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Koulibaly: “Quando Benitez mi chiamò al Napoli pensavo a uno scherzo”

Il difensore racconta il retroscena del suo arrivo sotto il Vesuvio: “Seppi che c’erano Higuain, Callejon e Albiol del Real e mi tremavano le gambe. Rafa, Sarri e il Napoli hanno avuto fiducia in me. Il Normwich aveva offerto 15 milioni ma il club ha detto no”.
A cura di Maurizio De Santis
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Quando dissero a Koulibaly che avrebbe giocato in Italia, e che a volerlo a Napoli era proprio Rafa Benitez, gli venne da ridere. Pensava fosse uno scherzo. Invece era tutto vero perché a contattarlo fu proprio l'ex allenatore dei partenopei e del Real Madrid. A rivelare questo retroscena del suo arrivo sotto il Vesuvio è stato lo stesso difensore che con Sarri è divenuto in ‘gigante' nel cuore della retroguardia. A Rafa il merito di averlo lanciato nella mischia, al tecnico giunto da Empoli quello di aver creduto nelle qualità di quel ‘ragazzone' che nel dicembre del 2013 – quand'era ancora al Genk – mai avrebbe pensato che la sua carriera avrebbe avuto una svolta del genere. Da signor nessuno a calciatore che vede di sé puntati i riflettori di altre società europee. "Benitez è stato importante per me – ha ammesso Koulibaly, in un'intervista a L'Equipe -. Mi ha chiamato due volte quando ero al Genk. Non volevo crederci poi il mio agente mi ha confermato che era davvero Benitez e avrei giocato con il Napoli".

Datemi un pizzicotto. Emozione ed entusiasmo, Kalidou ha superato ogni imbarazzo fino a diventare un punto fermo della difesa campana. Gli inizi, però, sono stati durissimi. "Per giocare con Higuain, Callejon, Albiol… gente che arrivava dal Real Madrid è stato importante anche se all'inizio ammetto che mi tremavano le gambe. Benitez però mi fu vicino e mi rassicurò". Ci ha messo un po' a mettere da parte ogni indugio, ad apprendere la realtà del calcio italiano ma i progressi sono stati incredibili al punto da convincere anche il neo allenatore, Sarri. "So che il Napoli ha detto no a diverse offerte. In particolare ai 15 milioni che il Norwich avrebbe messo sul piatto per portarmi in Premier. Anche Sarri ha creduto in me e mi ha dato fiducia".

Campo e famiglia. Il successo non ha cambiato Koulibaly, la testa è sempre sulle spalle ben salda. "Giocare al calcio è quello che volevo e spero di continuare a lungo così da aiutare la mia famiglia. Mio padre è un operaio, mia madre è una casalinga, loro mi hanno aiutato molto – ha conclusoil centrale del Napoli -. E adesso tocca a me".

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