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Juventus, Evra bacchetta i tifosi: “Ci state vicino solo quando le cose vanno bene”

Il giocatore bianconero, dopo il pareggio con il Lione, ha mandato un messaggio al popolo juventino: “Mi piacerebbe vedere un po’ più di fame e di grinta allo “Stadium”. Non è bello sentire i fischi al primo passaggio sbagliato”.
A cura di Alberto Pucci
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E' tempo di riflessioni in casa Juventus, dopo il pareggio in Champions League contro il Lione. A poche ore dal ritorno in campo in campionato (a Verona, contro il Chievo), è tornato a parlare Patrice Evra: uno dei senatori dello spogliatoio di Massimiliano Allegri. Reduce dal suo derby personale contro la formazione di Bruno Genesio, il giocatore francese è stato tra i primi a fare autocritica: "Anche io non sono soddisfatto del nostro rendimento – ha dichiarato il centrocampista ai microfoni di Sky Sport – Possiamo dare 10 volte di più, ma sono solo tre mesi che giochiamo insieme e ci sono anche dei nuovi acquisti che si devono ancora integrare. Alla Juventus, però, non puoi sbagliare. Pareggi ed è la fine del mondo, perdi e sembra che sia morto qualcuno. Preferirei che la gente ci giudicasse alla fine della stagione".

L'orgoglio di Evra

Nella lunga intervista concessa dal francese, anche un chiaro messaggio alla tifoseria bianconera: "Vorrei avere più grinta dai nostri tifosi allo stadio, non devono avere la pancia piena – ha spiegato Evra – La mia sensazione è che se un giocatore sbaglia un controllo e viene fischiato non viene aiutato. Io voglio che i tifosi siano con noi perché quando alla fine vinceremo questo trofeo – e sono sicuro che lo vinceremo – saranno con noi a festeggiare. Ma non devono festeggiare solo alla fine, anche adesso. In carriera ho giocato in alcune squadre e con queste ho perso anche dei derby in maniera netta. Eppure, all'uscita dal campo, tutti i tifosi continuavano a sostenerci". Un appello orgoglioso quello di Evra, arrivato nel momento più difficile di questo inizio di stagione juventina: "Ma oggi non è come il momento che abbiamo vissuto l'anno scorso, dove la crisi era evidente. Tra di noi c'è serenità e soprattutto consapevolezza di dover migliorare. Il mio futuro? Ho sempre detto che mi riposerò soltanto quando avrò concluso la mia carriera. Ora ho talmente tanta voglia di giocare che, se serve, farei persino il portiere".

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