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Juve, Maurizio Sarri: “Non cambio idea, pessimi i cori contri Napoli. Partite da fermare”

Maurizio Sarri è stato presentato ufficialmente dalla Juventus nella conferenza stampa dell’Allianz Stadium. Lex allenatore del Chelsea e del Napoli ha ripercorso l’esperienza sulla panchina degli azzurri e replicato a quanti lo hanno accusato di aver recitato una sceneggiata. Cosa farà adesso rispetto ai cori razzisti? “Non cambio idea se cambio società, in Italia bisogna smetterla e fermare le partite. Siamo trent’anni indietro rispetto al resto d’Europa”.
A cura di Maurizio De Santis
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"Non ho tradito nessuno, ho dato il massimo da professionista. E se vi faccio leggere i messaggi che mi arrivano da alcuni calciatori allora cambia la scena…". E' uno dei passaggi chiave della conferenza stampa di presentazione alla Juventus di Maurizio Sarri. E' la parte dedicata alla sua esperienza sulla panchina del Napoli e sulle polemiche scaturite dal suo trasferimento alla guida delle ‘nemica sportiva' numero uno degli azzurri e di un popolo che da sempre vive la rivalità coi bianconeri in maniera viscerale. Aver confuso il tifo con la professione è stata la critica principale sottolineata al tecnico calatosi nei panni del comandante alla testa di una formazione che s'era lanciata alla conquista del Palazzo. Non era un personaggio – chiarisce – ma realtà di un uomo che faceva di tutto per riuscire a conquistare quello scudetto che mancava dai tempi di Maradona.

Da bambino ero tifoso del Napoli, lì ho dato tutto sia dal punto di vista professionale e morale. Non ho recitato alcuna parte. Rappresentavo un popolo che non vinceva da 30 anni – ha ammesso Sarri in conferenza stampa -. Eravamo belli convinti, non è finita come volevamo ma il viaggio è stato stupendo. Ho selezionato un obiettivo, lo scudetto, e siamo andati in maniera feroce su quello.

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Maurizio Sarri e la scelta di lasciare Napoli

Perché ha scelto di andare via da Napoli? Perché non ha rinnovato il contratto? Perché, se aveva un popolo che lo amava, ha deciso di abbandonare la città nella quale era considerato un idolo, il ‘comandante' da seguire? Sarri spiega così le motivazioni che lo hanno spinto a chiudere l'esperienza con il club partenopeo.

Negli ultimi mesi a Napoli ho un dubbio tra l'affetto per il contesto e la logica che diceva che il percorso era concluso. Il Napoli mi ha tolto il problema presentando Carlo Ancelotti. Ammetto che forse è accaduto anche per colpa mia che avevo un dubbio serio. Ho avuto offerte da società italiane ma ho preferito accettare quelle all'estero per non passare direttamente ad un'altra società italiana. In Premier è stata un'esperienza bellissima ma nella seconda parte ho sentito il bisogno di tornare in Italia e ho avuto questa opportunità della Juventus. È il coronamento di una carriera lunghissima e difficilissima.

Sarri ‘traditore' e gli sms che arrivano dagli ex calciatori

Sarri lo ribadisce anche nel corso della chiacchierata coi giornalisti. Non si sente un traditore, nulla ha da rimproverarsi. Al cospetto dell'ennesima domanda sul passato e sui rapporti con gli ex calciatori – compreso qualcuno che oggi usa accenti poco felici per definirlo – sorride e fa una piccola rivelazione.

Ho qualche messaggio che rimetterebbe tutto in discussione. A volte le dichiarazioni pubbliche servono anche per convivere con l'ambiente, poi i discorsi privati sono diversi. La Juventus mi ha voluto fortissimamente. Qui darà il mio 110% e io penso di non aver mai mancato di rispetto a nessuno.

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Gli anni bellissimi di Napoli, è il momento di voltare pagina

Da allenatore del Napoli disse che sarebbe stato pronto a querelare chi lo accostava alla Juventus. Cosa dice oggi che è diventato a tutti gli effetti tecnico dei bianconeri?

Ero pronto a sporgere querela non perché parlasse della Juventus ma perché stava dando una notizia falsa. Ho vissuto a Napoli per 3 anni svegliandomi la mattina e pensavo solo a come potevo battere la Juve. Ho dato il 110% e non ci sono riuscito. Ci riproverei, lo rifarei. È un'avversità sportiva e quando finisce finisce. Posso avere avuto modi sbagliati, ma è un qualcosa di intellettualmente apprezzabile perché ho dato tutto per far vincere il Napoli. Il dito medio? Ripeto, ho sbagliato ma è stato verso pochi stupidi non nei confronti della tifoseria della Juventus. Non dovevo reagire ma quelli non erano tifosi della Juventus.

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I cori razzisti: è ora di smetterla e sospendere le partite

Ai tifosi della Juventus che lo insultavano e sputavano vero il pullman del Napoli rivolse il dito medio e replicò per le rime. Gridò "basta" quando negli stadi echeggiavano i cori razzisti nei confronti dei partenopei. Alzò a voce e disse che sospendere le partite sarebbe stato un segnale forte, chiaro, corretto per cambiare un clima bruttissima che c'è all'interno degli stadi.

Non cambio idea se cambio società, in Italia bisogna smetterla – ha aggiunto Sarri -. A Napoli l'ho subito di più, ma l'idea di fondo resta lo stessa, credo che bisognerebbe fermare le partite. Siamo trent'anni indietro rispetto al resto d'Europa.

Applausi o fischi, al San Paolo saranno manifestazioni d'amore

Dal parterre della stampa gli chiedono cosa proverà quando tornerà al San Paolo da avversario. La risposta di Sarri è semplice, diretta e non dà adito a confusioni di sorta.

Non so se riceverò applausi o fischi, nell'uno e nell'altro caso saranno una manifestazione d'amore. Andare via dall'Italia dopo Napoli credo sia stato un atto di rispetto, poi se un anno dopo il club più importante d'Italia ti chiede di rientrare io devo rispettare anche me stesso e questa professione.

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