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Kakà: “Ancelotti è il migliore. Cristiano Ronaldo? Un grande, ecco cosa faceva al Real”

Un futuro da direttore sportivo o chissà da allenatore. Kakà si racconta in una lunga intervista e parla anche dei rapporti con Mourinho: “Il rapporto con lui oggi è buono. Non ce l’aveva con me al Real, però io pensavo di dover giocare e lui pensava il contrario. Mourinho nella vita di tutti i giorni è esattamente quello che si vede da fuori”
A cura di Marco Beltrami
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Un futuro da direttore sportivo o chissà da allenatore. Kakà si racconta in una lunga intervista nella  trasmissione “Grande Circulo” dell’emittente SporTv, parlando del suo passato e dei tanti campioni con cui ha incrociato il cammino. Tra questi c'è spazio anche per l'ex tecnico del suo Milan Carlo Ancelotti, e per l'ex compagno ai tempi del Real Madrid Cristiano Ronaldo. Parole al miele per entrambi da parte dell'ex trequartista che ha rivelato anche i retroscena sui suoi rapporti madrileni con Mourinho

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La stima di Kakà per Ancelotti

Parole di stima per l'attuale tecnico del Napoli Carlo Ancelotti, con il quale Kakà ha vissuto annate memorabili al Milan: "Quando me ne andai dal San Paolo ero molto giovane. Il mio presidente di allora, Paulo Amaral, mi chiese se sapevo chi giocava nel mio ruolo nel Milan. Gli risposi di sì: Rivaldo e Rui Costa. Poi arrivai a Milano e Carlo Ancelotti mi disse che dovevo rimanere lì al Milan. E tutto capitò a una velocità che non mi aspettavo. Giocai titolare nella prima partita contro l’Ancona e poi quasi tutte le altre, arrivò subito lo scudetto, fui uno dei migliori giocatori della serie A. Non pensavo potesse succedere tutto così in fretta. Ancelotti è l’allenatore che mi ha valorizzato di più. Ha sempre tentato di mettere tutti a loro agio con lo scopo di fare l’interesse della squadra. Una grande dote e la utilizza in tutte le sue esperienze. In questo modo il giocatore dà il massimo anche per il suo allenatore e non solo per sé stesso". 

Cristiano Ronaldo un grande, ecco cosa fece una volta al Real Madrid

Dopo il no al Manchester City, con Kakà che avrebbe comunque voluto giocare in Premier, per il giocatore si aprirono le porte del Real Madrid. Una squadra in cui ha avuto modo di giocare con Cristiano Ronaldo: "Cristiano è un fuoriclasse, ma anche una grande persona. Era sempre attento, premuroso e disponibile con tutti nello spogliatoio. Ok, forse un po’ vanitoso, ma si è sempre comportato bene. Mi ha aiutato tanto, incentivandomi anche durante le interviste. Una volta quando eravamo in ritiro a Los Angeles fece in modo di ottenere 15 telefoni cellulari e li diede a tutto il personale. Non ho mai avuto problemi con lui come con nessun altro compagno durante la mia carriera”.

Kakà e il retroscena sui rapporti con Mourinho

Al Real però le cose non sono andate benissimo per un calciatore che è tornato a parlare anche dal feeling con Mourinho: "Ero sicuro che sarebbe andato tutto bene. E invece non fu così. Mi mancò la continuità, soprattutto a causa degli infortuni, ma anche per le scelte degli allenatori. Buttai tre anni cercando di convincere Mourinho che meritavo di avere più possibilità. Ma lui sceglieva diversamente e tutto questo era fuori dal mio controllo.Per me le porte del Real sono sempre aperte. Il rapporto con Mourinho oggi è buono. Non ce l’aveva con me, però io pensavo di dover giocare e lui pensava il contrario. Mourinho nella vita di tutti i giorni è esattamente quello che si vede da fuori. Può esplodere ma è una persona molto intelligente e preparata. Quello che dice nelle conferenze stampa è tutto preparato nei minimi particolari. Uno stratega perfetto. Nel 2013 al Real arrivò Ancelotti e Perez gli chiese di rinnovare molto, di inserire dei giovani. Carlo fu molto chiaro con me e io dissi che avevo bisogno di giocare per tentare di andare al Mondiale".

Quale sarà il nuovo lavoro nel calcio di Kakà

Quale sarà il futuro dell'ormai ex calciatore Kakà? Sempre nel mondo del pallone ma con un ruolo tutto da definire: "La mia prima scelta è fare il direttore sportivo. Mi sto preparando per quello. Attraverso il calcio voglio imparare cose di altri settori. Voglio sapere di economia e finanza, sto facendo dei corsi, continuando a occuparmi di calcio da osservatore. Poi deciderò come tornare nel calcio. Come direttore sportivo o magari anche come allenatore. In realtà allenare non è la prima scelta, ma tra due o tre anni potrei prenderla in considerazione. Oggi guardando mio figlio giocare ho dei brividi e un po’ di batticuore”

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