Juve, la Cassazione ha respinto il ricorso: lo scudetto 2006 resta all’Inter
La Cassazione ha respinto il ricorso presentato dalla Juventus in merito alla revoca dello scudetto 2006 che è stato assegnato dalla FIGC all’Inter per i fatti di Calciopoli. La sentenza delle sezioni unite della Cassazione è stata pubblicata questa mattina e ha messo un punto su una vicenda di 12 anni fa: la Corte d’Appello di Roma, accogliendo l’eccezione sollevata dalla società nerazzurra, che è difesa dallo studio legale Cleary Gottlieb (avvocati Ferdinando Emanuele e Roberto Argeri), aveva rigettato l’istanza bianconera dichiarando difetto di giurisdizione dei giudici statali. Le Sezioni Unite della Suprema Corte hanno definitivamente stabilito che la controversia rientrava nella giurisdizione esclusiva degli organi sportivi in base al "principio di autonomia dell’ordinamento sportivo nazionale" che “costituisce l’articolazione italiana di un più ampio ordinamento autonomo avente una dimensione internazionale”. I giudici statali non possono decidere su "posizioni giuridiche rilevanti solo per il mondo dello sport" né tantomeno sull’assegnazione e la revoca dello scudetto.
La Juventus aveva chiesto di lasciare "non assegnato" il titolo conteso e di rimettere la questione al collegio di garanzia per lo sport, al Tribunale nazionale di arbitrato per lo sport o all'Alta Corte di giustizia sportiva ma la decisione delle Sezioni unite civili della Cassazione – sentenza numero 32358 – è stata depositata oggi ed è relativa all'udienza svoltasi lo scorso 25 settembre. Secondo la Suprema Corte sullo ‘scudetto conteso' non emerge "la necessità di un nuovo scrutinio" neppure alla luce del diritto comunitario.
Su questo argomento controverso si era già pronunciato il TAR Lazio a settembre 2016 e aveva rigettato il ricorso con cui la Juventus aveva chiesto anche un risarcimento di oltre 400 milioni di euro per la revoca del titolo della stagione 2005/2006. La sentenza giunge all’esito di un articolato giudizio e di un’udienza pubblica tenutasi il 25 settembre 2018, dovrebbe mettere la parola fine a una controversia in corso da oltre un decennio.