L’Inter rovina la vigilia del derby al Milan facendo litigare Allegri, Pato e Galliani
La strada rossonera verso il derby sembra lastricata di buone intenzioni, come si conviene ad ogni buon Diavolo. Eppure, tutto lascia intenedere che qualche ingranaggio si sia inceppato nei meccanismi della comunicazione, interna ed esterna. Qualcosa cova sotto la cenere di questi giorni, alzata da refoli di vento gelido all'interno di uno spogliatoio storicamente indenne a spifferi indiscreti. Folate che arrivano da Milanello ma che, giunte ad Appiano, sono diventate vere raffiche grazie a Massimo Moratti che ha rotto le uova nel paniere dei cugini.
Andiamo per ordine.
Innanzitutto il problema del rinnovo di contratto di Allegri
Il tecnico livornese appare sempre più come Arrigo Sacchi, nel bene e nel male: vincente al debutto da autentico outsider alla prima sulla panchina del Milan, in mezzo al guado contrattuale per problemi con una stella della rosa. Allora era Van Basten, oggi è Alexander Pato. Allora si scelse per l'olandese dopo aver ‘obbligato' l'Arrigo a dover vincere (e bene) tutto, oggi si è ancora in fase di attesa. Doveva essere un rinnovo naturale, che sarebbe dovuto essere siglato senza frizioni a fine 2011, figlio di un rapporto apparso subito perfetto e bagnato da uno scudetto e una Supercoppa Italiana vinta sull'Inter ad agosto e da una rimonta sulla Juventus da spellarsi le mani.
Ma Max Allegri non ha in mano alcun rinnovo di contratto col Milan che gli prolunghi la permanenza in panchina.
Ufficialmente il problema è una mera questione di soldi: ballerebbero 500 mila euro che Galliani non vorrebbe dare al proprio allenatore che oggi, giustamente, si sente tra i più bravi della piazza. Fosse solo vile pecunia, però, tutto si risolverebbe – o si sarebbe già risolto – come sempre con il tradizionale buon senso da entrambe le parti e invece, gelo.
Allegri vorrebbe sì un ritocco ma ciò che più vorrebbe sarebbe l'accettazione delle sue scelte tecniche che non prevedono nel prossimo futuro nè Pato nè Inzaghi, senza se e senza ma.
Due giocatori cui il Milan, per motivi differenti, tiene in particolar modo e che non ha intenzione di cedere per volontà dell'allenatore. Da qui la tensione. Anzi la tripla tensione del toscano che mal sorride in questi giorni non sfornando più il suo proverbiale ghigno alla ‘Joker‘.
Galeotta fu Bergamo
Primo: la tensione con Pato non è gossip di quart'ordine ma semplicemente un'evidenza tanto lapalissiana da mettere in difficoltà un po' tutti, ufficio stampa rossonero in testa e l'atteggiamento reciproco al momento della sostituzione vale più di mille commenti di facciata.
Secondo: la risposta di Allegri sul mancato inserimento dell'oramai scaricato Inzaghi sullo 0-2 è stato tanto genuino quanto disarmante: "Non ci ho minimamente pensato, in quel momento eravamo sul 2-0 e la partita non era chiusa". Un punto di vista, sinceramente, molto particolare.
Terzo: il fastidio sui commenti attorno al rigore dato per fallo su Pato con quel "Paparesta lei faceva di peggio" che si commenta da solo anche se Allegri non è nuovo ad esternazioni e ad un temperamento che spesso travalica la buona educazione (qualcuno ricorda gli insulti ai carabinieri con il tristemente famoso "le brigate rosse non facevano poi così male con voi"?).
L'Inter ingarbuglia il tutto
Dunque, il guado. Difficile da attraversare alla vigilia della sfida con l'Inter. Perchè anche Galliani si è trovato con le mani legate, proprio dall'"amico" Moratti. Il contratto di Allegri, infatti, avrebbe potuto trovare la sua conclusione fecile se il colpaccio Tevez non avesse trovato ostacoli: Pato, davanti all'offerta ufficiale del PSG di Carlo Ancelotti e Leonardo (i due principali tutors del brasiliano ai tempi del suo arrivo in Italia) di 40 milioni, l'"Apache" sarebbe sbarcato a Milanello con la formula gradita al giocatore anche se non gradita al City (ma l'unica concreta) con un prestito con diritto di riscatto a fine stagione. Tutti contenti: Pato, Tevez, Galliani, Allegri e Inzaghi che avrebbe trovato un'autostrada nella prossima lista Champions.
Invece, con l'interessamento dell'Inter per Carlos Tevez, l'argentino del City con una offerta presentata alla società di 27 milioni di euro con un prestito con obbligo di riscatto (più bonus) che arriverebbe attorno ai 30 milioni finali, tutto è saltato per aria. E stando a Moratti, non si tratta di uno scherzo o di turbativa di trattativa ma un vero e proprio obiettivo nerazzurro di gennaio.
E poi c'è alle porte il derby, una gara che si deve vincere al di là di tutto e che non ammette alibi o distrazioni: di contratti, di mercato, di affinità pubbliche e private. Insomma, per il Milan è una vigilia difficile e tormentata da folate di un vento di tramontana che potrebbe montare a bufera domenica sera a fine gara.
E, in silenzio, dietro le quinte ma con le idee ben chiare su tutto quanto sta accadento c'è lui, il presidente: Silvio Berlusconi.
Che non tarderà a dire tutti cosa ne pensa e dettare a tutti cosa fare.