42 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Koulibaly: “Mi sento napoletano, quando andrò via piangerò. Che schifo i cori razzisti”

Kalidou Koulibaly si racconta in una lunga intervista, parlando anche dell’inizio di avventura al Napoli con Carlo Ancelotti in panchina: “Con lui spero di fare qualcosa di bello perché è uno che dà fiducia a tutti e penso che non si sentirà mai un giocatore parlare male di lui, perché ha grandi valori e trasmette serenità. A mia moglie dico sempre che spero, alla sua età di essere una persona simile a lui”
A cura di Marco Beltrami
42 CONDIVISIONI

Il turnover non conta per Kalidou Koulibaly. Il difensore senegalese anche con Carlo Ancelotti si è confermato il perno del Napoli, con maglia da titolare inamovibile in tutte e 12 le uscite stagionali degli azzurri. Passano gli anni dunque e il gigante numero 26 è sempre più importante per la squadra partenopea. Proprio lui che raccontandosi in una lunga intervista ha dichiarato di sentirsi ormai napoletano dentro, e ha provato a spiegare il suo feeling con una città che lo ha letteralmente stregato. Passato, presente e futuro: Koulibaly si racconta a 360° con tanto di retroscena sulla sua esperienza in azzurro.

Immagine

Kalidou Koulibaly e il feeling con Napoli, il difensore si sente napoletano

In un'intervista esclusiva al Corriere dello Sport, Kalidou Koulibaly ha parlato del suo feeling con il Napoli e Napoli. Dal 2014 ad oggi, il centrale senegalese si è legato in modo fortissimo con la piazza partenopea, al punto da sentirsi napoletano a tutti gli effetti: "Mi sento francese e senegalese da quando sono nato quando uno mi chiedeva di dove ero, rispondevo che ero francese ma anche senegalese da parte dei miei genitori. Per me era molto importante. Poi, quando sono arrivato in Italia, a Napoli, dopo un anno e mezzo mi sentivo già cittadino napoletano. Perché io, Kalidou Koulibaly, sono, mi sento, francese, senegalese e napoletano".

Koulibaly e le lacrime in caso di addio al Napoli

Il classe 1991 è uno dei difensore più richiesti sul mercato. Cosa accadrà quando prima o poi, Koulibaly andrà via da Napoli? Un momento a cui il centrale non vuole pensare: "Il mio portiere di casa, che si chiama Ciro, mi ha detto ‘Quando arrivi a Napoli piangi due volte: quando arrivi e quando parti'. Io gli ho risposto ‘Non ho pianto quando sono arrivato ma se un giorno dovrò andare via, spero il più tardi possibile, è sicuro che piangerò‘. Aveva ragione quando mi ha detto così, io sono molto felice qui. La gente parla a volte male di Napoli e non sa che cosa è Napoli. Quando non la vivi non puoi sapere che cosa è davvero".

Il razzismo nel calcio italiano, lo sfogo di Koulibaly

Emozioni forti dunque per il calciatore, tra cui rientra anche la rabbia. Rabbia per quei cori razzisti che continuano a rovinare le partite del calcio italiano. Una situazione insostenibile per Koulibaly che si sfoga così: "Quando sono arrivato non li ho sentiti durante il mio primo anno, ma già dal secondo ho iniziato a rendermi conto e mi dava fastidio. I ‘buu' mi infastidiscono, non li accetto, perché non sono solo contro di me, per il colore della mia pelle, a volte sono anche contro ‘i napoletani', la gente del Sud. Questo mi dispiace molto perché quando sei in un Paese dove tu devi trasmettere un senso di appartenenza e poi fischi contro la gente del Sud, o fai cori razzisti, finisci col contraddirti. Quando uno come Insigne, che è un fuoriclasse assoluto, forse il migliore giocatore dell'Italia, è fischiato in alcuni stadi perché è meridionale, poi quando va in Nazionale come lo devi trattare? Io non capisco questo tipo di atteggiamento e spero che evolva velocemente. Stiamo cambiando, ma penso che dobbiamo ancora fare degli sforzi perché l'Italia deve andare avanti da questo punto d vista e dobbiamo aiutarci a farlo. Un altro esempio: la Nazionale francese che ha tanti giocatori di colore, di altre origini, che hanno vinto il Mondiale. Per me questa è la cosa più bella che possa succedere".  

Immagine

Benitez, Sarri e Ancelotti, il parere di Koulibaly sui 3 tecnici

Da quando è arrivato in Italia sono cambiate tante cose, in primis in un Napoli in cui si sono succeduti 3 grandi allenatori. Koulibaly racconta la sua esperienza con Benitez, Sarri e Ancelotti: "Che differenza c’è? Poca e molta poca perché sono tutti e tre grandi allenatori. Il calcio di Benitez e quello di Ancelotti si somigliano molto. Ho avuto la fortuna anche di giocare con mister Sarri e il suo calcio era per me veramente bellissimo. Lui mi ha permesso di vedere il calcio e le partite in un'altra maniera. La sua filosofia era concentrata sulla tattica, tutto era previsto con lui. Oggi, quando guardo una partita di qualsiasi squadra, non la vedo più come quattro o cinque anni fa. E lo devo a lui. Benitez mi ha fatto scoprire il calcio vero. Io ero in Serie B in Francia, poi in Belgio, lui mi ha dato la possibilità di andare per la prima volta in Serie A, in un campionato molto importante. Il suo calcio è molto simile a quello di Ancelotti perché sono allenatori che hanno vinto, allenato grandi squadre e la loro visione del gioco ha molti punti di contatto"

L'ammirazione di Koulibaly per la serenità di Carlo Ancelotti

Proprio dall'ultimo arrivato Ancelotti, Koulibaly è rimasto letteralmente stregato. Ecco perché: "Ancelotti, tutti lo conoscono, ha vinto molto, ma quello che mi sorprende di più è l'umiltà che ha ancora e anche la voglia di vincere che non smette di avere. Un uomo veramente perbene e lo ringrazio molto perché mi dà ancora la voglia di andare avanti, di crescere di far vedere che sono un giocatore sempre più forte. Con lui spero di fare qualcosa di bello perché è uno che dà fiducia a tutti e penso che non si sentirà mai un giocatore parlare male di lui, perché ha grandi valori e trasmette serenità. A mia moglie dico sempre che spero, alla sua età di essere una persona simile a lui".

Il retroscena sul trasferimento al Napoli di Koulibaly

In conclusione un retroscena sulla scelta di trasferirsi al Napoli: "Nel gennaio 2014, quando Benitez mi ha chiamato, mi ero messo in testa di arrivare a Napoli. Poi il trasferimento non si è concluso ed ero molto dispiaciuto, perché pensavo che sei mesi dopo il mister avrebbe scelto qualcun altro. Invece lui a maggio è venuto da me e mi ha detto “Vieni che devi firmare a Napoli perché io ti voglio assolutamente con noi”. Ha visto qualcosa che nessuno aveva visto in me e di questo lo ringrazio molto perché è grazie a lui che sono arrivato a Napoli. La gente mi diceva, come dappertutto, che Napoli è pericolosa e tutte queste storie… Ma un mio amico che giocava nel Genk mi ha spinto: “Là si gioca la Champions, si gioca il calcio vero ed è una squadra per te”. Quando ho detto alla mia famiglia e agli amici che volevo giocare al Napoli, subito mi hanno detto che erano d’accordo e questo per me è stato importante. Quando ho messo per la prima volta la maglia del Napoli, per un’amichevole, ero molto contento. Sentivo orgoglio perché il lavoro, tanto e duro, che avevo fatto fino a quel momento ripagava. Ma ora sono io a sentire di dover ripagare la fortuna di esser qui con un impegno straordinario sul campo"

Koulibaly e l'amore per Napoli

E Napoli ha stregato la famiglia Koulibaly, una città che vive di calcio: "Ma Napoli è bellissima. Qua c’è il sole, c’è il mare, la gente ti accoglie con grande piacere. Vivono il calcio con passione, quasi come una febbre. Mi hanno accolto da subito. Quando dico che sono napoletano la gente ride, ma io mi sento veramente così perché quando sono arrivato fin dall’inizio mi hanno trattato benissimo e io di questo mi ricorderò sempre. Hanno anche convinto mia mamma che è una persona molto difficile da questo punto di vista. A lei non piace andare fuori, quando è arrivata in Francia aveva un po’ di difficoltà, poi si è abituata. Quando è venuta a Napoli mi ha detto che si sentiva benissimo, doveva rimanere due giorni e alla fine è rimasta due settimane. Quando i miei genitori, la mia famiglia stanno bene da qualche parte, allora mi sento bene anche io”.  

42 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views