Juventus, Tevez e quel “cagòn” rivolto ad Allegri (video/foto)
"Cagòn", vale a dire "pavido, fifone", più volgarmente parlando, "cagasotto". Questo sarebbe stato l'aggettivo utilizzato da Carlitos Tevez rivolgendosi a Max Allegri al momento della sostituzione. E' l'86' e la Juventus sta vincendo sul Real Madrid 2-1 grazie proprio al rigore ottenuto e trasformato dall'Apache. Che il tecnico decide di togliere dal campo a quattro minuti dal fischio finale. Per farlo rifiatare, evitargli l'assalto finale dei Blancos ma soprattutto per permettere a tutto lo JStadium – gremito all'inverosimile e che f il record assoluto d'incassi – di omaggiarlo di una standing ovation. Che lui sembra non gradire continuando a parlottare nei confronti di Allegri, tanto che in Argentina i media si sono sbizzarriti sulla lettura del labiale fino alla conclusione redatta dai colleghi di "Olè" tra i più letti e diffusi quotidiani sportivi argentini.
Nessun caso – La scena è andata in mondovisione: Tevez che lascia il campo borbottando, si accomoda indossando la tuta, tra i compagni della panchina ancora boffonchiando e con Storari che prova a calmarlo -con rigorosa mano sulla bocca – mentre l'Apache insiste a dire ciò che pensa incurante delle telecamere. L'oggetto dei suoi (cattivi) pensieri, Massimiliano Allegri che nel finale lo sostituisce ad una manciata di minuti dal fischio. Legittimo e giusto: Tevez ad oggi è un patrimonio talmente importante che sarebbe stato un delitto lasciarlo in campo nel maggior momento di pressione madridista e in un finale che poteva prevedere anche animi sempre più esasperati e accesi. E poi, l'Apache aveva fatto il suo, con un assist e un gol ancora una volta decisivo, dando tutto e di più e meritandosi l'applauso di uno stadio intero.
La ‘boquita di Carlitos' – Non c'è un caso, alcun caso, in casa bianconera. Lo sfogo è sparito al 90′ quando la rabbia ha lasciato spazio alla gioia di aver compiuto una piccola impresa sportiva, in attesa di compiere il miracolo al Bernabeu. Tutti a festeggiare, davanti ai propri tifosi e pensando già al match di ritorno. Nessuna polemica, nessuna dichiarazione. Tranne che in Argentina dove d tempo c'è una campagna mediatica per riportare il giocatore del ‘pueblo' a casa, al Boca Juniors dove tifosi e società lo stanno già aspettando, provando a forzare i tempi di un rimpatrio che avverrà solo nell'estate 2016 a fine contratto con la Juventus. Così, "Olè" ha provato anche l'ultimo affondo rissumendo lo sfogo con un gioco di parole: "Que Boquita!", traducibile con "Che boccaccia", ma anche con un richiamo al Boca Juniors.