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Koulibaly, cosa dice il regolamento e perché è difficile cancellare la squalifica

Venerdì 18 gennaio nell’aula della corte d’appello della FIGC verrà discusso il ricorso contro la seconda giornata di squalifica inflitta a Kalidou Koulibaly dopo la sfida contro l’Inter al Meazza, quando il difensore era stato bersagliato da cori razzisti di alcuni tifosi nerazzurri. Insieme al difensore senegalese ci sarà anche il presidente del Napoli: l’obiettivo del club partenopeo è quello di ottenere una sentenza che possa fare “giurisprudenza” e c’è il precedente di Muntari.
A cura di Vito Lamorte
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Venerdì 18 gennaio 2019 alle ore 13:30 verrà discusso nell'aula della corte d'appello della FIGC il ricorso contro la seconda giornata di squalifica comminata a Kalidou Koulibaly per le proteste dopo il cartellino giallo rimediato per un fallo su Politano negli ultimi minuti della partita contro l'Inter al Meazza. La prima, già scontata nel turno di ottavi di finale di Coppa Italia contro il Sassuolo, era arrivata perché diffidato e ammonito; la seconda è arrivata per il rosso diretto esibito dall'arbitro Mazzoleni al difensore senegalese del Napoli dopo le proteste: tecnicamente sarebbe impossibile da cancellare questa sanzione ma l'obiettivo del club partenopeo è quello di ottenere una sentenza che possa fare "giurisprudenza" e a guidare questa missione sarà il presidente Aurelio De Laurentiis.

La linea del Napoli

La società azzurra tenterà di far cancellare la seconda giornata di squalifica facendo leva sulcontesto ambientale nella quale si è svolta la partita, specialmente quella di Koulibaly. Il giocatore del Napoli era stato bersagliato da diversi cori e ululati a sfondo razzista che provenivano da alcuni tifosi dell'Inter e il fatto è stato ampiamente denunciato nelle ore successive alla partita, tanto che è stata rivelata da Ancelotti  la richiesta di interruzione ("Per due volte abbiamo chiesto di interrompere temporaneamente la partita"). In pratica, si vuole mettere in risalto come i cori e i fischi hanno condizionato lo stato d'animo del giocatore che ha reagito in maniera spropositata: sarebbe un annullamento della "squalifica per razzismo". Una sentenza potrebbe fare davvero giurisprudenza e segnare un momento importante nello sport italiano.

Il precedente di Muntari

Nonostante il ricorso appare molto complicato, esiste il precedente di una squalifica annullata con l'attenuante degli insulti razzisti: si tratta dell'episodio che ha visto protagonista Sulley Muntari il 30 aprile 2017, che venne espulso dall'arbitro Minelli per una doppia ammonizione a dir poco paradossale: la prima per aver chiesto a più riprese di intervenire contro i cori che stavano arrivando dagli spalti e la seconda per essere uscito di forza dal campo dopo il non intervento dello stesso direttore di gara. Dopo questa decisione indecente venne conciata anche una giornata di squalifica al ghanese, che venne tolta dopo il ricorso della società abruzzese con la motivazione:

La C.S.A, sentito l’arbitro, considerata la particolare delicatezza del tema inerente i diritti personalissimi dell’uomo prima ancora che dell’atleta, verificata l’ammissibilità del ricorso ordinario, lo accoglie, e per l’effetto annulla la squalifica inflitta di 1 giornata.

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