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Juve-Inter, il derby d’Italia nella storia dello scudetto. Prima e dopo Calciopoli

La sfida tra bianconeri e nerazzurri è una ‘classica’ del calcio italiano. Nel bene e nel male (i veleni di Calciopoli e del post rivoluzione) ha sempre rappresentato uno snodo per il campionato . Allegri e Spalletti sono i tecnici che hanno riportato in auge le due squadre.
A cura di Jvan Sica
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Mancava a tutti, non solo ai tifosi delle due squadre, ma a tutti quelli che vogliono assistere ad una partita decisiva fra due squadre di alto livello. Stiamo parlando di Juventus-Inter, partita che non a caso è classificato come il derby d’Italia. L’ultimo vero match decisivo per il campionato può essere considerato quello della stagione 1997-'98, quello del fallo di rigore di Iuliano su Ronaldo non fischiato, del Simoni furioso che si fa espellere gridando “vergogna” all’arbitro Ceccarini, del grandissimo caos scoppiato dopo quella partita.

Da Spillo a Parola, la sequenza videoclip nella storia

Prima di quella gara tanti altri Juventus-Inter sono stati decisivi per la vittoria dello scudetto. La squadra di Altobelli, Beccalossi e Bersellini dovette superare la Juventus dominante degli Anni ’70 per portare a casa un insperato scudetto nel 1979-'80, come invece la Juventus di Del Sol, Cinesinho e Zigoni dovette superare, oltretutto all’ultima giornata, la Grande Inter di Herrera e Moratti, per vincere anche in quel caso uno scudetto assolutamente non pronosticato.

Prima di questi grandi fasi per l’una e l’altra squadra Juventus-Inter è sempre stata vista come la partita fondamentale per la vittoria dello scudetto, basti pensare alle sfide fra l’Inter di Meazza e la Juventus del quinquennio, oppure qualche anno dopo quelle dell’Inter di Foni che vinse due scudetti all’inizio degli Anni ’50 contro la Juventus a sua volta vincitrice di due scudetti dopo la tragedia del Grande Torino, che aveva giocatori del calibro di Carlo Parola, Giampiero Boniperti, John Hansen ed Ermes Muccinelli.

‘Mai stati in B', poi Calciopoli ha cambiato tutto

Juventus-Inter nella storia ha sempre significato tantissimo, un po’ perché sono le due squadre più titolate d’Italia insieme al Milan, e poi perché fino al 2006 esisteva per entrambe il detto “Mai stati in B”. Dal 24 aprile 1998, data della partita ricordata all’inizio, e dal maggio 2006, inizio di Calciopoli inoltre questa partita ha assunti connotati ancora più forti ed è diventata ancora più importante per le due tifoserie. Per gli interisti la sconfitta a Torino con il rigore mancato a Ronaldo è ancora oggi uno sfregio del potere della Triade bianconera all’Inter di Moratti e al calcio italiano in generale, mentre per i tifosi juventini Calciopoli è ancora oggi una macchinazione per togliere il potere proprio alla Triade juventina.

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Come arrivano Juve e Inter al big match

Con questi presupposti la partita di questa sera, finalmente di nuovo decisiva dopo la burrasca che ha colpito la Juve e l’addio all’Inter di Moratti, potrà essere una sfida ad alta tensione. La Juve ci arriva con la vittoria di Napoli e la consapevolezza che allo “Stadium” queste partite non si sbagliano (anche se fu proprio l’Inter di un Cassano in grande spolvero a violare per la prima volta il nuovo stadio della Juve), mentre l’Inter e Spalletti vogliono a tutti i costi questo esame da superare, perché solo in questo modo potranno davvero capire se possono competere per il grande obiettivo.

La Juve ha ritrovato solidità difensiva, credendo sempre di più che un Buffon quarantenne è l’ago della bilancia per quel che riguarda gli assetti difensivi, mentre davanti ha un Higuain senza assilli, che si fa trovare sempre pronto quando serve davvero. Dall’altra parte l’Inter ha il miglior tridente offensivo del campionato, un centrocampo che sa essere solido e creativo e un difensore che gli ha cambiato volto in difesa, Skriniar.

Novanta minuti spalancati sul futuro

Se oggi però questa è una grande sfida, forse decisiva per il campionato, quello che bisogna sottolineare di Juventus e Inter è quanto sembra roseo il loro futuro per entrambe le squadre. La Juve è ormai al tavolo delle 10-15 grandi d’Europa e non potrà succedere nulla di clamoroso per lasciarlo. Magari il futuro vorrà dire lasciar partire Dybala o sicuramente dire addio a molti senatori di questi 6 scudetti, ma come sta riuscendo ad ammortizzare l’addio di Bonucci, la Juve avrà sempre risorse soprattutto economiche per scegliere il meglio che c’è in circolazione e metterlo a disposizione del suo allenatore.

L’Inter da parte sua, con Suning al timone, non sta a guardare. Ha scelto Spalletti e Sabatini e sulle loro richieste ha costruito un mercato perfetto, che ha rafforzato la difesa con ad oggi il miglior difensore del campionato, ha dato nerbo e geometrie al centrocampo e lasciato sbollire le ire estive di Perisic e Icardi, dandogli centralità poi nel progetto. Il futuro per i nerazzurri che stanno scandagliando oggi i giovani più interessanti del panorama calcistico italiano è per forza di cose roseo, ovviamente per una questione di risorse davvero ingenti a cui si può far riferimento, ma soprattutto per l’oculatezza in alcune scelte di mercato e non solo che fanno credere in una strategia nel medio termine davvero esaltante. Tra passato, presente e futuro torna il derby d’Italia. Guardiamolo con attenzione perché può essere l’ennesima nuova puntata di una serie che promette altre stagioni davvero imperdibili.

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