Kalidou Koulibaly, la montagna del Napoli che marcherà CR7 (e magari farà gol al 90°)
Lo scorso aprile, la sua zuccata, inattesa e insperata, aveva messo in ginocchio la Juventus e garantito al Napoli la chance, poi svanita, di conquistare uno scudetto distante 28 anni. Ma il suo mestiere, al di là delle pur non rare sortite nelle aree avversarie, è un altro. Il mestiere di Kalidou Koulibaly è quello di schermare la propria porta, sradicare palloni agli avversari e dominare nel duello individuale l’attaccante ‘nemico’.
E spesso, se non sempre, il senegalese riesce nel compito e, in coppia con Raul Albiol, assicura alla compagine campana giornate piuttosto tranquille. Oggi però, sempre in quell’Allianz Stadium che lo aveva eletto eroe azzurro, Ercole nero e Masaniello 2.0, la sfida è ancora più difficile, complicata, ma per questo maggiormente stimolante, rispetto a pochi mesi fa. Oggi, infatti, c'è da marcare il Pallone d’Oro, il fenomeno bianconero in maglia #7, il portoghese Cristiano Ronaldo.
Le qualità: fisicità, concentrazione, terzo valore di mercato per un centrale
Nei primi mesi di Napoli, di Italia e di Serie A, il giovane centrale senegalese pareva essere quasi un pesce fuor d'acqua. Oggi, invece, a pochi anni di distanza dalla sua prima in A, è diventato, senza esagerazioni o facili iperbole, uno dei migliori 10 centrali d'Europa. Ce lo racconta la sua storia personale, il suo rendimento in campo (media voto del 7, secondo Whoscored.com) ma anche il suo valore di mercato che, stando alle rilevazioni di Transfermarkt.it, si attesta sui 60 sonanti milioni di euro che ne fanno il terzo difensore centrale più costoso del pianeta dietro a Umtiti e Varane. Anche se il Patron De Laurentiis giura di aver rinunciato in estate, per far felici tifosi e Ancelotti, ad una offerta pari a 100 milioni dall'Inghilterra.
Sia come sia, la cifra in questione è giustificata da una crescita negli ultimi anni esponenziale. Il talento grezzo dell'africano ha subito una sorta di restyling è stato cioè modellato dal nostro massimo campionato e dai tanti tatticismi e cura dei dettagli presenti sugli italici rettangoli verdi. Allenamento dopo allenamento, difatti, KK è diventato grande e s’è preso la difesa azzurra, e pure tanti complimenti e avance sul mercato, diventando una montagna, quasi insormontabile, un baluardo, una roccaforte, arcigna, in difesa del suo specchio di porta. Una montagna composta quasi in titanio e da 187 cm e 89 Kg che si muovono con la velocità e la leggiadria di un calciatore dal baricentro basso capace di scatenare, in chiusura, i suoi mostruosi quadricipiti.
Fisicità, dunque, atletismo che poi vengono completati da scelta di tempo, lettura, capacità di anticipo ed una forza che, anche nei duelli aerei, chiedere a Buffon e proprio all’Allianz Stadium tutto, si fanno sentire.
Doti, queste, che, affiancate da una buona organizzazione di gioco e da una compatta difesa, in blocco, potranno consentire a KK non tanto di arginare il fenomeno lusitano ma, quanto meno, di limitarlo per quanto possibile: la sfida nella sfida fra KK e CR7 sta per cominciare.
I numeri di KK, solidità e lucidità in impostazione
Osservare Kalidou correre su un campo da gioco, specie per i puristi della difesa, è davvero uno spettacolo se non unico, piuttosto raro. Come detto, il classe ‘91 è un autentico osso duro lì nella difesa azzurra e, spesso, riesce a guastare le trame di gioco avversarie con interventi precisi e chiusure, al tempo stesso, efficaci e spettacolari. Eppure, i numeri, forse, sono ancora più eloquenti di un tackle, di una scivolata o di un colpo di testa ammirato, poderoso e perentorio, da vicino. Secondo le cifre statistiche raccolte da diversi siti specializzati, infatti, il numero #26, ogni volta che allaccia gli scarpini, mette insieme 1.8 recuperi, 1.5 scivolate riuscite, 4.8 contrasti vinti, 1.7 passaggi intercettati, 0.7 respinte e 3.1 spazzate per partita con, per finire, ottimi disimpegni col 90,8% dei suoi tocchi, ovvero 76.2 a gara, di cui il 35,9% sviluppato in verticale, il 34,4% verso la destra, il 25,8% sull'altra parte del campo e solo il 3,9% all’indietro, che finiscono all'indirizzo, preciso, dei suoi compagni di squadra.
Caratteristica, questa che denota anche una certa sicurezza palla al piede ed una certa lucidità in fase di impostazione con 415 passaggi riusciti e 457 sbagliati nelle sei giornate di campionato sin qui affrontate. Numeri esaltanti a cui si aggiungono quelli dei duelli aerei, 16 totali, di cui il 61,5% vinti, dei tackle, con l’81,8% a suo appannaggio, e dei contrasti a terra, 13, di cui il 62% a suo favore.
KK ce la può fare: già due anni fa fermò CR7
Insomma, in campo e fuori con le analisi post-match e non l'importanza di KK nell'economia e negli equilibri di squadra emerge con tutta la sua chiarezza con KK che, proprio domani contro Cristiano Ronaldo, avrà l'occasione di far vedere a tutti che, non solo potenzialmente, ma anche in maniera concreta, pratica lui, può contenere l'asso della Juventus. Proprio come fatto due stagioni fa quando ancora il #7 portoghese giocava nel Real: allora, fu doppia sconfitta ma l'attaccante del presidente Florentino Perez non riuscì, anche grazie ad un roccioso Koulibaly, a fare centro in ben 180′ di gioco.