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Juve, Mandzukic: “Ero disperato, ma grazie ad Allegri sono rinato”

L’attaccante croato racconta i primi mesi in bianconero, e spende parole di grande affetto per tutto l’ambiente bianconero.
A cura di Marco Beltrami
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Ad inizio stagione, David Trezeguet, uno che di attaccanti se ne intende dichiarò: “Mandzukic? Diventerà importante per la Juventus”. E infatti dopo un avvio di esperienza in bianconero tutt’altro che semplice, il bomber croato si è letteralmente preso la Juve, segnando 9 gol in 18 presenze. Un rendimento super, coinciso di fatto, con la ripresa e la rimonta della formazione di Massimiliano Allegri. Eppure era tanto lo scetticismo nei confronti di un giocatore, che pur avendo segnato tanto e ovunque in carriera, faticava e non poco nelle sue prime uscite. Un periodo difficilissimo che Mandzukic ha raccontato così ai microfoni di “'Sportske Novosti’: “Stavo giocando male e mi sono infortunato, con un'infezione che mi ha colpito per lungo tempo e mi ha debilitato, a volte stavo sveglio per tutta la notte pensando a cosa succedeva, ero disperato perché non riuscivo a vedere la via d'uscita, cosa mai successa in carriera".

A condizionare il rendimento iniziale del calciatore, una condizione fisica precaria legata ad un problema di salute davvero curioso: “Non stavo cercando degli alibi, mi sono procurato un'infezione colpendo i cartelloni pubblicitari contro l'Udinese, ho dovuto prendere gli antibiotici e il dolore è continuato per due mesi.  Mi sentivo debole, senza forze, poi ho avuto un infortunio con il Genoa, lavoro differenziato, un periodo terribile.”

Un ruolo fondamentale nel riscatto dell’ex Atletico e Bayern è stato quello di Allegri che ha concesso fiducia al bomber: "l mister mi ha aiutato, aveva fiducia in me ed aveva insistito per il mio arrivo, un fattore molto importante per le decisioni di ogni giocatore, mi è stato vicino nel momento difficile, e questo significa molto per me”.

Parole d’affetto per la Juventus, e per tutto l’ambiente torinese che ha conquistato Mandzukic in pochi mesi: “Questo club è un'istituzione. Mi ha affascinato la reazione del club con i dirigenti  agli allenamenti, e con la loro presenza discreta, senza confusione, solo un invito al massimo impegno e la necessità di ritornare ai livelli che competono alla Juventus”.

In conclusione un retroscena sul suo approdo in bianconero: “Ero già stato in contatto coi bianconeri prima di andare al Bayern. Avevo già grande rispetto per i giocatori della Juve  prima di arrivare qui. Buffon era il mio idolo da bambino, con Chiellini ho avuto bei duelli e ci siamo sempre stretti la mano alla fine della partita, tra veri uomini, niente pianti. Conoscevo bene la Juventus e questo mi ha spinto ad accettare l'offerta".

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