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Juve, Inter e Milan: le maglie della stagione 2012-2013 al centro delle polemiche

Il calcio nel clima di austerity imposto dalla recessione globale scopre l’outing. Tutti dicono ciò che pensano al di là della situazione in cui si trovano. E così si alimentano polemiche e discussioni su tutti i temi possibili, da quelli seri ai più faceti. E anche le maglie ufficiali sono argomenti di discussione tra stelle, toppe, colori e tricolori ‘abusivi’…
A cura di Alessio Pediglieri
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Non c'è più pace nemmeno nel momento sacro della presentazione della nuova stagione da parte delle società. Come sempre, prima di agosto, tutti i club di Serie A preparano il ritiro in cui iniziare la preparazione, la conferenza stampa ufficiale che dà il via al nuovo corso, facendo conoscere alla stampa e ai tifosi i nuovi acquisti, i nuovi progetti, le nuove maglie. Ma quest'anno, più che in passato, anche nella più classica delle tradizioni non sono mancate polemiche, critiche, sfoghi. Da parte di tutti: tifosi, allenatori, giocatori. Sono oramai note le parole di Pazzini verso l'Inter nel giorno della presentazione a Pinzolo ("Non faccio più parte del progetto") e il castigo societario di farlo allenare con i ragazzini; altrettanto note le parole di Totti su una Roma non competitiva (e la tirata d'orecchie di Sabatini al capitano); la frase sibillina di Quagliarella ("Oramai faccio solamente il modello") alla presentazione della nuova stagione bianconera. Ma non sono solamente i giocatori a scoprire un improvviso outing di pensiero nei momenti considerati meno opportuni: oggi abbiamo scoperto che polemizzare è diventato un nuovo modo per comunicare. Su tutto. Anche su argomenti futili, come le divise ufficiali delle squadre.

30 sul campo – In principio fu la Juventus, con la questione delle maglie per la nuova stagione che avrebbero dovuto rappresentare la vittoria del campionato appena passato, quello dei "30 scudetti sul campo" malgrado la storia, Calciopoli, gli annali e la Federazione dicano e dicessero il contrario. Così, già a maggio – nei giorni immediatamente successivi allo scudetto – era sbocciata la polemica sulle "tre stelle", simboleggianti i trenta tricolori che ogni juventino – tesserato e tifoso – pretendeva che venissero riconosciuti. Come sarà la maglia per la prossima stagione della Juventus? Questa era la domanda più battuta da agenzie e tifoserie ancor prima di gustarsi il ritorno alla vittoria dopo quasi un decennio di sofferenze.
In quel periodo l'ad bianconero Giuseppe Marotta si lasciò sfuggire, insieme a Pavel Nedved, che la Juventus avrebbe indossato le tre stelle, malgrado la FIGC non fosse d'accordo per i motivi a tutti noti. Una semplice provocazione che veniva di settimana in settimana confermata da altri elementi significativi: le tre stelle sulle bandiere fuori da balcone della sede societaria, le tre stelle all'ingresso dello "Juventus Stadium", le tre stelle e i 30 tricolori in bella mostra sul pullman scoperto della vittoria. Poi, la retromarcia.

Dalle tre stelle alla toppa sul petto – Andrea Agnelli – che non si era mai sbilanciato sull'argomento in tono fermo – ha sorpreso un po' tutti. Davanti all'ostracismo federale, il numero 1 bianconero ha optato per una linea molto più morbida: nessuna terza stella ma l'aggiunta di una scritta sotto il logo-simbolo bianconero: "30 sul campo". Tre parole che hanno in parte infastidito alcuni tifosi bianconeri, lasciato indifferenti altri e sposato la tesi di chi, al di là di simbologie ufficiali, quei tricolori li rivendica da sempre. Comunque, una scelta da rispettare, in linea con il tentativo di svelenire antichi dissapori, non cementarsi su piccole questioni di principio, aprire uno spiraglio al dialogo e alla collaborazione. Così, si è arrivati a luglio, alla presentazione ufficiale della stagione 2012-2013, nel classico ritiro valdostano dove sono state presentate le tanto attese maglie. Che di fatto hanno la scritta dei "30 sul campo", ma hanno anche una vera e propria toppa sopra il logo bianconero, a coprire le tre stelle.

"Devo ringraziare il lavoro fatto dalla Nike in questi giorni. Sono venuti incontro alle esigenze societarie riuscendo a soddisfarle in pieno. Grazie, avete fatto almeno un paio di salti mortali per farci ottenre ciò che volevamo".

Queste le parole in presentazione, di Andrea Agnelli. Un plauso allo sponsor tecnico per aver fornito le nuove maglie della Juve 2012-2013 come la dirigenza voleva. Eppure quella ‘patacca' appiccicata alla divisa molto si vede e troppo si nota. Perchè? "Non riconosciamo il conteggio fatto dalla Federcalcio" ha sottolineato il presidente bianconero " e così abbiamo deciso di togliere le stelle lasciando però la scritta '30 su campo', ciò che ogni tifoso juventino vero ha nel proprio immaginario calcistico e che noi abbiamo sempre difeso. Ciò non significa la linea morbida su tutti i fronti: la Juventus continuerà la propria batatglia legale fino alla fine per difendere i propri diritti che ritiene violati".
Una tesi accettabile ma che fa comunque acqua e sta creando più che un semplice disagio a chi vorrà acquistare la maglia bianconera. E' vero, le divise vengono preparate da tutti i club molto tempo prima della loro presentazione, ma questa maglia resterà il simbolo dell'indecisione: a parole tre stelle all'indomani del 30° scudetto cucite al petto; di fatto una toppa che le nasconde al mondo. Non proprio una bella figura da Juventus.

seconda maglia rossa dell'inter 2013

Inter, rosso Cina – Ma le maglie che fanno tanto parlare e discutere non sono solamente quelle bianconere. Anche per le due milanesi, Inter e Milan è arrivato il tempo della presentazione ufficiale della stagione 2012-2013 e le divise presentate hanno lasciato più di qualche insoddisfazione. Iniziamo dai nerazzurri di Massimo Moratti che ha delineato il nuovo corso economico della società, fatto di giovani, costi bassi e nessuna folle spesa per nessun top player. Le prime maglie nerazzurre 2012-2013 saranno a righe verticali, larghe a ricordare da lontano la Grande Inter degli anni 60. Nulla da dire. Peccato che la seconda maglia ha lasciato decisamente a desiderare: completamente rosso fuoco. Massimo Moratti ha dovuto spiegare la scelta:

"E' un omaggio ai colori della città di Milano, che ci sembrava d'obbligo".

Bugia? Forse no perchè l'Inter, nell'anno del centenario aveva già omaggiato la città meneghina con delle maglie biancorosso crociate. Oggi, il ritorno ad una idea già cavalcata e vissuta ma con l'aggiunta di una monocromia che poco ha a che vedere con la tradizione interista (nero, azzurro, oro) e che si aggrappa poco e male alla spiegazione data.
A pensar male si potrebbe dire che è più una perfetta (e se fosse così non si capisce perchè negarlo) scelta di marketing verso il nuovo mercato calcistico cui tutti ambiscono, Inter inclusa: la Cina. Si sa che in Asia si ha un debole fortissimo per il rosso e una maglia di questo genere appare proprio come un ‘ponte' perfetto al mercato asiatico dove andrà di certo a ruba. In Oriente l'Inter si è spinta moltissimo nell'ultimo anno con investimenti e programmazioni in Indonesia, tanto da far vociferare che ci fossero pronti anche finanziatori pronti ad entrare in società.

Nuove maglie Milan 2012/2013 (Fonte foto AcMilan.com)

Più titolati al mondo col tricolore abusivo – E il Milan? Nota è la vicenda legata alla ‘patch' con la scritta che oramai campeggia sulle maglie rossonere da qualche anno a questa parte: "il club più titolato al mondo". Per un pelo, si dovrebbe aggiungere perchè a fine giugno, i rossoneri hanno rischiato seriamente di dover ritirare tutte le magliette rossonere 2012-2013 per dover ristampare il motto in "il club europeo più titolato al mondo". Si deve ringraziare il Corinthians che ha vinto la Libertadores sul Boca Juniors: se gli argentini avessero conquistato il trofeo, avrebbero scalzato i rossoneri dal trono più alto di un club professionistico di calcio.

"Ho gridato ad ogni gol, ho fatto sinceramente il tifo per il Corinthians. Sto marcando da vicino il Boca Junior: è l'unico club che avrebbe potuto e che potrebbe insidiarci per il titolo di club più titolato".

Parole di Adriano Galliani che, di certo, ha tirato un sospiro di sollievo davanti alla sconfitta argentina: le maglie sono salve ancora per un anno almeno. Ma se il ‘motto' resta intoccabile, c'è una sottile polemica anche in casa Milan, sulla terza maglia. Quella quasai completamente nera, con le strisce rosse e che presenta sulla spalla destra qualcosa che non è andato giù a molti: un tricolore. Da sempre il simbolo di chi vince il campionato con lo scudetto, o di chi si aggiudica la Coppa Italia con la coccarda rotonda. Quella bandierina rettangolare sulla maglia di un Milan che non ha conquistato nulla nell'ultima stagione ha fatto storcere il naso a non poche persone. Una ‘patch' abusiva, superflua ma che resterà sul petto dei rossoneri.

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