juventus non c’è più spazio per lui e restare in Italia significherebbe ogni giorno fare i conti con quel rigore sbagliato. Così eccolo tentare l’avventura in Inghilterra: il 28 agosto 2016 i bianconeri lo cedono in prestito con diritto di riscatto al West Ham con la speranza che lontano dal Bel Paese possa rilanciarsi.

Niente. Anzi. Dopo sei mesi Oltremanica finisce nella lista dei peggiori calciatori della Premier League 2016/17 stilata dal Guardian che addirittura lo bolla come “floppiest” (superlativo assoluto di flop). Gli Hammers dopo mezza stagione lo rispediscono dunque al mittente senza esercitare il diritto di riscatto. E intanto perde anche la Nazionale con il nuovo ct Gian Piero Ventura che lo estromette dal nuovo corso azzurro.

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La rinascita a Valencia

Adesso per la Juve è un problema: deve assolutamente trovargli una sistemazione dove possa rivalutarsi. E così, il 14 gennaio 2017, viene ceduto al Valencia che sta versando in cattive acque nella Liga e che ha deciso di puntare sul rilancio dell’attaccante lucano per evitare una clamorosa retrocessione.

L’accordo tra il club bianconero e quello spagnolo prevede l’obbligo di acquisto a 16 milioni una volta superate le 10 presenze in campionato, e fermo restando che la squadra non retroceda. Clausole tutte esaurite: 20 presenze, 6 gol, 1 assist e Valencia salvo. Passa definitivamente al club iberico e sembra che la tanto attesa ennesima svolta stia per arrivare.

E così è: l’attuale stagione comincia con il gol vittoria nella prima giornata contro il Las Palmas, poi le prestazioni non brillantissime nei pareggi con Real e Atletico Madrid e la panchina nell’altro pari contro il Levante, ma dalla gara contro il Malaga in cui segna la prima tripletta della carriera è tutto un altro Zaza. Segna per 6 gare consecutive raggiungendo quota 9 gol piazzandosi momentaneamente al secondo posto della classifica marcatori della Liga alle spalle solo del fenomeno Lionel Messi e il suo Valencia vola in classifica tallonando proprio l’imbattibile Barcellona della Pulce argentina.

Salta la Svezia: si ferma ancora sul più bello

Le sue prestazioni convincono anche Gian Piero Ventura a puntare su di lui per i match più delicati e importanti di tutta la sua gestione, quelli contro la Svezia del playoff per accedere al Mondiale di Russia 2018. Il ragazzo di Metaponto viene indicato come possibile titolare nella gara d’andata al fianco di Ciro Immobile con il quale ricomporrebbe quella “coppia ignorante” su cui aveva puntato nel suo primo approccio azzurro l’ex ct Antonio Conte.

Può essere il momento del riscatto anche in maglia azzurra, la volta buona per cancellare quell’errore dal dischetto a Bordeaux, ma ancora una volta ecco un punto di svolta che cambia tutto sul più bello: si fa male al ginocchio in allenamento ed è costretto a saltare il match d’andata in Svezia. La speranza è di vederlo arruolabile per la gara di ritorno di lunedì a San Siro, ma la sensazione è quella che ancora una volta si sia fermato sul più bello.

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