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L’Italia di Conte: cosa va, cosa non va

Dopo il primo successo sulla strada che porta a Francia 2016, il tecnico salentino incassa gli elogi di tifosi e critica. In attesa delle sfide (non irresistibili) contro Azerbaijan e Malta, Antonio Conte dovrà lavorare soprattutto su ciò che ancora non funziona.
A cura di Alberto Pucci
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Due partite, due vittorie, tre punti: i conti azzurri tornano, dopo la scelta di Carlo Tavecchio e l'insediamento di Antonio Conte. Sembrano davvero lontani i tempi della figuraccia mondiale e di quello spogliatoio spaccato in due, che tanto ha fatto discutere. In poco più di una settimana, l'ex tecnico della Juventus ha infatti rivoltato come un calzino l'ambiente della Nazionale, curandone i difetti più urgenti e regalandogli nuovo orgoglio. C'è ancora molto da lavorare, ma la strada intrapresa ha già fatto vedere notevoli miglioramenti rispetto al passato. E' bastato puntare su uomini in grado di far gruppo (e non di sfasciarlo, come fecero in Brasile alcuni giocatori), per arrivare a quel "minimo indispensabile" che, visti i precedenti, è sembrato a tutti davvero tanta roba: "Ero sereno perché li avevo visti lavorare bene – ha dichiarato il ct, ai microfoni di Uefa.com – Ora dobbiamo migliorare, continuare a conoscerci e progredire dal punto di vista del gioco. In nove giorni siamo riusciti a fare cose importanti". Una boccata d'ossigeno per lo "stivale" italiano, già zavorrato da problemi ben più grandi di un 4-4-2 che non funziona. Fortunatamente, ad Antonio Conte non sono serviti i mille giorni (chiesti da Renzi) per salvare l'Italia, sprofondata negli abissi del ranking internazionale. Ne sono bastati nove, tutti intensi e martellanti, per cambiare tutto. Ovviamente, ne serviranno altri per mettere a posto le cose che ancora non convincono, dentro e fuori dal campo.

Cosa funziona – Facilitato da un girone ed un calendario alla portata (eufemismo), il tecnico salentino aspetta di ritrovare i suoi ragazzi per continuare il lavoro intrapreso nei primi giorni a Coverciano. Il 10 ottobre, a Palermo, contro l'Azerbaijan e tre giorni dopo, in trasferta, contro Malta, Conte può mettere la freccia e sorpassare la concorrenza in vista della volata verso Euro 2016. Tra le note positive più evidenti, lo spirito di gruppo con cui la nostra nazionale ha affrontato Olanda e Norvegia. La determinazione feroce con cui gli Azzurri si sono presi le due vittorie, ha stupito tutti e ricordato da vicino la Juventus dominatrice di questi ultimi tre anni: dopo la vergognosa uscita di scena in Brasile, il regalo più bello che potevamo chiedere al neo commissario tecnico. Inoltre, con Balotelli relegato in Inghilterra, Conte ha azzardato la coppia Immobile-Zaza che ha entusiasmato sin dai primi minuti con l'Olanda, mentre giocatori come Bonucci, De Rossi e De Sciglio sono sembrati rinati grazie all'arrivo del nuovo allenatore.

Cosa non funziona – Seduti in tribuna, l'uno accanto all'altro, Carlo Tavecchio e Claudio Lotito sono tra le cose che convincono meno in questa nuova avventura azzurra. Non tanto il presidente federale (che, in realtà, ha già dato abbondantemente in quanto a critiche ricevute), quanto il presidente della Lazio che, in maniera spudorata, ha seguito la squadra manco fosse il vice di Conte. Emblematica, e molto divertente, la battuta di De Rossi rilasciata a Sky Sport: "Mi hanno detto che è giusto che alcuni consiglieri stiano lì, sono 21 e speriamo che non vengano tutti…". Una frecciatina al numero uno laziale, che ben fotografa l'imbarazzo e il fastidio di tutti, Conte compreso. Limitare l'ingombrante presenza di colui che si crede onnipotente e salvatore della patria calcistica italiana, non sarà però l'unico obiettivo del nuovo allenatore azzurro. Paradossalmente, c'è anche da ricostruire il rapporto con la sua ex società. Dopo il caso Chiellini, i rapporti tra la Juventus e la Federazione sono ai minimi storici, anche a causa di un feeling mai nato tra Agnelli e la coppia Tavecchio-Lotito. Conte potrebbe essere (condizionale d'obbligo) il paciere perfetto, anche perché l'apporto del club campione d'Italia è indispensabile. Tra i giocatori bianconeri che troveranno posto, nelle prossime partite azzurre, anche Andrea Pirlo: l'uomo faro di questa Nazionale. Il suo arrivo, però, relegherà sempre più in panchina il "povero" Verratti che, anche con Conte, fatica ad impossessarsi di una maglia da titolare. La delicata gestione del giocatore del PSG e quella di altri campioni più o meno funzionali alle sorti azzurre (Balotelli, in primis), fanno infatti parte delle cose ancora da sistemare. Il cammino è appena cominciato e, per fortuna, il tempo è dalla parte di Antonio Conte.

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