L’Inter si gode Kondogbia, il gemello di Pogba che disse no alla Juve
"Comprate Geoffrey, garantisco io". Furono più o meno queste le parole di Pogba che caldeggiò l'ingaggio di Kondogbia un paio di stagioni fa, quando il nome del centrocampista francese era sul taccuino dello staff di mercato bianconero. Insieme hanno vinto la Coppa del Mondo Under 20, il trofeo alzato in Turchia dopo aver battuto l'Uruguay in finale (4-1 a margine dei calci di rigore). Insieme rappresentano la meglio gioventù transalpina, che preme alle porte della nazionale di Deschamps. ‘Gemelli' nel cuore della mediana, così li hanno ribattezzati al di là delle Alpi per l'età (22 anni, è di un mese più piccolo rispetto al ‘polpo'), per le caratteristiche fisiche (entrambi alti sui 190 cm) e per il percorso comune seguito nelle selezioni giovanili dei ‘galletti'. Paul, Geoffrey e Varane (il difensore adesso al Real Madrid): tre golden boy in giro per l'Europa in cerca d'autore.
Pogba, ripudiato dallo United, è esploso alla Juventus. Lasciò Manchester senza troppi rimpianti e rende grazie a Conte che ha creduto in lui, accompagnandolo quasi per mano nel calcio italiano. Lui ha ripagato la fiducia alimentando il mito di ‘Pogboom' prezioso come mediano, interno di centrocampo e trequartista col vizio del gol: ruoli che interpreta miscelando muscoli e caratteristiche tecniche. Più di lotta che di governo il ‘fratello' che militava nel Monaco e l'Inter ha soffiato al Milan (e alla stessa Juve che pure ci aveva fatto un pensierino): 35 milioni più 3 di bonus al Monaco, 4 all'anno più bonus al giocatore sono ‘bastati' per sbaragliare la concorrenza e assicurare a Mancini quel rinforzo in mediana che attendeva da tempo.
Le caratteristiche di Kondogbia
mancino, capacità d'impostare l'azione con buona rapidità e per nulla ostacolata dalla stazza, dinamismo tale da meritare accostamenti illustri (Yaya Touré secondo alcuni, Patrick Vieira secondo altri). Può essere schierato come ‘volante' davanti alla difesa oppure da interno sinistro, una sorta di diga che s'è rivelata perfetta (ai tempi del Siviglia) per il modulo (4-2-3-1) allora adottato da Emery.
Sì al Siviglia, no alla Juventus
La storia di Kongdobia comincia a 12 anni quando il ‘gigante' del centrocampo francese lascia il Senart-Moissy, fa i bagagli e si trasferisce al Lens nel 2005. Lo prendono in seno al settore giovanile e lo aiutano a crescere fino a quando nel 2007 firma il contratto professionistico e debutta nella Ligue 1. Geoffrey viene subito notato dai club più forti d'Europa ma è il Siviglia che riesce a battere la concorrenza, compresa quella della Juventus che aveva messo gli occhi su di lui. A fare la differenza fu (anche) la volontà del calciatore: "Ho detto no alla Juve scegliendo il Siviglia perché mi voleva più fortemente e avevo maggiori chances di giocare", motivò così la sua decisione. Ai bianconeri, però, non andò così male… si ritrovarono con Pogba tra le mani e prelevato a parametro zero dall'Old Trafford. E adesso che Paul rischia di lasciare Torino a fine stagione, il nome di Kondogbia (il suo gemello) torna d'attualità per il futuro possibile in bianconero. Geoffrey, intanto, cresce in maniera esponenziale: ora è al Monaco, chiedete pure referenze su di lui all'Arsenal (battuto nell'andata degli ottavi di Champions in casa).