Juve, scudetto e finale di Champions. Max meglio di Conte, a lui un contratto d’oro
La notizia dell'addio di Antonio Conte, vero e proprio fulmine a ciel sereno nello scorso luglio, aveva gettato nello sconforto il popolo bianconero. La scelta di affidare la panchina della Juventus a Massimiliano Allegri non era stata accettata di buon grado dalla stragrande maggioranza dei tifosi della Vecchia Signora. Difficile dimenticare quanto fatto dall'attuale Ct dell'Italia, capace di ricostruire una Juve competitiva e vincente con un tris di scudetti consecutivi, e il passato di Max, ex condottiero del Milan e acerrimo rivale in campo. Un'accoglienza fredda e anche polemica culminata anche in alcuni gesti di insofferenza e contestazione nei confronti del nuovo allenatore scelto da Marotta e Paratici.
Sembra essere trascorsa una vita da quel luglio turbolento in casa Juventus, con il tempo che ha invece dato ragione ad Allegri e fatto ricredere i contestatori con i risultati raggiunti da una squadra ancora imbattibile in Italia, ma soprattutto tornata bellissima anche in Champions. Risultati ottimi abbastanza da meritare un prolungamento del contratto (accordo fino al 2017 oppure 2018) con un ritocco dell'ingaggio (dagli attuali 2.4 milioni a stagione a 3.5 milioni).
E così nella fase finale della stagione la Vecchia Signora può contare uno scudetto, il quarto consecutivo, già in tasca, una semifinale di Champions con il Real Madrid giocata e superata con carattere approdando alla finalissima di Berlino col Barcellona, e una finale di Coppa Italia da disputare contro la sorprendente Lazio di Pioli, con il rimpianto di una finale di Supercoppa persa ai rigori contro il Napoli. Dati alla mano, Allegri ha fatto meglio non solo di Conte, ma anche di un altro super mister bianconero ovvero Fabio Capello.
Allegri meglio di Conte e Capello. Anche la Juventus di Conte ha dominato in Italia, soprattutto nella scorsa stagione culminata con il super record di 102 punti in campionato. In termini di risultati però la migliore stagione del mister salentino è stata la seconda ovvero quella del 2012/2013: oltre allo scudetto, la formazione dell'ex centrocampista bianconero ha conquistato la Supercoppa italiana e una finale di Coppa Italia persa con il Napoli. In Champions invece la Juve che l'anno scorso si è fermata addirittura al girone eliminatorio con la disfatta di Istanbul, che ha retrocesso Pirlo e compagni in Europa League dove il cammino si è interrotto in semifinale. Molto peggio dunque di quanto fatto dalla formazione allenata da Allegri che ha riportato Madama in semifinale di Champions dopo 12 anni. Fabio Capello invece alla guida della Juventus ha conquistato due scudetti, uno dei quali revocato, non ottenendo grossi risultati in Coppa Italia e fermandosi ai quarti di Champions con una finale di Supercoppa italiana persa contro l'Inter nel 2005.
La rivincita del mister toscano. Allegri dunque si è già preso una bella rivincita, cancellando gli scetticismi nei suoi confronti. Difficile operare su un gruppo che poteva essere appagato dal tris di titoli conquistati in Italia, e che Conte era riuscito, anche con grinta e un "martellare" continuo, a plasmare a sua immagine e somiglianza. E invece il toscano ha cercato di garantire alla Juve una duttilità maggiore alternando con maggiore frequenza il 3-5-2 al 4-3-1-2 con Vidal, o l'ottimo neoacquisto Pereyra nelle vesti di trequartista. A giovarne sono state anche le singole pedine utilizzate dal mister che hanno potuto sfruttare una maggiore libertà in campo: evidente quella concessa a Tevez che ha risposto con un maggior numero di gol e con la possibilità di svariare maggiormente rispetto al passato.
Un premio ad un reparto che nonostante i tanti infortuni (Barzagli ha saltato gran parte della stagione e Caceres si è fermato nel suo miglior momento) ha dimostrato di essere cresciuto in maniera esponenziale. Bonucci e Chiellini rappresentano ormai una certezza e permettono al tecnico di poter giocare sia a 3 con l'inserimento di Barzagli che a 4 con Evra e Lichtsteiner sulle corsie. Il pacchetto difensivo della Juventus dunque è pronto a sfidare fenomeni del calibro di Ronaldo, James Rodriguez e Benzema. Un esame di maturità importante per una Juventus che spera di recuperare al più presto altre due pedine fondamentali come Pogba e Asamoah per diventare ancor più competitiva e continuare a sognare.