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Juventus, Dino Zoff: “Buffon? Non mi sento inferiore a lui”

L’ex portiere della Juventus e capitano della nazionale campione del mondo in Spagna, ha ripercorso i momenti più importanti della sua carriera e commentato il paragone con l’attuale numero uno bianconero: “Non mi sento inferiore a lui”.
A cura di Alberto Pucci
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E' stato un mito del calcio italiano e quando parla lascia anche oggi tutti a bocca aperta, proprio come faceva quando sfoderava parate straordinarie. A pochi mesi dal suo settantacinquesimo compleanno, Dino Zoff è infatti tornato a parlare al "Corriere della Sera". L'ex numero uno della Juventus, portato in trionfo nel mondiale del 1982 da una nazione intera, ha rivelato aneddoti e curiosità a qualche ora di distanza dalla polemica che ha investito Gigi Buffon: colpevole di una presunta dichiarazione che ha fatto tremare il mondo bianconero. In qualche modo accostato a lui, Zoff ha esordito commentando il paragone con l'attuale portierone bianconero: "Chi è più forte Zoff o Buffon? Gigi è esploso prima, io sono maturato col tempo – ha dichiarato l'ex tecnico della Nazionale azzurra – Di certo non mi sento inferiore a Buffon".

Moggi e le pietre di Milano

Dopo aver ricordato quello spiacevole momento del suo esonero dalla panchina azzurra nel luglio del 2000 ("Non mi sono mai chiarito con Berlusconi. Le mie dimissioni sono state un atto rivoluzionario"), Dino Zoff ha rivelato dettagli importanti della sua esperienza in maglia bianconera: "Non era facile giocare con la maglia della Juventus – ha ricordato – Era la squadra più odiata d’Italia e in alcuni stadi era davvero dura. A Firenze era una bolgia, a San Siro mi tiravano di tutto. Ogni volta rientravamo a Torino con i vetri del pullman rotti". Riavvolgere il nastro del club più vincente d'Italia, vuol dire riesumare vecchie ferite mai davvero rimarginate come quella, ad esempio, di Calciopoli: "Secondo me la Juve non fa bene a rivendicare i due scudetti che le hanno tolto – ha concluso – Esitono delle regole e ci sono delle sentenze. C'è stata un’autoaccusa della Juventus, e Moggi è stato condannato dalla giustizia sportiva".

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