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Kutuzov non perdona Masiello: “Quando lo vedo spengo la tv”

L’ex calciatore attacca il difensore dell’Atalanta. Furono compagni ai tempi del Bari, quando Masiello fu squalificato per una vicenda relativa al calcioscommesse.
A cura di Alessio Morra
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L’ex calciatore Vitali Kutuzov ha rilasciato una bella intervista in cui ha parlato della sua lunga avventura italiana, in cui ha avuto modo di lavorare con gli ultimi due c.t. della Nazionale (Conte e Ventura). Il bielorusso ha avuto parole sprezzanti per l’ex compagno Salvatore Masiello, ora baluardo dell’Atalanta, che ai tempi del Bari tradì la sua fiducia e quella di molti altri compagni di squadra e fu coinvolto nel calcioscommesse.

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Kutuzov spara a zero su Masiello

Il difensore dell’Atalanta per quella vicenda ha pagato, e parecchio, con due anni e cinque mesi di squalifica. Masiello è ritornato più forte di prima e oggi è uno dei pilastri della squadra di Gasperini. Il passato però Kutuzov non lo dimentica ed è tagliente nei confronti dell’ex compagno: “Quando lo vedo spengo la televisione. Mi dispiace per lui perché è un buon calciatore, ma prima di essere giocatori, bisogna saper essere uomini”.

Kutuzov e il parallelo tra Conte e Ventura

Ritiratosi due anni fa, l’ex Milan ha cambiato sport ed è diventato il portiere dell’Hockey Club Diavoli Rossoneri di Sesto San Giovanni. Nell’intervista rilasciata a ‘tuttocalciopuglia.com' l’ex calciatore ha effettuato un parallelo tra Antonio Conte e Giampiero Ventura, che sono stati entrambi suoi allenatori. Di affinità Kutuzov ne vede parecchie:

Parlano la stessa lingua a livello calcistico: all’inizio della mia esperienza barese con Conte, mi sembrava di fare le stesse cose viste con Ventura a Pisa. Ho appreso tanto da entrambi. Antonio aveva tutti gli ingredienti per diventare un grande allenatore: viveva con la squadra, chiedeva a ciascuno di noi come stessimo ogni singola mattina, aveva voglia di arrivare e tanta qualità mischiata all’esperienza calcistica. Fondamentale fu anche la presenza del professor Ventrone, che ci faceva lavorare quasi al di là dei nostri limiti.

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