Juventus da record: gli attori del sesto scudetto consecutivo
La Juventus è sempre più nella storia del calcio italiano. Dopo aver bissato il record di cinque scudetti consecutivi (1931/1935 e 2012/2016) ecco che la Vecchia Signora si cuce sul petto il sesto tricolore di seguito e adesso iniziano a sorgere i dubbi sulla possibilità che questa ammirata negli ultimi anni possa essere la squadra bianconera più forte di sempre. Da Edoardo ad Andrea Agnelli, da Carlo Carcano ad Antonio Conte e Massimiliano Allegri: dirigenti e uomini di campo che hanno scolpito il loro nome nella storia di questa società.
Una stagione condotta dalla prima giornata che ha visto qualche alto e basso nella prima parte ma da gennaio non c'è stata più storia: Massimiliano Allegri ha messo insieme una macchina perfetta, insieme a Marotta e Paratici, che ha fatto registrare pochissimi problemi nel viaggio verso lo scudo numero 33. Una corazzata che non ha mai dato segni di cedimento e dopo i pochi momenti di stop ha subito ripreso a correre più forte di prima: merito di un gruppo di calciatori che da cinque anni non ha perso un briciolo di fame e ha cercato la vittoria sempre con la stessa grinta e la stessa voglia. Mai un passo indietro per gli uomini in maglia bianconera.
Una squadra che in casa non perde mai (32 vittorie consecutive allo Stadium dal 23 settembre 2015 fino all'ultimo derby della Mole) e in trasferta ha messo insieme 33 punti in 18 gare, arrendendosi solo a San Siro, a Roma e in altre due occasioni (Genova e Firenze): una macchina da guerra che, anche quando soffre, riesce a portare a casa il risultato con la caparbietà e la forza di chi non molla mai. La mentalità e la grande applicazione sono alla base di questo fantastico ciclo della Juventus, che resterà per sempre negli almanacchi del calcio italiano ed europeo, e le grandi stagioni di Roma e Napoli danno ancora più lustro a questa straordinaria vittoria.
Il blocco Juve
Se n'è parlato tanto in questi ultimi cinque anni ma la Juventus, dall'inizio della gestione Conte, ha messo insieme un gruppo di calciatori che sembra essere arrivato a Torino per compiere una missione: Gianluigi Buffon, Leonardo Bonucci, Giorgio Chiellini, Andrea Barzagli e Claudio Marchisio a cui si sono aggiunti negli anni Stephan Lichtsteiner, Kwadwo Asamoah, Stefano Sturaro, Sami Khedira e Mario Mandzukic. Una base importante per raggiungere vittorie in serie come quelle che sta mettendo in fila la Vecchia Signora da un quinquennio a questa parte: far capire a chi arriva a Vinovo cosa vuol dire giocare per la Juve e indossare la maglia bianconera è il compito di questi senatori. Un esempio lampante è la rimonta dello scorso anno: dopo un inizio di stagione così così, la squadra di Massiliano Allegri si mette a macinare terreno e si prende il tricolore per la quinta volta consecutiva mostrando un carattere e una tempra da veri gladiatori.
Cambio di passo: i 4 moschettieri
La prima parte di stagione scorre via senza troppi patemi con la squadra bianconera che si impone in testa alla classifica. Il 22 gennaio 2017 contro la Lazio Massimiliano Allegri, stanco delle critiche ricevute dopo la sconfitta di Firenze e per la qualità del gioco della sua squadra, vara la Juventus con i quattro moschettieri davanti più Pjanic in cabina di regia: Juan Cuadrado, Paulo Dybala e Mario Mandzukic alle spalle di Gonzalo Higuain. Tutti insieme. Nasce una Juventus stellare che non si ferma più: vittorie su vittorie, prestazioni convincenti e calciatori che si trovano a meraviglia nonostante spesso il tecnico livornese ricorre al turnover per via degli altri impegni. Dalla fine di gennaio a maggio la squadra bianconera non ha più trovato ostacoli: se nella prima parte di stagione le sconfitte con Inter, Milan, Genoa e Fiorentina avevano fatto storcere il naso a molti osservatori, a gennaio Allegri ha trovato l'alchimia giusta e non ha avuto più impedimenti per la corsa al titolo.
La svolta di Mario
L'uomo che sicuramente ha dato di più a questa nuova disposizione tattica è Mario Mandzukic: il croato si è messo a disposizione della squadra e ha iniziato a giocare come tornante di sinistra su e giù per la fascia. Il croato è diventato il simbolo di questa nuova Juve che si appoggia sulla sua fisicità e scavalca la prima pressione degli avversari, ove vi fosse, oppure manovra palla terra, soprattutto a destra, e cerca la finalizzazione dall'altro lato. Al numero 17 è sempre stato riconosciuto un grande spirito di sacrificio e con questa nuova posizione lo ha messo ancora di più la squadra insieme al suo bagaglio tecnico e fisico.
Gonzalo, Mire e Dani
Sono tre gli innesti che hanno fatto cambiare passo alla squadra bianconera: si tratta di Gonzalo Higuain, Miralem Pjanic e Dani Alves. Tre calciatori di livello assoluto che hanno portato qualità e mentalità ad una squadra già vincente e hanno completato una rosa già formidabile e di gran lunga superiore a quella delle contendenti allo scudetto.
Higuain e Pjanic
L'approdo a Torino dei due uomini migliori delle inseguitrici della precedente stagione (Napoli e Roma) porta ad una considerazione molto semplice: la Juventus vuole mostrare i muscoli sia in campo che fuori. 90 milioni per il centravanti argentino e 38 per il centrocampista bosniaco sono una vera e propria prova di forza nella sessione di mercato che indebolisce la concorrenza e fa aumentare il gap con le inseguitrici: un po' come succede in Germania con il Bayern Monaco da tempo. La società di Corso Galileo Ferraris ha fatto valere il suo strapotere economico e il suo appeal, che ormai sta diventando internazionale, puntellando la rosa con un centravanti vero, che non vedevano dai tempi di David Trezeguet, e con un centrocampista che può interpretare diversi ruoli e si è preso la squadra sulle spalle senza preoccuparsi troppo delle polemiche intorno al suo impiego e alla sua posizione.
Dani Alves
L'acquisto del brasiliano è stato salutato con un po' di scetticismo da parte dei tifosi e di alcuni commentatori perché considerato un "bollito" e la prima parte di stagione sembra dargli ragione. Purtroppo i conti si fanno sempre alla fine e, dopo l'iniziale adattamento al calcio italiano e il recupero dalla frattura del perone riportata contro il Genoa, l'ex laterale del Barcellona si è preso con forza la maglia da titolare a suon di prestazioni sontuose.
Allegri, da nemico ad ‘alchimista'
Quello che questo tecnico ha fatto con la Juve andrebbe impresso su pietra e mostrato a tutti quelli che il 16 luglio del 2014 lo hanno accolto con cori e insulti nel ritiro bianconero: la memoria è corta, non solo nel calcio, in questo paese ma quello che ha raccolto Max in queste tre stagioni è impressionante: tre scudetti, tre Coppe Italia e una Supercoppa Italiana. Alla faccia di chi non lo voleva. È entrato in punta di piedi, il tecnico livornese, e ha capito come e dove poteva muovere le pedine per riuscire ad ottenere quello che voleva: il graduale passaggio da 3-5-2 al 4-3-1-2, la finale di Champions League contro il Barcellona, la partenza con handicap dello scorso anno e la rimonta con l'inserimento graduale di Paulo Dybala e Alex Sandro nella formazione titolare. Quest'anno ha cambiato spesso pelle alla sua creatura fino al passaggio al 4-2-3-1, che ha portato tanti ottimi risultati, e non è finita qui. Forse. Qualcuno deve chiedere scusa a questo signore di Livorno? Ah già, siamo tutti sul carro, ora.