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Juventus, la Cassazione boccia il ricorso: Giraudo rimane radiato

Dopo le sentenze del Tar del Lazio e del Consiglio di Stato, che avevano precedentemente rigettato il suo ricorso, anche la Cassazione ha respinto la richiesta dell’ex amministratore delegato della Juventus. Secondo le Sezioni unite civili questo caso non può essere discusso davanti al giudice amministrativo.
A cura di Alberto Pucci
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Mentre la società Juventus sta cercando in tutti i modi di riaprire il caso Calciopoli, anche gli stessi dirigenti che allora venirono coinvolti si sono dati da fare per cercare di cambiare le precedenti sentenze emesse dopo lo scandalo. Dopo le battaglie legali portate avanti da Luciano Moggi, anche l'ex amministratore delegato Antonio Giraudo ha infatti voluto impugnare la sentenza: un tentativo estremo che è per andato nuovamente a vuoto.

L'ex ad juventino anche oggi si è visto respingere il suo ricorso contro la sanzione del 2012 pronunciata dall'Alta Corte di giustizia sportiva del Coni. Giraudo, che venne radiato da qualsiasi rango o categoria della Figc, ha infatti ricevuto risposta negativa dalla Cassazione dopo le sentenze di rigetto decise dal Tar del Lazio e dal Consiglio di Stato. Una decisione che le Sezioni unite civili hanno giustificato con l'inammissibilità di ricorrere davanti al giudice amministrativo per questo tipo di sentenze.

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Giraudo come Moggi

Per Giraudo è stata una sconfitta su tutti i fronti. Al 73enne dirigente piemontese, è stata infatti rigettata anche la questione di costituzionalità, per eccesso di potere giurisdizionale, della legge n. 280/2003 in materia di giustizia sportiva: una legge che, secondo la Cassazione, è riservata al solo giudice sportivo che ha la competenza a decidere su sanzioni disciplinari inflitte ad atleti, tesserati, associazioni e società sportive.

La nuova sentenza della Cassazione dovrebbe a questo punto mettere fine alla vicenda, dopo la precedente chiamata in causa di Tar del Lazio e Consiglio di Stato. Giraudo dovrà dunque "scontare" la medesima sanzione di Luciano Moggi: il cui ricorso era stato respinto dalla Suprema Corte nel 2018. Per entrambi i dirigenti della Juventus, il processo penale su Calciopoli si concluse nel 2015 con la prescrizione dei reati.

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