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Juventus, respinto il ricorso per lo scudetto a tavolino assegnato all’Inter

Nuova sconfitta in tribunale per il club bianconero. Dopo essersi visti rigettate in prima istanza le richieste plurimilionarie di risarcimento da parte della FIGC, la Corte d’Appello di Roma ha respinto anche il ricorso sullo scudetto a tavolino del 2005-2006 per un “difetto assoluto di giurisdizione”
A cura di Alessio Pediglieri
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E' una Juventus che in campo vince e convince ma che nelle aule dei tribunali non riesce ad imporsi. E' arrivato infatti il secondo stop sulla richiesta di risarcimento per Calciopoli, la macchia oscura nella storia bianconera con la società della famiglia Agnelli che è partita al contrattacco chiedendo prima il risarcimento plurimilionario alla FIGC e poi la revoca dello scudetto a tavolino assegnato all'Inter nella stagione 2005-2006. In entrambi i  casi le richieste sono state rifiutate e anche in appello tutto è caduto nel vuoto.

La Juventus si era rivolta ai giudici ordinari già nel 2012, chiedendo di annullare il lodo con cui anche il Tribunale Nazionale di Arbitrato per lo Sport, il 15 novembre 2011, aveva escluso di poter decidere sulla revoca dello Scudetto dato ai nerazzurri. Il tricolore sulla carta era stato assegnato da Guido Rossi, allora commissario straordinario della FIGC. Ma la IV sezione della Corte d'Appello di Roma, presieduta dal presidente Massimo Crescenzi, ha rigettato il ricorso del club bianconero.

Per quanto riguarda l'assegnazione a tavolino dello Scudetto 2005-2006 all'Inter in seguito alla revoca del titolo ai bianconeri per i fatti di Calciopoli, tutto rimane inalterato. La Juventus spera però di rifarsi con la sentenza che il Consiglio di Stato è chiamato ad emettere circa la mega richiesta di risarcimento danni avanzata dal club torinese alla Federcalcio (581 milioni e 22 mila euro) già rifiutata però in prima istanza.

Percorsi difficili anche per le motivazioni espresse a spiegare le sentenze, visto che la stessa Corte d'Appello di Roma non sarebbe la sede corretta per rivolgere le proprie istanze: "E' circoscritta a rapporti di carattere patrimoniale fra società sportive, associazioni, atleti e tesserati, pena l'indebita ingerenza nella costituzionalmente consacrata indipendenza dell'ordinamento sportivo" si legge nelle spiegazioni del rigetto.

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