Juventus, sprazzi d’orgoglio e di cuore bianconero nella vittoria contro la Roma
Qualcuno in casa bianconera dopo la bella vittoria ottenuta in Roma-Juventus 0-2, ha preferito parlare di classifica, di 3 punti che possono alimentare le pur flebili speranze di raggiungere quel quarto posto che permetterebbe l'accesso all'Europa che conta.
Pensieri giusti o pensieri sbagliati? In realtà una cosa è certa si tratta assolutamente di pensieri fuori luogo ed è facile spiegare il perchè. Prima del match dell'Olimpico capitolino ben pochi avrebbero puntato (nonostante le ovvie dichiarazioni di "facciata" da parte degli addetti ai lavori juventini) su di un successo bianconero, magari "sperando" nel pareggio: giocare a Roma, con le colonne della squadra fuori (dall' infortunio Chiellini a quello di Alessandro Del Piero) e con i padroni di casa "gasatissimi" dalle recenti questioni societarie, sembrava presagire ad una partita persa in partenza. E invece ecco che a sorpresa rispuntano quelle qualità che da sempre hanno fatto della Juventus una squadra diciamo così "particolare": la capacità di tirar fuori il meglio nel momento di maggiore felicità, quella di saper soffrire e poi con cinismo sferrare il colpo decisivo, e quella del sacrificio e dell'orgoglio d'indossare la casacca bianconera.
Inevitabile vedendo i miracoli di Storari, la voglia di stupire ancora di Grosso, le sgroppate a testa bassa di Krasic, Marchisio e Bonucci infortunati ma pronti a lottare, e il cinismo e la lucidità di Matri, non sorridere nostalgicamente ripensando a tempi migliori, anche forse con qualche rimpianto per la stagione in corso. In quel di Roma, forse molti tifosi juventini si son risentiti dopo tempo immemore orgogliosi della propria squadra, dimenticandosi per un attimo, della posizione in Serie A, degli obiettivi falliti, del futuro tutto da decifrare e di tutte le situazioni negative che come fantasmi aleggiano in terra piemontese.
E forse dovrebbero dimenticarlo anche il Mister e tutti coloro i quali oggi scrivono e parlano di Champions League, a prescindere dalla possibilità remota o meno del raggiungere l'obiettivo: bisogna pensare al campo, senza chiacchiere, senza prospettive senza pensare già a quel futuro che come una spada di Damocle ha pesato finora sull'undici bianconero. Non è un caso che ogni volta che si sia accennato, prima allo scudetto, poi al secondo posto e poi a scendere fino al quarto, si sia "toppato" alla grande: l'unico vero e concreto obiettivo dev'essere quello di scendere sul terreno di gioco sapendo che s'indossa una maglia che trasuda storia e passione, per poi arrivare a fine stagione sapendo e con un esame di coscienza (da parte di tutti, dal Presidente, al responsabile dello spogliatoio), per capire se si è fatto tutto il possibile o meno.
Ora non è tempo di conti, e di analisi di match e avversari prossimi (il tutto potrebbe essere come al solito controproducente è tempo solo di regalare emozioni e sorrisi ad una tifoseria che per la storia e il blasone della "Vecchia Signora", meriterebbe a prescindere da tutto prestazioni come quelle di ieri sera, dove non contano i nomi, ma i colori della maglia che s'indossa.