“L’anarchia totale e un casino assoluto”. Così de Boer ricorda i suoi 84 giorni di Inter
Si è seduto in panchina per soli 84 giorni, risultando il più estemporaneo e meno longevo allenatore di tutti i tempi nella storia dell'Inter. In quella brevissima parentesi da tecnico è riuscito a perdere 7 delle 14 partite tra campionato e Coppa, riuscendo ad umiliare in Europa League squadra e società con la sconfitta contro l'Hapoel Beer Sheva che sbancò un San Siro esterrefatto, subendo un imbarazzante 2-0.
Eppure Frank de Boer non sembra contento e appena può ama ritornare sulla sua magra figura in nerazzurro dove continua a infierire sui reali motivi del suo fallimento: società, ambiente, giocatori. Tutti, tranne probabilmente le responsabilità che lui stesso ha avuto nel suo mandato da allenatore, battezzato direttamente dal presidente in carica, Erick Thohir.
La rabbia del tecnico meno duraturo di sempre
Le parole – e i ricordi – del'ex centrocampista di Ajax e Olanda – risuonano come tuoni. Ma senza lampi, perché nell'ambiente nerazzurro corre una realtà differente dove proprio il tecnico orange non è riuscito ad imporsi e a dimostrare quanto si sperava – e qualcuno dei vertici credeva – potesse dare con l'Inter in Italia e in Europa.
Lo spogliatoio autogestito
Oggi, a distanza di due stagioni – e dopo altre disavventure in panchina – de Boer ritorna su quelle settimane terribili sia personalmente che professionalmente dove, sostiene, è diventato vittima di eventi per lui incontrollabili.
All'Inter comandavano 7-8 giocatori che escludevano il resto del gruppo. Non mi sarei mai aspettato di trovare un simile ambiente. Io ho avuto difficoltà non solo con l'italiano, faticavo anche a far capire il mio pensiero. Io sono più adatto all'Inghilterra.
L'anarchia assoluta in allenamento
L'anarchia nerazzurra era totale, ricorda de Boer. Non solo in campo durante i match ma anche e soprattutto nell'allenamento settimanale dove ognuno faceva qualsiasi cosa tranne che seguire le direttive del tecnico olandese.
Gestire un allenamento era un casino, tutti facevano ciò che volevano. C'erano giocatori che consideravano inutili i miei esercizi, mai vista una cosa simile. E non cambiava nulla quando gli dicevo che erano esercizi fondamentali per capire la mia idea di calcio. Neanche con i ragazzini mi è capitata una cosa del genere, nelle giovanili dell'Ajax non succedeva.
Questa la verità dei mesi in nerazzurro dove venne esonerato senza troppi complimenti. Così come è accaduto qualche tempo dopo in Inghilerra, al Crystal Palace dove è stato allontanato dopo sole 4 partite, tutte perse. Forse anche in quel caso, l'anarchia ha avuto la meglio sull'autorità dell'olandese.