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Juventus, Morata: “Non ho preso la medaglia, io non tengo medaglie d’argento”

Lo spagnolo vuole dimenticare in fretta la delusione di Berlino e punta al pronto riscatto ancora in bianconero. Della finale non vuole ricordare nulla e non ha voluto la medaglia, un po’ come Marchisio che se l’è tolta subito dal collo ma in casa ce l’ha: “Perché voglio metterci di fianco quella d’oro”
A cura di Alessio Pediglieri
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Brucia tantissimo la sconfitta in una finale di Champions League, soprattutto se in prima persona hai contribuito a condurre per mano la squadra per arrivarci. Come è capitato ad Alvaro Morata che grazie ai suoi gol ha eliminato in semifinale i campioni in carica del Real Madrid e a Berlino ha fatto tremare il Barcellona con la rete del momentaneo 1-1. Ma da Berlino, lo spagnolo porta con sè solamente quel ricordo e i complimenti rivolti ai vincitori perché "bisogna anche saper perdere". E nulla più, né maglie scambiate con gli avversari né medaglie da secondi classificati. Solo un ricordo che deve svanire il più in fretta possibile concentrandosi sulla prossima stagione ancora in bianconero, ancora alla ricerca di imporsi in Europa.

Le confidenze sull'amara notte di Berlino, Morata le racconta in patria ai giornalisti spagnoli ebbri delle giocate della punta bianconera, lasciata partire dal Real che oggi lo rivuole indietro subito malgrado contratti e clausole ben precise. Morata è stato il crack juventino e si appresta a diventare un punto di riferimento dei bianconeri per il prossimo anno. Anche se il ricordo di Berlino resterà a coronare una stagione esaltante: "Sono dei giorni difficili, perdere una finale di Champions significa perdere molto. Prima della finale, mi è successo un paio di volte di alzarmi di notte pensando di aver già giocato la finale: era un sogno per me, non vedevo l'ora".

Sogni infranti, da cancellare, senza trofei alternativi alla Coppa, palliativi inutili per lo spagnolo: "Poi non ho scambiato la maglia con nessuno, non ho voluto nessun ricordo di quel giorno, non ho nemmeno la medaglia: a casa non ho medaglie d'argento. I complimenti al Barcellona e al suo allenatore sì che li ho fatti, bisogna anche saper perdere". Un po' come ha confessato anche Marchisio che però la medaglia se l'è tenuta e se la guarda con orgoglio: "A Berlino ho tolto anche io la medaglia del secondo posto. Sono contento che un giovane come Morata non voglia tenerla in casa, mostra carattere per fare bene nella Juve. A me però piace guardarla, perché spero di metterci presto a fianco quella d'oro".

Brutti pensieri che lasciano il passo al presente e al futuro, tra Torino e Madrid: "Al Madrid nessuno mi ha detto niente, il fatto di tornare me lo dice mia nonna. E' stato un anno molto positivo per me in Italia, credo di dover dare ancora di più alla Juve: in bianconero sono felice. In Italia sono migliorato molto fisicamente, si lavora molto su quell'aspetto. Entro la cittadella dello sport alle 9.30 ed esco alle 15.30. Tevez? Andrebbe bene per qualsiasi squadra perché è talento puro e per di più ha due palle così".

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