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Juve-Napoli è Allegri-Sarri: perché entrambi, ognuno a modo suo, hanno già vinto

Figli della terra toscana, vivono il calcio in modo differente ma con lo stesso obiettivo: vincere. Allegri lo ha già fatto (e continuerà a farlo), Sarri vuole iniziare a farlo (e restare a lungo al vertice). Tra autocritica e sarcasmo, risultati e bel gioco, cambiamenti e continuità. Il meglio del nostro calcio a confronto.
A cura di Alessio Pediglieri
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I due volti della Toscana, Max Allegri e Maurizio Sarri. Conterranei, ma diversi in tutto. Uniti solo dall'amore per il calcio e per il suo insegnamento, che hanno dimostrato di poterlo fare ai massimi livelli. Si sfideranno, domenica sera, per quella che è considerata la partita decisiva della stagione. Varrà uno scudetto e soprattutto sarebbe la dimostrazione evidente della supremazia di una delle due squadre sull'altra.

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Un testa a testa che ha mille sfaccettature, altrettante letture nel pre gara e pronostici di come potrebbe concludersi. Fatto sta che Juventus-Napoli, ancorché la si stia giocando tutti, sarà in mano di soli due uomini, Allegri e Sarri i tecnici delle due squadre. Si conoscono, si stimano, parlano lo stesso dialetto (toscano) e la stessa lingua (del calcio). Ma appartengono anche a due paralleli modi di vedere e vivere lo sport.

I pregi di Allegri

Ha vinto sui detrattori

Allegri arrivando alla Juventus ha compiuto almeno due miracoli sportivi: è riuscito a zittire i suoi (innumerevoli) detrattori e ad entrare nella storia del club dove  (con l'eventuale settimo scudetto consecutivo) avrebbe un posto riservato in eterno. Bravo, intelligente, spesso ironico al punto giusto. Sempre con la parola giusta, l'autocritica e un realismo che ne hanno dimostrato tutti i pregi.

E' nella storia del club

In campo e fuori. Sa cambiare, Allegri, si sa trasformare e sa alimentarsi dalle sconfitte. E' lui che ha perso due finali di Champions League, è sempre lui che è stato eliminato con un rigore al 92′. Eppure è sempre lì, tra le prime 4/5 d'Europa e – c'è da crederci – ci sarà anche il prossimo anno, fosse con colori e società diversi.

Il camaleonte della vittoria

Ha insegnato ai propri giocatori che si può (e si deve) vincere anche sapendosi sacrificare nel vero senso della parola: restando al margine, in panchina o sostituiti. Il tutto per l'amore del risultato più grande: il successo del club. Lo ha ribadito nella famosa tenzone con Bonucci che dallo sgabello è finito al Milan. Lo sta ribadendo più forte che mai in questa stagione, cambiando interpreti, moduli, stili di gioco.

Tramuta i soldi in successi

E' vero, Allegri ha in mano una corazzata, formata per vincere su tutti i fronti. L'apporto economico che può dare la Juventus, nessun'altra società italiana lo detiene. Ma i soldi non fanno vincere, permettono di avere più possibilità per farlo. Il resto è nelle mani di chi deve plasmare la realtà perché porti i risultati richiesti. E Allegri in questo è un maestro assoluto.

I meriti di Sarri

Alla conquista dell'Europa

Dall'altra parte c'è l'altro toscano, Maurizio Sarri, il taciturno, più schivo a volte più sarcastico che ironico. Senza giacca e cravatta ma con la tuta d'ordinanza ha calcato senza indugio l'erba italiana e quella europea mietendo consensi. Fenomenale per un ex impiegato di banca dedicatosi alla sua più grande passione, riuscire a strappare applausi a colleghi più famosi e vincenti.

Il miglior gioco, con i titolarissimi

Sarri si è fatto conoscere attraverso il gioco. Quasi maniacale, ossessivo, ma alla fine ha vinto lui: la sua squadra gioca a memoria nel senso più positivo del termine. Velocità, fraseggi, verticalizzazioni. Tutto effettuato con maestria ed eleganza che ha portato spesso anche i risultati. Uno dei quali è la stima riconosciuta da parte di altri club che in Europa hanno fatto la storia.

Può solo migliorarsi

Non ha vinto nulla ma è sempre lì ad un passo per farlo e questo più che un limite dev'essere un pregio perché può solamente migliorare e per farlo dovrà passare attraverso le sfide di domenica sera. Al momento il Napoli è un passo dietro alla Juve, non solo in classifica, ma anche nella costruzione della mentalità. Se nel gioco è superiore, è nell'abitudine a vincere e restare a livelli alti per molto tempo che deve ancora crescere. Ma può farlo

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