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Juve, Sarri: “Io, professionista e non traditore. Proverò a vincere in Europa con CR7”

E’ il giorno della presentazione ufficiale con la conferenza stampa in casa Juventus. Maurizio Sarri, 60 anni, toscano, ha lasciato Londra e il Chelsea per tornare in Italia e allenare i campioni in carica. “Ho trascorso 3 anni a Napoli a dare il 110% per battere la Juve. Oggi darò il 110% per far trionfare questi colori”
A cura di Alessio Pediglieri
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Impeccabile in giacca e cravatta, sereno e un filo emozionato. Maurizio Sarri ha debuttato in prima mattinata come allenatore della Juventus, dopo una trattativa lunga e a volte intricata ma che si è risolta con la soddisfazione di tutti: Chelsea, Juve e tecnico. Un contratto di tre anni, un progetto tecnico già avviato dove porre la propria mano con il bel gioco. Una missione obbligata, attraverso la propria filosofia, per riuscire laddove nessuno è mai arrivato prima (in tempi recenti): tornare a vincere anche – e soprattutto – in Europa.

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La Juventus, l'occasione per tornare in Italia

Il primo approccio da neo bianconero è all'insegna della lealtà intellettuale e della chiarezza. Maurizio Sarri non si nasconde dietro al classico dito, aprendo subito il confronto che lo vuole al guado professionale tra Napoli e Torino: "A Napoli ho dato tutto me stesso, poi ho preso una pausa approfittando dell'opportunità datami dal Chelsea. Poi la Juventus mi ha permesso di poter rientrare in Italia e sono qui: non ho mai visto un club così determinato a scegliermi. Per me è il coronamento di una carriera lunghissima".

Sapere che la Juventus mi ha cercato con convinzione è stata una sensazione forte, ho visto la società determinata come mai mi era successo. Ho visto determinazione e compattezza nella dirigenza, un orgoglio

I successi, il gioco, la Serie A: alzare l'asticella

La volontà – e le richieste – ovviamente è di non abbassare di un centimetro l'asticella, anzi, possibilmente di alzarla da subito. Attraverso il bel gioco, perché campioni e risultati già ci sono. Per Sarri, una nuova avventura, ancora più stimolante e difficile che lo ha portato dal Napoli, al Chelsea e oggi alla Juventus: "Mi aspetto di alzarmi ogni mattina e poter studiare il modo di vincere le partite. Non è un meccanismo dovuto perché ogni volta rivincere è sempre più difficile che vincere. La Juventus ha l'obbligo di partire per vincere sempre, ma siamo tutti consapevoli del coefficiente di difficoltà. Sarà un anno stimolante per tutti i tecnici: la Serie A sta migliorando e potremo colmare il gap con la Premier".

Bisogna avere le idee chiare su 2 o 3 giocatori che ci possono far fare la differenza e poi metterli nelle condizioni per farli esprimere al massimo. Il modulo sarà una conseguenza.

Professionismo al 110%: ieri a Napoli, oggi a Torino

Ieri, oggi e domani. Prima il Napoli, adesso la Juventus. Gli antipodi dello stesso calcio, della stessa serie A, della medesima professionalità con cui Sarri preparerà ogni singolo momento. Prima da ‘nemico' giurato dei bianconeri, adesso da tifoso numero uno: "Ho vissuto 3 anni con il pensiero fisso di dover battere la Juve perché eravamo in quel momento l’alternativa più credibile. Ho dato il 110% ma alla fine non ci siamo riusciti. Ma lo rifarei subito. Adesso però la mia professionalità mi porterà a dare il massimo per questa squadra"

La missione nella missione: sconfiggere lo scetticismo

Non sarà semplice convincere una tifoseria che è già passata dalle Forche Caudine del ‘milanista' Allegri. Adesso, la storia si ripete con il ‘napoletano' Sarri. Scetticismo, fastidio, perplessità. Che dovranno essere combattute e cancellate ancor prima degli avversari che ci si troverà in campo. La via è segnata, Sarri lo sa: "Arrivo con scetticismo come in tutti i club dove sono arrivato. Lo capisco, anche perchè io arrivo dall'altra parte, per la mia esperienza passata. Ma conosco solo un gioco per toglierlo: vincere e convincere, far divertire e fare risultato. L'obiettivo di divertire in campo non è antitetico a quello di vincere, anzi: spesso l'entusiasmo generato è ulteriore benzina, per ottenere il meglio".

I campioni, il modulo, la filosofia

Potrebbe essere tutto più semplice per l'enorme bacino di campioni che si trovano già in bianconero: una rosa completa che verrà arricchita ancor più con l'estate. Su tutti, al momento si ripartirà da due talenti puri come Dybala e Cristiano, più volte citati da Sarri in conferenza: "Giocatori con quelle qualità possono giocare in qualsiasi ruolo, poi possono cambiare le caratteristiche e l'interpretazione delle posizioni che vengono date in campo, ma il talento resta. Ho già allenato il giocatore che ha fatto più gol in Serie A [Higuain a Napoli, ndr] ma mi piacerebbe averne due. Sarebbe una soddisfazione enorme"

Il razzismo e l'amore per Napoli

Sarà un anno particolarmente intenso e già tutto si concentrerà su Napoli-Juventus al San Paolo dove Maurizio Sarri arriverà da avversario. E dove spesso e volentieri nel suo cammino azzurro ha dovuto far fronte a insulti, cori razzisti, atteggiamenti di discriminazione. Oggi, seduto sull'altra sponda del fiume, resta sui propri principi, d'amore e di rispetto: "La mia idea di fondo rimane la stessa: l'atteggiamento razzista è semplicemente una manifestazione di un'inferiorità così netta che si respira negli stadi europei che mi sembra ora di dissociarci tutti e dire basta. Il San Paolo? So che se mi applaudono è una manifestazione d'amore, se mi fischiano è una manifestazione d'amore. Comunque sia uscirò volendogli bene come prima in un modo o in un altro"

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