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Keane nei guai per un pugno ad un tifoso, l’Irlanda lo difende: “Tutto falso”

Ancora guai per l’ex-capitano del Manchester United, ma la Federazione fa quadrato attorno a lui.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Nuovi guai per Roy Keane: l'ex-capitano del Manchester United e bandiera del calcio irlandese, attuale allenatore in seconda dalla Nazionale irlandese, è stato tirato in ballo dal quotidiano inglese "Mirror", che riporta come Keane sia venuto a contatto con un tifoso particolarmente insistente che gli chiedeva un autografo. Insistenza che avrebbe portato anche a qualche colpo proibito tra i due nell'albergo che ospitava la squadra irlandese. Una circostanza, questa, smentita prontamente dalla Federazione irlandese attraverso un comunicato stampa.

"In seguito alla notizia riportata in maniera imprecisa dai media e che coinvolge un nostro membro", si legge nella nota della FAI, "ci teniamo a precisare che dopo l'incidente Roy Keane ha subito chiamato la Gardai. Anche l'allenatore Martin O'Neill e tutta la federazione sono a conoscenza dei reali avvenimenti della vicenda, e Roy Keane ha il loro pieno supporto", conclude la nota. Insomma, una smentita in piena regola: secondo la FAI, anzi, sarebbe Keane stesso a chiamare la polizia irlandese (la Gardai, appunto) durante l'incidente.

L'ex centrocampista del Manchester United, con la cui maglia ha giocato ben dodici anni dal 1993 al 2005 vincendo sette Premier League, quattro coppe d'Inghilterra, quattro supercoppe, una Champions League ed una coppa Intercontinentale collezionando 480 partite e segnando 51 reti, non è nuovo ad essere coinvolto in questi episodi: vengono alla mente quello con il norvegese Alf-Inge Haaland, a cui stroncò la carriera durante una partita, e soprattutto quello con José Mourinho di recente. Il portoghese era stato "colpevole" di volergli stringere la mano sul 3-0 in favore del Chelsea (Keane era sulla panchina dell'Aston Villa), e lui la prese come un affronto. "La partita non era ancora finita, e con questo gesto ha voluto sminuire il mio lavoro", aveva poi chiarito Keane, "se ci riprova lo prendo a pugni".

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