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La guerra di Luciano Moggi contro la sentenza di radiazione decisa dalla Commissione Disciplinare

“Aberrante”. Così è stata definita la condotta di Moggi, Giraudo e Mazzini, da parte della Commissione che sposa la linea della Procura e sentenza la “radiazione da ogni attività federale”
A cura di Alessio Pediglieri
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Alla fine è arrivata la sentenza che non ammette appelli, almeno per il procuratore federale Stefano Palazzi che sposa su tutta la linea le decisioni e le sentenze del 2006: Luciano Moggi, Antonio Giraudo e Innocenzo Mazzini radiati, ovvero puniti con il massimo della pena. Ovviamente, Big Luciano ha subito dichiarato di non accettare tale verdetto promettendo appelli e battaglia su tutti i fronti. Pochi i commenti, invece, da parte dell'altro ex dirigente della Juventus, Giraudo e dell'ex vicepresidente della FIGC Mazzini. Fatto sta, che Calciopoli 2 sul fronte dei colpevoli concalamti dall'inchiesta del 2006 ha mantenuto in questi anni la stessa linea di condotta senza mai cedere a dubbi e a perplessità malgrado le centinaia di pagine di nuove intercettazioni, deposizioni fiume dei vari interessati e l'idea che il ‘malcostume' fosse diffuso in tutte le sue sfaccettature del calcio.

LA COLPEVOLEZZA DI INNOCENZO – Ciò che fa tremare i polsi, nel leggere le ultime carte, è la ferma volontà da parte della Procura di punire soprattutto Innocenzo Mazzini, colui che dal suo scranno di vicepresidenza federale gestiva soprattutto la situazione nelle categorie inferiori, incontrando, manipolando e tirando le fila di incontri e patteggiamenti con il calcio di seconda fascia che passava quasi interamente dal suo ufficio.

“ Si è evidenziato in modo inequivocabile e serio slealtá, scorrettezza e assenza di senso di probitá ”
Commissione Disciplinare
Le condotte di Mazzini, secondo l'organo giudicante, hanno "evidenziato in modo inequivocabile e serio slealtá, scorrettezza e assenza di senso di probitá". Per l'ex dirigente toscano – si legge ancora dalle carte della Procura – pesa inoltre "la straordinaria ed efficiente gravitá delle condotte" e il "disprezzo mostrato verso la prestigiosa carica di vicepresidente federale" a cui si faceva riferimento giá nell'estate 2006. L'ex dirigente FIGC ha così commentato il tutto: "Chi mi conosce sa chi sono. Per me, più che questa sentenza, parlano gli oltre 40 anni di volontariato nel mondo del calcio. C'è chi parla di giustizia burla. Io questo non lo dico. Dico solo che è stato fatto tutto, fuorché la giustizia. So che sta per tornare Baldini nel calcio? Lo conosco da tanti anni, è un mio amico e gli faccio tanti auguri per la sua nuova avventura".

calciopoli - moggi

LA GUERRA DI LUCIANO – "Ma chi si arrende? Ricorrerò e poi eventualmente andrò all'Alta Corte del Coni". Ecco le dichiarazioni di Luciano Moggi che è stato radiato in primo grado dalla giustizia sportiva. Nel 2006, a fronte delle gravissime accuse che pendevano su di lui, all'indomani delle sue dimissioni dalla Juventus affermò che "il mondo del calcio non è più il mio mondo". Oggi, con la sentenza federale che tramuta quelle parole in fatti, Moggi si ribella promettendo guerra e ricorsi in appello prima alla Corte di Giustizia Federale (il secondo grado della giustizia sportiva) e poi all'Alta Corte del Coni (il terzo grado o la ‘Cassazione' sportiva). Ma in primo grado, la Commissione Disciplinare non ha voluto lasciare dubbi sulle motivazioni della radiazione per Luciano Moggi: "la piena e concreta attitudine a falsare la classifica attraverso una continua opera di condizionamento del settore arbitrale" è la causa di tale verdetto, cioè la  "sanzione della preclusione alla permanenza in qualsiasi rango o categoria della Figc". Parole chiare come quelle dell'Avvocato Trofino, legale di Moggi che insiste con la sua tesi difensiva: "L'innocenza di Luciano Moggi sta nelle altre 170 mila telefonate che solo in parte sono state messe agli atti. Tutti le avevano a disposizione, noi ce le siamo andate a cercare e ad ascoltare… Non ho seguito io il procedimento presso la Federcalcio, ma so per certo che Luciano si sente ingiustamente discriminato. Ora che cominciava a dimostrare la sua innocenza, e la squalifica sportiva stava per finire. Questa sentenza è rimasta per cinque anni nel limbo, È davvero troppo tempo. In qualsiasi sistema giuridico, per quanto rudimentale, non sarebbe possibile".

calciopoli - commisisone

UNA LINEA, LUNGA CINQUE ANNI – La Commissione ha dunque accolto in toto la linea del procuratore Stefano Palazzi, secondo cui "sino a oggi non risulta essere intervenuta alcuna decisione a modifica della decisione della Corte federale del 2006 in sede di giustizia penale e amministrativa e neppure all'interno dell'Ordinamento sportivo, non essendo stata proposta alcuna impugnazione per revocazione o revisione delle delibere assunte dagli Organi della giustizia federale". In pratica contano solo le sentenze del 2006 e la radiazione è "del tutto proporzionata ai fatti commessi, tenuto conto delle aberranti conseguenze che hanno determinato il modo di concepire la competizione sportiva e i rapporti tra le società e i tesserati che ha connotato l'agire del deferito". La Disciplinare chiarisce la propria posizione anche sull’ipotesi che le intercettazioni bis "scoperte" dalle difese nel dibattimento penale a Napoli, potevano avere alleggerito la posizione dei tre. Fatto che non sussiste perché le "ipotesi tutte da accertare" di "condotte analoghe" per la Commissione "non fanno venir meno la gravità" dei comportamenti, oltre al fatto che la Commissione ha ridimensionato i faldoni delle nuove intercettazioni perchè "non appaiono sussistere macroscopici elementi di illegittimitá" del deferimento. Da quel lontano maggio 2006, oggi, a 5 anni di distanza, la Disciplinare ha dunque effettuato "una propria autonoma valutazione del tutto discrezionale, e non dunque una valutazione vincolata e automatica sugli stessi fatti".

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