Juventus, perché Rugani merita più spazio e fiducia
In una difesa incerottata e non ancora sui livelli di impermeabilità di quelle che l'hanno preceduta, la Juventus nelle ultime settimane ha riscoperto Daniele Rugani. Approdato in bianconero nell'estate 2015, ha impiegato un po' all'inizio a ritagliarsi il suo spazio: troppo "morbido" per alcuni, ancora bisognoso di esperienza per altri. Alla fine, però, ha avuto ragione lui: le presenze sono state comunque 17 in campionato, 21 complessive; un discreto bottino per un classe '94, alla seconda stagione in A, chiamato ad emergere dietro la BBC, Barzagli-Bonucci-Chiellini, linea che lo scorso anno non ha perso un colpo sino agli Europei.
In estate, però, la complessità è ulteriormente aumentata: alla concorrenza si è aggiunto un pezzo da 90 come Benatia, per rimpolpare le truppe della "campagna d'Europa", e anche l'esperto Evra ha gradualmente accentrato il suo raggio d'azione. In tutto cinque elementi di esperienza davanti e una montagna da scalare mica da ridere. Daniele, però, non si è perso d'animo e ha continuato a lavorare con la consueta serietà.

Alla prima occasione utile da titolare, lo scorso 21 settembre nella gara vinta col Cagliari, ha trovato anche il gol; poi ancora anticamera fino alle ultime settimane, nelle quali si sono concentrati una serie di eventi nefasti per la difesa di Allegri. Prima Chiellini con il suo continuo dentro e fuori dall'infermeria, poi Barzagli e i due mesi di stop per l'infortunio alla spalla, infine anche Benatia.
Risultato: Rugani gioca titolare e lo fa bene; lo chiama Ventura per le due gare in Nazionale e si esibisce in una partita molto positiva contro la Germania. In azzurro va in scena un antipasto dell'intesa con Bonucci che, tra campionato e Champions, ha prodotto frutti anche contro Pescara e Siviglia. Il ragazzo dunque merita di giocare, anche dopo il ritorno dei titolari. Le ragioni ve le spieghiamo in tre punti.
- Giovane già esperto. La gara di Siviglia ha dimostrato una volta di più la sua maturità e la capacità di reggere il colpo anche in situazioni intricate. Non ha tremato nella bolgia del Sanchez Pijuan, ha continuato a lavorare d'anticipo e in diversi momenti si è proposto anche con coraggio e faccia tosta per l'impostazione della manovra.
- Ricambio generazionale. Barzagli, il miglior difensore italiano, non è eterno (per quanto bisognerebbe provare a clonarlo) e di qui alla fine – infortunio a parte – andrà dosato. L'impegno su tre fronti aiuta a preparare con gradualità il ricambio generazionale. Rugani cresce bene, è elegante, deve solo acquisire un po' più di cattiveria e capire quando è il caso di spendere un fallo.
- Versatilità. Sinora è stato impiegato nella difesa a tre e in quella a quattro, in posizione di perno centrale, o ai lati del regista difensivo; qualche volta si è visto anche da esterno. Insomma ha sostituito sin qui tutti i componenti del pacchetto arretrato di Allegri fornendo la solita solidità. Non è ancora un campione affermato ma è un progetto sul quale lavorare con molta attenzione.