Juve in finale di Champions, 5 protagonisti della cavalcata vincente verso Cardiff
Dalla notte scorsa Cardiff ha già la sua prima squadra pronta a scendere in campo per la finale di Champions League: la Juventus. Gli uomini di Massimiliano Allegri, già forti del vantaggio di 2-0 accumulato all’andata nel match del “Louis II”, hanno battuto ancora una volta il Monaco, anche nella semifinale di ritorno, con il punteggio di 2-1. Un risultato importante per i bianconeri, ma soprattutto per un tecnico che in tre anni alla Vecchia Signora, ha già centrato ben 2 finali.
Merito suo ma anche di un gruppo che ha sempre remato dalla stessa parte, unito e compatto, bravo a non farsi distrarre dai tanti elogi, ma anche equilibrato nel modo di giocare. Oltre al tecnico livornese, vediamo chi sono i 5 calciatori juventini che hanno maggiormente influito su questo cammino che ha portato i Campioni d’Italia all’atto finale da disputarsi il prossimo 3 giugno in Galles.
Un leader sempre presente: Gigi Buffon
Che dire di un calciatore che alla soglia dei 40 anni (da compiere a gennaio del prossimo anno), si appresta a giocare la seconda finale di Champions in 3 anni. Praticamente nulla, se non che il destino pare stia remando proprio in direzione di Gigi Buffon per concedergli il lusso di vincere anche questo titolo, che manca ancora dalla sua personalissima bacheca, ma che sarebbe la ciliegina sulla torta di una carriera vissuta sempre in prima fila, da leader. Di questa Juventus, dopo la sconfitta due anni fa in finale contro il Barcellona, e gli addii di Vidal, Pogba, Pirlo, Tevez e Morata, Buffon è stato il vero trascinatore. Le parate nei quarti contro il Barcellona (specie quella da fantascienza su Iniesta allo Stadium), o quelle al Principato di Monaco su Mbappè e Germain, hanno fatto di lui il leader indiscusso di una squadra che, anche grazie al suo supporto mentale, è riuscita a credere di poter arrivare davvero dritta verso Cardiff.
Il pilastro della difesa juventina, idolo dei tifosi
Dopo l’incandescente episodio che l’ha visto protagonista in negativo nel match d’andata degli ottavi di finale contro il Porto, in cui Leonardo Bonucci finì in tribuna per un diverbio avuto con Allegri, il difensore juventino non si è più fermato. Superato quel momento di stallo e di freddezza, come è abitudine alla Juve, si è andati avanti per il bene di un gruppo e dei tifosi, pronti sempre a tenere ben saldo l’obiettivo impresso nel dna juventino: la vittoria. Dieci le presenze in Champions League, 1 gol e una miriade di giocate che hanno fatto conoscere al mondo intero il valore e il potenziale enorme di questo calciatore. Al centro dell’indomabile difesa bianconera, la BBC, affiancato da due leoni come Barzagli e Chiellini, “Leo” è stato il vero trascinatore di una retroguardia che, prima del gol di Mbappè siglato ieri sera, aveva subito solo 2 gol. Avendo giocato ben 2 match contro il Barcellona, questo sembra già essere un chiaro segnale di forza.
Il tatuato social che fa impazzire il pubblico
Un inizio difficile, la crescita lenta nel campionato italiano che faceva presagire ad un inaspettato “bidone” preso in estate dalla coppia Marotta-Paratici. E invece Dani Alves, arrivato a parametro zero dal Barcellona, nonostante le sue prestazioni in Serie A, specie nella prima parte di campionato, e soprattutto nel ruolo da terzino, fossero davvero sotto la sufficienza, ha saputo riscattarsi sul palcoscenico più prestigioso, quello della Champions. Ben 3 quelle vinte dal brasiliano, tutte con il Barcellona, e una voglia di mostrare a tutti che lui non è un calciatore finito come in tanti hanno pensato. Il gol del momentaneo 2-0, ieri sera allo Stadium, è l’immagine di chi ha piena consapevolezza nei propri mezzi. Fra il gol fantastico al volo della scorsa notte, il gol agli ottavi da subentrato con il Porto, e i due assist al bacio a Higuain nella semifinale d’andata, Dani Alves si è ripreso la Juve trascinandola in finale, e non poteva che farlo festeggiando con uno dei suoi soliti video social, che ha fatto subito il giro del web.
L’energia di un gruppo e la carica di Mario
La stagione 2016/2017 di Mario Mandzukic alla Juventus, è cominciata il 22 gennaio scorso. Si, infatti, prima di quella data, che coincide con il match interno dei bianconeri vinto 2-0 contro la Lazio, il croato fungeva solo da sostituto di Gonzalo Higuain nel ruolo di punta al centro dell’attacco. Da quel giorno però, dopo la grande intuizione di Allegri di schierare tutti i suoi uomini offensivi in un unico modulo, il 4-2-3-1, con l’ex Bayern largo sulla sinistra, alle spalle del “Pipita”, a rifinire assist o sponde aeree per l’argentino, ma soprattutto ad aiutare in fase difensiva, Mandzukic è diventato il vero uomo in più di questa squadra. Grinta, carattere e tanta forza di volontà. Allegri spesso l’ha definito inesauribile, proprio per quel suo modo di gestire e dosare le forze durante la gara e portarsi fino e oltre al novantesimo, con una riserva di energie davvero invidiabile. Il vero capolavoro tattico di Allegri, passa soprattutto dalla posizione del croato.
Con l’HD tutto è molto più limpido
E’ difficile scegliere, davvero complicato. Forse, il merito di questa difficoltà di scelta è proprio di entrambi: Gonzalo Higuain e Paulo Dybala. Sono loro il quinto elemento in più di questa cavalcata vincente della Juventus verso la finale di Cardiff. L’uno esclude l’altro, così come accaduto nel derby, quando non gioca uno dei due, l’altro si sente quasi spaesato. Ed è così che l’HD (acronimo di Higuain-Dybala), è diventata una sola cosa. La coppia tutta argentina della Juventus, è stata decisiva soprattutto nelle ultime fondamentali gare prima del traguardo verso il Galles. Il “Pipita”, con i suoi 5 gol in 11 gare, è riuscito ad essere decisivo nella gara di Monaco con quella doppietta che di fatto aveva già chiuso la pratica monegasca. La “Joya” invece, ha saputo trascinare la squadra in tutte le gare giocate in Europa, con assist illuminanti e giocate che spesso smarcavano la velocità degli uomini sulle fasce per rifinire al centro. Ma soprattutto, ha praticamente vinto da solo la sfida contro il Barca, che ha di fatto regalato poi la semifinale contro il Monaco, con una doppietta che ha convinto il mondo a tenere d’occhio quel giovanotto pronto a prendere le redini di Leo Messi in Nazionale (o forse proprio al Barcellona).