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Juve-Inter, il derby d’Italia è la storia di grandi goleador

Il ‘derby d’Italia’ è sempre stato la vetrina di grandi giocatori: grazie alle gesta di questi campioni è una delle partite più attese in Serie A. In questo momento gli idoli indiscussi delle due tifoserie sono Paulo Dybala e Mauro Icardi ma nel passato questa sfida ha visto incontrarsi, e scontrarsi, altri giocatori non meno talentuosi. Anzi.
A cura di Vito Lamorte
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Decenni di sfide, di rivalità e di polemiche. Quella tra Juventus e Inter è la partita più discussa e chiacchierata del calcio italiano da sempre. Non c'è un'altra rivalità che accende così il dibattito pallonaro nella settimana precedente e quella successiva ai fatidici 90 minuti. Le storie di queste due società si sono incrociate numerose volte e, in alcuni punti, il contatto ha provocato delle vere e proprie scintille. O focolai. A libera interpretazione. Ridurre le gare tra Juventus e Inter alle sole polemiche pre e post Calciopoli sarebbe ingiusto per diversi motivi. Il primo può essere ricondotto ad una storica rivalità sull'asse Torino-Milano e il secondo è molto più banale ma allo stesso tempo efficace: sono passati tanti, troppi, campioni in queste due società e sarebbe davvero banale ridurla solo alla gran confusione e alle diatribe extracampo. Abbiamo voluto analizzare il “Derby d'Italia” negli ultimi trent'anni, con giocatori indimenticabili ed emozioni vere perchè ogni interista o juventino queste partite le ha impresse nell'anima.

Gli ultimi talenti: Dybala vs Icardi, ‘tangueros' del gol

Questi argentini classe 1993 sono davvero due giocatori fantastici in prospettiva. Paulo Dybala è alla sua prima stagione alla Juventus e ha già fatto vedere delle cose straordinarie: 17 gol e 8 assist in 36 presenze con la maglia bianconera. Numeri da crack vero. Nel momento più buio della stagione bianconera si è caricato la squadra sulle spalle mettendo in mostra tutto il suo repertorio e anche nell'andata degli ottavi di Champions contro il Bayern Monaco, nonostante un approccio timido, è stato lui a dare il là alla rimonta.

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Situazione diversa per Maurito Icardi. L'attaccante nerazzurro ha realizzato 11 gol in campionato, senza rigori e con appena 19 tiri in porta. Una media niente male ma che non impressiona perchè questo ragazzone di Rosario lo scorso anno si è conquistato la vetta della classifica cannonieri nonostante l'annata disastrosa della squadra meneghina. All'andata fu un brutto 0 a 0, chi la spunterà adesso?

Anni 2000: Trezeguet e Vieri, centravanti a confronto

Fare una cernita dei campioni che sono transitati nelle due rose nel primo decennio del 2000 è difficile ma due giocatori che hanno riempito i cuori dei tifosi di queste società sono sicuramente David Trezeguet e Christian Vieri. La storia dei due centravanti, con i rispettivi club, è iniziata quasi nello stesso anno (1999/2000) ma la parabola è stata molto diversa: David Trezeguet ha giocato con la Juventus fino al 2010 mentre il rapporto tra Bobo e l'Inter si è interrotto, non senza strascichi, nel 2005. Il francese è sempre stato un uomo d'area e ha fatto degli ultimi 16 metri il suo habitat naturale. Di testa, di sinistro, di destro, in acrobazia: Trezegol c'era sempre. Sono molti i ricordi che legano i tifosi bianconeri a David ma ne abbiamo scelti due che sicuramente sono più impressi di altri. Era il 5 maggio 2002 e la Juve giocava a Udine l'ultima di campionato. Contendeva lo scudetto all'Inter, che nel frattempo stava perdendo all'Olimpico di Roma, e dopo appena 70″ Trezeguet di testa piazzava il pallone alle spalle del portiere di casa e lanciava la squadra bianconera verso il tricolore.

Post Calciopoli. Clima da saloon americano degli anni '10. Entrambe le squadre volevano affermare la loro supremazia dopo lo scialbo pareggio dell'andata ma la gara non fu granchè. Anche in questo caso Trezeguet con un tiro al volo punì Julio Cesar siglando il raddoppio per i bianconeri in un San Siro ammutolito. La Juve di Ranieri espugnò Milano ma lo scudetto andò ai nerazzurri.

Torniamo al di qua delle Alpi. Per capire la potenza di Bobo Vieri basterebbe citare una statistica: è l'unico calciatore, insieme a Felice Borel, ad aver vinto la classifica con un numero di reti superiore a quello degli incontri disputati. Era la stagione 2002/2003 e chiuse con 24 gol in 23 incontri. Nella sua permanenza nerazzurra ha vinto soltanto una Coppa Italia, nel 2004/2005, anno a cui risale il primo punto in cui abbiamo fermato la cronologia della storia di Vieri con l'Inter. La Juventus era avanti 2-0 grazie alle reti del panterone Zalayeta e di Ibrahimovic ma l'Inter reagì grazie alla scossa che portò il centravanti italiano. Vieri entrò al 67′ e dopo pochi minuti realizzò un grande gol: Bobo scaraventò in rete al volo di sinistro una palla dolcissima di Recoba che gli arrivava da dietro. San Siro riprese fiato. A pochi minuti dal termine arrivò il pareggio di Adriano.

Un altro momento indimenticabile per i tifosi nerazzurri fu il gol diviso tra Francesco Toldo e Bobi Vieri del 19 ottobre 2002. Dal risultato si potrebbe pensare che questa gara sia stata come tante altre ma quello fu uno degli Inter-Juventus più emozionanti di sempre. Bianconeri in vantaggio con un rigore di Alessandro Del Piero al 90′ e gara che ormai sembra chiusa. L'Inter, in una mischia al 96′, trovò il pari dopo una carambola Toldo-Vieri travolgevano Buffon e qualsiasi cosa gli passasse davanti pur di vedere quella palla dentro. San Siro in estasi. Juve furiosa.

Anni '90: Del Piero vs Ronaldo, la meglio gioventù

Negli anni '90 non si può non parlare di due dei giocatori più importanti della storia di Juve e Inter, ovvero Alessandro Del Piero e Ronaldo. Purtroppo i ricordi legati a questi due calciatori con la maglia bianconera e nerazzurra sono quasi tutti concentrati lì, al 26 aprile 1998: il giorno del gol scudetto di Alessandro Del Piero e del rigore non concesso a Ronaldo.

L'asso brasiliano aveva fatto ammattire il reparto difensivo bianconero all'andata e, per coloro che hanno una memoria di ferro, gli stessi Ferrara, Montero e Iuliano sembravano storditi ogni volta che il Fenomeno aveva la sfera tra i piedi. Basta guardare l'azione del gol di Djorkaeff. Non riescono a prenderlo in tre.

È un peccato dover tornare sempre sull'episodio per ricrodare quel bellissimo periodo per il calcio italiano. Parliamoci chiaramente, Del Piero contro Ronaldo in quel periodo era il meglio che il calcio mondiale potesse offrire. Se poi aggiungete che in quella Serie A c'era gente del calibro di Zinedine Zidane, Gabriel Batistuta, Paolo Maldini e Francesco Totti, non stiamo svelando di certo un segreto di Fatima. L'attaccante brasiliano cambiò la concezione di giocare a calcio perchè faceva tutto al doppio della velocità degli altri: Ronaldo palla al piede era da abbattere, con le buone o con le cattive. Una tecnica incredibile e una esplosività che all'epoca lo facevano sembrare un marziano. Alex è stato uno dei migliori calciatori italiani degli ultimi trent'anni: un modo di calciare e portare la palla da vero campione, il colpo di genio al momento giusto e il sacrificio. Gli infortuni sono stati una costante della carriera di entrambi ma siamo di fronte a due dei calciatori più forti di queste società.

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Anni '80: Pallone d'Oro sull'asse Torino-Milano

Approdiamo così nei mitici anni '80. Cosa è rimasto? Nella storia di Juventus-Inter ricordiamo soprattutto gli incroci tra due Palloni d'Oro: Michel Platini e Karl-Heinz Rummenigge. Il francese lasciò un segno indelebile nella storia bianconera. 104 reti in 224 partite ufficiali, 7 trofei di squadra e 3 Palloni d'Oro. Per Rummenigge la situazione fu diversa: dopo i trionfi con il Bayern Monaco, Pellegrini lo portò a Milano ma rimase un oggetto misterioso per diverse giornate': il panzer tedesco è nel cuore dei tifosi nerazzurri per la doppietta realizzata contro la Juventus l'11 novembre del 1984. Rummenigge era diventato lo zimbello dei tifosi italiani sia per l’astinenza sotto porta sia per aver girato la pubblicità del Formaggino d'oro ma l’attaccante dimostrò successivamente tutto il suo valore sul campo smentendo i detrattori. Quell'anno verrà ricordato per il sorteggio integrale degli arbitri e la vittoria dello scudetto dell'Hellas Verona. L'Inter chiuse al terzo posto mentre la Juventus terminò il campionato al sesto posto, dietro tutte le grandi, ma la delusione per l’anonimo piazzamento venne bilanciata dalla soddisfazione, comunque amara, della vittoria in Coppa Campioni all'Heysel.

Nella stagione precedente Rumenigge ancora non c'era e la scena la prese tutta Michel Platini. Nella gara di Torino il francese portò in vantaggio la Juventus al 44′ con un gran tiro al volo di destro dopo la torre di Penzo. Nella ripresa la squadra bianconera raddoppiò con Vignola. Quell'anno la squadra di Giovanni Trapattoni conquistò il titolo numero 21 e Platini vinse la classifica cannonieri con 20 reti.

Una pagina brutta del Derby d'Italia, che cancellò ciò che accadde sul campo, fu quella del 1 maggio 1983. Si tratta di uno degli incontri più pazzi di sempre tra le due compagini con l’Inter che va prima sullo 0-2 e poi sull’1-3 (gol di Altobelli, Oriali e Hansi Muller) e sembra saldamente controllare il match ma lo spirito della Juve non muore mai. La doppietta di Platini e il gol di Bettega fissarono il punteggio finale sul 3-3, prima che tutto venisse reso inutile dalla decisione della Federcalcio che assegnò il 2-0 a tavolino all’Inter per via di un sasso lanciato da un tifoso bianconero che aveva colpito il pullman dell’Inter e aveva procurato danni a Giampiero Marini e al conducente. La decisione influì negativamente sulle speranze residue di scudetto della Vecchia Signora, che abdicò lasciando strada alla Roma.

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