Juve-Lazio, c’eravamo tanto a(r)mati
“Lotito ha chiesto a Lotito di spostare il derby di lunedì alle 18 e Lotito si è detto subito d’accordo”. Gene Gnocchi nel suo Rompipallone sulla Gazzetta dello Sport centra l’essenza del conflitto di interessi del presidente della Lazio. Un conflitto che finisce per coinvolgere anche la finale di Coppa Italia contro la Juventus.
Lotito vs Agnelli – Perché Andrea Agnelli, con la sua linea rottamatrice, è il grande sconfitto nella battaglia che ha portato all’elezione alla presidenza della FIGC di Carlo Tavecchio, il candidato dell’asse Galliani-Lotito. Agnelli aveva tentato invano, di sponsorizzare Andrea Abodi, a capo della Lega di B, al vertice della Lega Calcio: anche in quel caso, però, non gli bastò l’alleanza con Inter e Roma per evitare la conferma di Maurizio Beretta, responsabile della comunicazione di Unicredit, fortemente voluto da Lotito. “Si è mercanteggiato sulle posizioni. Non è corretto arrivare al consenso scambiandosi le poltrone. Siamo tornati a un calcio vecchio? E’ figlio delle dinamiche tipiche del nostro Paese. La Juve non ci sta, io non ci sto” diceva Agnelli allora.
Diritti tv – Ma con Lotito finirà per trovare un’alleanza al momento di completare la trattativa per i diritti televisivi della serie A. Si sono incontrati a Roma, a Villa sebastiano, per quasi due ore e mezza per costruire una linea comune in vista della definizione del bando per il triennio 2015-2018, che frutterà alla Lega 945 milioni l’anno: 572 da Sky, che trasmette tutta la serie A, 373 da Mediaset che solo le otto grandi. Sempre che la Guardia di Finanza non lo annulli. Perché da stamattina sono in corso ispezioni nelle sedi della Lega calcio, di Sky Italia, di Rti, Di Mediaset e di Infront. Il nodo riguarda l'accordo siglato tra Sky e Mediaset che ha spinto la Lega ad accettare 150 milioni di ricavi in meno e assegnare i diritti a una cifra inferiore rispetto alla base d'asta. Un accordo, questa l’ipotesi che l’Antitrust non conferma e non smentisce, completato in virtù di un accordo restrittivo della concorrenza, con l’avallo della Lega, partendo proprio da Lotito, forte dei legami con Galliani e dei 17-18 voti che si dice controllerebbe in assemblea.
Bilanci a confronto: Juve – I diritti tv rappresentano ancora la principale fonte di introiti della Juventus, che l’anno scorso ha incassato 153,4 milioni (il 55% del totale dei ricavi). La prima semestrale di quest’anno evidenzia un rosso di 6,7 milioni, ma la finale di Berlino, oltre a un posto nella fascia 1 per il prossimo anno, può fruttare quasi 70 milioni tra premi e market pool. Nel 2013-14, oltre ai ricavi da botteghino, spinti in alto da percentuali di riempimento dello Juventus Stadium superiori al 90%, sono cresciuti i ricavi commerciali (+24%), grazie all’estensione dell’accordo con Fiat Group per apporre il marchio Jeep sulle maglie (accordo per sei anni a 17 milioni a stagione) in attesa dell’entrata in vigore del nuovo contratto da 139,5 milioni per sei anni con Adidas come fornitore tecnico, che partirà dalla prossima stagione.
Bilanci a confronto: Lazio – Scende invece il fatturato della Lazio nel 2014. In controtendenza il fatturato della Lazio, che nel 2014 è passato da 104 a 81,3 milioni di euro per la mancata partecipazione all’Europa League, l’eliminazione in Coppa Italia e la contestazione dei tifosi (solo 22.901 abbonamenti e un totale di 7,2 milioni di ricavi da botteghino). Tuttavia, al 30 giugno 2014, la società registra un utile di 7 milioni, rispetto ai 5,9 milioni di rosso del 2013. Da una parte, pesano i 56,3 milioni di ricavi per i diritti tv, gli 11,8 per sponsorizzazioni, pubblicità e royalties e i 7 milioni di altri ricavi. Dall’altra la riduzione dei costi, da 64 a 52 milioni per il personale, da 19 a 13,7 milioni per gli ammortamenti dei cartellini. Contano, e non poco, i 24 milioni di plusvalenze, che non si sono ripetuti quest’anno: di fatto, Lotito deve ringraziare Hernanes, passato all’Inter. Tanto che la relazione trimestrale chiusa il 31 marzo 2015 fa registrare una perdita di periodo di 2,21 milioni con un risultato complessivo per i primi nove mesi di esercizio in rosso per 14 milioni.
Al 30 giugno 2014 i debiti sono pari a 116,9 milioni (-6,5 milioni rispetto al 30 giugno 2013), mentre la posizione finanziaria netta risulta negativa per 16,8 milioni, con un incremento di 10,3 milioni rispetto al 30 giugno 2013. Alla fine del primo trimestre 2015, la società registra una notevole crescita di valore della produzione (24,19 milioni) e contemporaneamente un crollo del patrimonio netto, passato da 15,72 a 1,67 milioni. In più, scrive la società, i debiti, al netto dell’esposizione finanziaria e dei risconti passivi, ammontano a 117,54 milioni. “Depurando anche il debito della transazione tributaria, l’importo scende a 62,46 milioni con un aumento, a parità di perimetro e di analisi, di 4,74 milioni rispetto al 30 giugno 2014. La variazione è dipesa principalmente dall’aumento degli anticipi da clienti” si legge nella relazione.
In più, rimangono delle problematiche di natura fiscale. Ci sono, infatti, due cause finite in Cassazion sull’Irap legata alle plusvalenze sulla cessione di giocatori: da una prima verifica, iniziata nel 2007, su contratti riferiti alle stagioni 2002-2005, sono emersi due rilievi con una base imponibile di 49,07 milioni, pari ad imposte per circa 1,84 milioni; una seconda, riferita a calciatori che hanno militato nella Lazio nel 2001-2002, ha a che fare con un imponibile per 46,82 milioni di euro e imposte per 1,91 milioni. Lotito però continua a guadagnare. Le aziende che fanno capo a lui, infatti, sono passati da 6,516 milioni di ricavi, e di costi per la società Lazio, nel 2013, a 13,96 milioni nel 2014, con aumenti eclatanti: da 297 mila euro a 3,22 milioni per Snam Lazio Sud, da 397 mila a 1,80 milioni per Linda, da 200 mila a 1 milione per Bona Dea.
Lezione a Lotito – Agnelli ha caricato la squadra e lanciato l’hashtag #finoalladecima, quella stella d’argento che i bianconeri inseguono ormai dal 1995. Quest’anno, almeno sul campo, la Juve ha messo sempre qualcosa in più nelle sfide con la Lazio, dopo la battuta di Lotito su Marotta dello scorso settembre, “con un occhio gioca a biliardo e con l'altro segna i punti”, costata al presidente biancoceleste ventimila euro di ammenda. La sfida, dunque è lanciata. E si gioca su più tavoli.