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La Chapecoense riparte, il neo tecnico è Vagner Mancini

Ex di Botafogo e Cruzeiro, 50 anni, è Mancini il successore di Caio Junior, morto a bordo di quel volo ‘maledetto’.
A cura di Maurizio De Santis
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Andare avanti, nonostante tutto. Nonostante il dolore e quel trauma che segnerà a vita familiari, tifosi, calcio brasiliano. La Chapecoense prova a guardare al futuro, che non è solo la catena di solidarietà di Federazione, club, calciatori ed ex calciatori pronti a indossare la maglietta del club perché quel sogno non svanisca con la tragedia del disastro aereo.

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Un primo tassello è stato già messo con la scelta del nuovo allenatore che raccoglie il testimone di Caio Junior, il tecnico morto a bordo di quel volo maledetto nel quale hanno perso a vita 71 persone. "Dovessi morire oggi, morirei felice", ammise Caio Junior: parole di gioia pronunciate poco dopo la conquista della finalissima. Parole trasformatesi nel suo epitaffio per quanto accaduto. Su quel volo avrebbe dovuto esserci anche suo figlio, salvo per miracolo perché aveva dimenticato il passaporto.

E' Vagner Mancini il neo mister. 50 anni, ex di Botafogo e Cruzeiro, il destino sportivo della ‘Chape' è nelle sua mani. "Faremo una squadra fortissima, non c'è dubbio. Sono onorato", queste le prime parole da trainer della Chapecoense che sarà affiancato nella delicata opera dal direttore sportivo ex Gremio Rui Costa e al direttore tecnico João Carlos Maringá. Impresa durissima, considerate le condizioni dalle quali riparte la società costretta a ricostruire dalle fondamenta la squadra deceduta durante il viaggio che avrebbe dovuto condurla verso la finale di Copa Sudamericana.

A loro il compito di far rinascere la Chapecoense aggiungendo, poco alla volta, tutti i tasselli della rosa con i giocatori offerti dal Barcellona oppure con l'ausilio di qualche ‘vecchia' bandiera del calcio sudamericano (Ronaldinho e Riquelme) e internazionale (l'islandese Gudjohnsen). La ‘Chape' riparte con orgoglio, il presidente ha annunciato che accetterà il verdetto del campo, qualunque sia, rinunciando al ‘favore' del blocco delle retrocessione.

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