L’Inter vede le streghe per un’ora, poi Skriniar e Ranocchia segnano. Ma è tutto qui?
L'Inter vede le streghe per un'ora e San Siro ne approfitta per manifestare tutto il suo disappunto per una squadra incapace di gestire gioco, risultato e avversario. Tutt'altro che irresistibile visto che si tratta di un Benevento fanalino di coda arrivato a Milano con la speranza di compiere la gara della vita e nulla più. Poi ci pensano i due stessi protagonisti del capitombolo di Marassi, Skriniar e Ranocchia, a risolvere la gara.
La strana coppia centrale difensiva fa sorridere San Siro segnando i gol dell'1-0 e del 2-0 che spianano la strada per una settimana tranquilla in vista dell'avvicinamento del derby. Ma c'è poco da sorridere se si guarda complessivamente alla gara e a quanto fatto da un'Inter che ha dovuto ringraziare Handanovic in un paio di occasioni, e il VAR in occasione di un contatto in area per non subire il clamoroso gol dei campani.
Spalletti sceglie la qualità
Ma in campo non si vede
Questa volta Spalletti non ha lasciato la qualità a disposizione in panchina: Perisic e Rafinha in campo dal primo minuto, con l'intenzione di spaventare il Benevento e dare una scossa tecnica al gruppo. Missione fallita soprattutto per l'organizzazione della squadra di De Zerbi che si mastica il centrocampo nerazzurro, trovandosi sempre in superiorità numerica e fuggendo in contropiede.
Mediana nerazzurra imbarazzante
Fino all'occasione del vantaggio, con una mediana che non riesce a fare filtro per demerito di un Gagliardini impreciso nei controlli e Rafinha con Vecino sempre in ritardo nei recuperi, Skriniar e Ranocchia danno il peggio del repertorio di un centrale difensivo: si fanno superare sempre in velocità con le verticalizzazioni di Coda e Brignola, non certo Messi e Ronaldo.
La pressione psicologica di San Siro
I fischi dei teifosi
L'unico merito reale del gruppo nerazzurro è stato quello di non crollare psicologicamente. Non tanto per un Benevento che ha preparato la propria gara come meglio avrebbe potuto ma per un clima torrido, malgrado il freddo pungente, di San Siro. Nel primo tempo i protagonisti sono stati i tifosi nerazzurri che hanno fischiato ad ogni minimo errore dei propri giocatori, applaudendo gli avversari.
La tenuta mentale del gruppo
Una situazione che avrebbe potuto schiacciare l'Inter sotto il peso della contestazione strisciante, crollando psicologicamente. E invece, almeno sotto questo aspetto, il gruppo non si è disunito e ha reagito, senza frenesia o confusione. Quando è uscito Sandro tra i campani ed è entrato Karamoh tra i nerazzurri, gli equilibri si sono frantumati e l'Inter ha trovato la via del gol. Ritrovando gli applausi dei propri tifosi.
Applausi per tutti ma non per Brozovic
Tutti, tranne uno: Marcelo Brozovic entrato all'80' al posto di Perisic, tra i sonori fischi di un San Siro che non ha ancora perdonato al croato atteggiamenti tutt'altro che di amore e sportività nei confronti dei colori nerazzurri. Al di là di ogni altra illazione, che in questi giorni mina la serenità dello spogliatoio interista.