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Kakà ricorda Istanbul e Atene: ecco le cinque partite della vita dell’ex Milan

Intervistato da “As”, l’ex pallone d’oro rossonero ha parlato di trionfi e delusioni a pochi giorni dal suo ritiro di Orlando: “Istanbul? Ancora non so come fece il Liverpool a pareggiare in sei minuti”.
A cura di Alberto Pucci
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Quando le cose non vanno per il verso giusto, meglio aggrapparsi ai dolci ricordi del passato. E' quello che sta facendo in questi giorni il tifoso del Milan: scottato dall'inattesa falsa partenza del nuovo corso cinese. Tra i protagonisti della storia milanista, c'è anche Ricardo Kakà. Il brasiliano, oggi 36enne, ha infatti scelto le cinque partite che gli hanno cambiato la vita.

Tra queste, ovviamente, ci sono anche tre partite giocate con il club milanese. Il ricordo dell'indimenticato "bambino d'oro" rossonero, è andato così alle due finali di Champions League del 2005 e del 2007: "Ad Istanbul ho capito che nel calcio non puoi dare mai una partita per vinta – ha spiegato Kakà, nell'intervista concessa allo spagnolo "As" – Ancora non so come fece il Liverpool a pareggiare in sei minuti".

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Istanbul e Atene

Le due partite con il Liverpool, a distanza di anni, sono ancora oggetto di discussione tra i tifosi. Soprattutto la seconda del 2007, quando la doppietta di Pippo Inzaghi regalò il trofeo ai rossoneri: "Quella per noi fu la gara della rivincita – ha continuato il brasiliano – Stavamo vincendo 2-0 quando Kuyt segno' all'89' e notai della tensione. Avremmo perso di nuovo? Per fortuna non fu così. Il 2007 fu il miglior anno della mia carriera".

L'ultimo flashback rossonero, dell'ex Pallone d'oro, è invece dedicato alla vittoria del Milan per 4-2 sul Boca Juniors nella finale del Mondiale per club del 2007. Tra le cinque partite della vita di Kakà, anche la sconfitta per 1-0 del Brasile con la Francia ai Mondiali 2006 e la finale mondiale del 2002, quando il Brasile battè 2-0 la Germania con doppietta di Ronaldo: "Entrai a cinque minuti dalla fine, a malapena toccai il pallone. Ero vicino all'arbitro quando fischiò la fine. E' stato uno dei migliori momenti della mia carriera, sono diventato campione con il Brasile a soli 20 anni".

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