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La FIGC riapre al secondo extracomunitario. Il calciomercato è pronto ad esplodere

E’ arrivato il via libera per il secondo extracomunitario in squadra, finalmente il calciomercato italiano prenderà ufficialmente forma. L’obiettivo è aumentare il livello di stranieri in campo e salvaguardare i vivai.
A cura di Alessio Pediglieri
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secondo extracomunitario

C'è un motivo per cui il calciomercato è ancora fermo e non è arrivato alcun grandissimo colpo in Italia. Molte società, soprattutto le big, sembrano rimanere in attesa di qualcosa, di un segnale, di un cambiamento. E questo cambiamento, infatti, è arrivato e stravolgerà eventuali strategie di mercato sia alla voce acquisti che in quella delle cessioni. Più che di cambiamento bisognerebbe parlare di ripensamento o dietro front della nostra Federazione ad un anno di distanza, ma poco cambia. Tutti attendevano il Consiglio Federale del 5 luglio. Perchè? Perchè all'ordine del giorno si è parlato anche dello scottante tema della riapertura al secondo extracomunitario in squadra. Una riapertura che alla fine è stata approvata.

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PIU' ESTRACOMUNITARI PER SALVARE I VIVAI ITALIANI – Il tema è stato inserito ovviamente in un contesto più ampio, il cosiddetto "pacchetto vivai nazionali". Perché un dato a tutti è apparso chiaro già da tempo: lo squilibrio non lo creano tanto i venti extracomunitari di A, anche se per alcuni come per l'avvocato dell'Assocalciatori, Calcagno, "quello è un reale problema, comunque" ma i troppi ragazzi che vengono dall’estero "e che normalmente non arrivano in serie A e finiscono per vivacchiare nei campionati dilettanti" secondo ancora l'Aic. Così, anche il raddoppio degli extracomunitari nel nostro calcio non creerebbe smottamenti importanti. L'elemento necessario è "importare" più giocatori di qualità e meno ‘apprendisti stregoni' dall'estero che alla fine intasano le rose. Si tratta, in pratica, di trovare la quadratura del cerchio lavorando tutti insieme: "Se c’è la volontà,  si tratta di mettersi a tavolino solo qualche ora" ha sostenuto in varie sedi Andrea Abodi, presidente della B. L'obiettivo a breve termine con il secondo extracomunitario sarebbe quello di consentire alla serie A di portare in Italia maggiormente quei giocatori che andranno in campo e faranno, possibilmente, la differenza. Senza più giovani stranieri da parcheggiare un po' ovunque, si consentirebbe ad esempio alla Lega Pro di formare calciatori italiani e ai nostri ragazzi di non trovare, dopo aver fatto tutta la trafila, una sorta di "tappo" nel momento in cui approdano alla squadra Primavera, cioè a un passo dal calcio professionistico.

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LA RICETTA CHE PIACE – Anche Abete ne è convinto: "Questo tema mi crea quasi disagio a livello personale ma è l’unico strumento che la Federazione ha a disposizione per incidere in qualche maniera sui selezionabili per la nazionale" . A lungo termine, tutto ciò, quasi paradossalmente, andrebbe a dar beneficio all'intero movimento nazionale che tra fair-play finanziari inesistenti, risultati calcistici assenti e situazioni debitorie all'ordine del giorno, potrebbe ritrovare un po' di linfa nuova. Il secondo extracomunitario piace anche a molti addetti ai lavori, visto che gli scenari di mercato si amplierebbero e muterebbero in meglio. Non a caso, pochi giorni fa, lo stesso AD rossonero Galliani si era lasciato scappare un "Speriamo passi il secondo extracomunitario" sul discorso per un eventuale ingaggio dei brasiliani Ganso o Danilo. Ma non c'è solo il Milan: alla finestra restano anche grandi club come Inter, Juventus, Roma e Napoli e in Italia potrebbero arrivare, tra gli altri,  le stelle di Banega, Bastos e Tevez.

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FATTA LA LEGGE… – Il problema reale è che nel calcio italiano anche le cose più semplici diventano difficili e la questione dell’accordo collettivo potrebbe complicare la situazione. "Noi abbiamo firmato un contratto e per noi resta quello" ha affermato Tommasi, il neo presidente dell'Assocalciatori che difende a spada tratta l'attuale status in vigore. La Lega di A, però, ha di fatto riaperto il negoziato proponendo una diversa definizione di termini di pagamento degli stipendi che consentano un allungamento dei tempi di messa in mora verso le società, la revisione verso il basso dei minimi, un mutamento del calcolo dei salari, passando dal lordo al netto, soprattutto ha rilanciato la questione tanto cara al presidente della Lazio, Claudio Lotito, degli eventuali allenamenti differenziati, problema che avrebbe dovuto risolvere Abete con un intervento interpretativo mai arrivato sulle scrivanie delle varie Leghe. Il punto focale è che la delegazione della Lega, in toto o alcuni suoi componenti più importanti, non abbia fiducia nel lavoro del presidente federale spesso in disaccordo come testimoniano gli attriti tra gli stessi Abete e Lotito.

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PIU' QUALITA' PER TUTTI – Il secondo extracomunitario non provocherà comunque un aumento di stranieri, che sono già molti, forse troppi, di certo non tutti di alta qualità. Se un giocatore esce dall'Italia, uno entrerà nel nostro calcio. Al massimo, solamente chi è in scadenza di contratto può restare in un club italiano: quindi il saldo sarebbe pari, con buona pace dell'AIC e male che vada gli stranieri in più saranno pochissimi e per breve tempo. Ma in cambio di questo "via libera" che dovrebbe arrivare senza intoppi da inizio di luglio, e grazie al quale i presidenti puntano molto per sistemare le rose, c'è chi chiede di rivedere l'articolo 40. E' l'articolo che regolala presenza di giovani di serie mai tesserati per la Federazione di appartenenza. Un sottobosco di giocatori che molto spesso non vedranno mai la luce del calcio che conta e la cui gestione deve essere rivista totalmente approfittando proprio del rinnovamento delle leggi federali sui colleghi stranieri.
Altrimenti, allora sì che non cambierà nulla, il nostro calcio rimarrà ostaggio di ingaggi provenienti dall'estero e i giovani italiani potranno solamente sognare di approdare in serie A a meno di non essere dei novelli Messi.

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