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L’Inter vince ma non piace a Sacchi: “Gioco vecchio, si pensa solo al risultato”

Le critiche dell’ex tecnico del Milan degli olandesi e Ct della Nazionale di Usa 94 critica il gioco degli uomini di Mancini, primi ma senza divertire né entusiasmare gli esteti del bel calcio.
A cura di Alessio Pediglieri
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E' già la seconda volta che accade quest'anno: la prima alla quinta giornata, adesso la replica alla 13a. L'Inter capolista sta diventando quasi un'abitudine di questo campionato visto che i nerazzurri di Roberto Mancini si sono ritagliati una nuova fetta di Paradiso dopo il poker rifilato al Frosinone a San Siro nel posticipo serale di domenica. Ma se la squadra si è anche sbloccata in zona gol in maniera – forse – definitiva, c'è chi non gradisce il gioco nerazzurro, pratico, concreto ma poco ‘divertente‘: è Arrigo Sacchi storico allenatore del Milan che vinse tutto in Italia e in Europa e CT della Nazionale che si giocò i Mondiali in America. Per lui, l'Inter sarà anche prima ma il divertimento e il bel gioco non sono di casa.

Conta solamente il risultato. In Italia spesso lo si è detto, ripetuto, ricordato. E alla fine, è proprio così: il gioco può aspettare, come nuovi schemi, invenzioni, giovani promettenti. L'importante è vincere perché gli applausi e i complimenti arrivano dalle vittorie, critiche e crisi sono figlie delle sconfitte. Non importa se si gioca bene, ci si diverte e si diverte: i tre punti sono alla base di tutto. Un po' il motivo per cui uno come Zdenek Zeman non ha mai ottenuto gran che sulle panchine più importanti e ha dato il meglio di sè nelle piazze medio-piccole dove anche se si perdeva, l'importante era aver assistito ad una buona partita. Insegnano Foggia, Lecce, Pescara.

L'Inter però e tutto fuorché piccola e quindi – come per le altre big – conta il risultato finale. Non per Sacchi che a suo tempo con il Milan coniugò magistralmente bel gioco a vittorie: "In certe nazioni questo tipo di calcio non sarebbe apprezzato. Ma va bene in un Paese come l'Italia, dove la vittoria è tutto. L'Inter è la dimostrazione di un calcio antico, vecchio, rivisitato da una persona con idee chiare. In tanti Paesi il calcio è uno spettacolo sportivo. Qua, invece, non è uno spettacolo perché non c'è estetica, né uno sport perché non si rispettano le regole, come dimostrano i tanti scandali".

La ‘persona' ovviamente è Roberto Mancini che ha costruito il suo attuale primato attraverso una serie quasi infinita di 1-0 che non hanno lasciato spazio a divertimenti particolari. E Sacchi questa mentalità la osteggia da sempre: "Ora siamo in un momento buono perché abbiamo un gruppo di allenatori stilisti, ottimisti, più creativi, che insegnano di più e vanno a giocarsela apertamente ovunque" ma non basta. I nerazzurri – Frosinone a parte – non hanno mai brillato, né con le piccole né nei big match visti fino ad oggi. L'unico merito è che la classifica sta dando ragione ai Mancini-boys. Per gli esteti non c'è spazio.

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