L’Inter ha un problema: spesi sul mercato 90 milioni, ma la squadra è incompleta

Se la Juventus è stata la indiscussa regina del mercato estivo, seguita dal solito Napoli, l'Inter ha provato a recitare il copione nella speranza di rubare la scena, senza riuscirvi. Per farlo, la nuova proprietà cinese ha messo sul piatto 100 milioni di euro per dimostrare la propria forza economica a discapito di parametri da fair play finanziario che ne vorrebbero limitare gli investimenti. I giocatori sono arrivati, alcuni anche con nome importante: da Joao Mario a Gabigol, da Ansaldi a Candreva e Banega. Eppure, nella squadra guidata da De Boer sembra manchi qualcosa, soprattutto sulle fasce dove non c'è alcun giocatore in grado di garantire qualità e quantità con costanza.
per poter vincere bisogna avere una buona difesa. Semplice concetto, difficile nel realizzarsi. Per l'Inter il tallone d'Achille è rappresentato soprattutto dalla mancanza di qualità davanti ad Handanovic che ancora una volta (giustamente) scalcia nel vedere una squadra che non è ancora in grado di poter ambire al ritorno in Champions League. Sono rimasti i centrali Murillo-Miranda che saranno i titolari di stagione, ma a parte loro, il caos tattico regna sovrano. Partito Juan Jesus, l'alternativa (unica) è rappresentata da Ranocchia che, però, ha già dimostrato di non avere il carattere necessario per risollevarsi davanti alla mancanza evidente di fiducia. In caso di bisogno non basta a coprire il ruolo.

Stesso discorso per la difesa ai lati. Non è arrivato alcun rinforzo, o meglio qualcuno c'era. Si tratta di Erkin il turco che era stato chiamato da Mancini ma che è stato bocciato da De Boer. Giunto a luglio è ripartito ad agosto, verso il Besiktas, in prestito senza aver giocato un solo minuto in nerazzurro. Specchio dell'evidente difficoltà nell'assemblare il lavoro sulle fasce che sono rimaste in mano alla vecchia guardia: D'Ambrosio, Nagatomo, Santon, con l'inserimento unico di Ansaldi. Un po' pochino per pensare di fare la differenza
Laddove c'è abbondanza, invece, è a centrocampo dove però manca un giocatore in un ruolo ben definito, che già nella scorsa stagione rappresentava la pecca tattica più evidente: il regista. Un giocatore capace di attirare a sè il gioco della squadra e smistarlo nel migliore dei modi, un punto di riferimento per i compagni e per De Boer. Il quale ha ovviato alla lacuna chiedendo a Banega gli straordinari: l'argentino, chiamato più per giocare offensivo, si è già ritrovato nel vestire i panni del ragioniere. I risultati sono confortanti ma è l'ennesimo cortocircuito nerazzurro.
Dietro a Icardi – altra lacuna: oltre a Maurito c'è il povero logoro Palacio – la confusione potrebbe regnare sovrana: Jovetic, Brozovic, Perisic, Candreva, Gabigol. Tutti pronti al tridente o al ruolo di trequartista. Qualcuno pronto anche a fare la seconda punta, pur di giocare. De Boer avrebbe preferito sfoltire (addio a Jovetic e Brozovic) ma alla fine il mercato (e Ausilio) ha detto no. Adesso sarà un problema far quadrare il cerchio. L'unica speranza è che Medel resti a livelli di inizio stagione (aiuterebbe il tecnico a far capire agli altri che un posto è già occupato) e che Kondogbia finalmente ripagasse i 40 milioni investiti la scorsa estate. Il francese potrebbe essere il vero crack in mediana, capace di dettare i tempi e i palloni.