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Juve, che succede? Cinque motivi per preoccuparsi

La sconfitta contro la Fiorentina, pesante più per la prestazione che per il risultato, ha fatto squillare il campanello d’allarme in casa Juventus evidenziando una serie di aspetti negativi.
A cura di Marco Beltrami
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Più del risultato negativo, quello che preoccupa in casa Juventus dopo la sconfitta di Firenze è la prestazione. Il 2-1 incassato sul difficile campo del Franchi, ancora imbattuto in Serie A, è figlio di una partita che definire deludente è poco per i bianconeri. Poche idee e confuse, gioco latitante e una serie quasi infinita di errori individuali hanno fatto insorgere il popolo juventino che non ha digerito la 4a sconfitta in Serie A, stesso numero dei ko complessivi incassati nello scorso campionato. Il vantaggio sulla Roma si è ridotto ad una sola lunghezza, anche se bisognerà recuperare la partita contro il Crotone, ma è innegabile che dall’ambiente bianconero filtri una certa preoccupazione per una serie di fattori, di cui bisognerà tenere conto.

Le difficoltà legate al modulo

La Juventus stagionale più convincente è sicuramente quella che è scesa in campo con il 4-3-1-2. Più compatta dietro, a prescindere dalle pedine, e più lucida in avanti con Pjanic capace di sentirsi più a suo agio alle spalle delle punte, protetto da un trio muscolare. La scelta di non schierare il bosniaco, secondo Allegri legata ad un risentimento accusato in allenamento, e le assenze in corsia di Lichtsteiner e Dani Alves, hanno spinto il tecnico a puntare sul 3-5-2. Un modulo che in passato ha regalato gioie e risultati, ma che invece a Firenze, complice la serata no di molti protagonisti si è rivelato un flop. Poche idee in mezzo al campo, e reparti collegati malissimo con il Pipita lasciato troppo solo e Dybala incapace di fare da raccordo.

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Le crepe nel muro della BBC

Certo Allegri confidava nel reparto arretrato, ritrovando per la prima volta dal lontano ottobre il muro composto da Barzagli, Bonucci e Chiellini. Le condizioni non eccellenti probabilmente dei 3, reduci da infortuni, hanno influito su una prestazione che ha fatto suonare un ulteriore campanello d’allarme. Kalinic e Chiesa hanno fatto impazzire la BBC, senza garantire punti di riferimento e con il loro moto perpetuo. L’azione del primo gol poi è la fotografia perfetta del momento della difesa della Juve capace di incassare complessivamente 16 reti. In molti hanno imputato al mister il mancato utilizzo di Rugani, che nelle ultime uscite si era confermato come uno degli uomini più in forma della Juventus. E in questo periodo non fare affidamento su chi vive un momento particolarmente fortunato in casa bianconera è un errore assai grave.

Il centrocampo e l’assenza di Pogba

Proprio Chiellini nel post-partita ai microfoni di Premium ha commentato: “L’anno scorso avevamo un giocatore che era il LeBron James del calcio, Pogba naturalmente, che anche quando non si vedeva era impressionante. Ci stiamo lavorando. Il mister è una persona intelligente e siamo consapevoli dei nostri difetti, ma non da ora”. L’assenza del francese è un macigno troppo pesante per il reparto mediano bianconero. La “sostituzione” con Pjanic si è rivelata ovviamente un problema di non poco conto per Allegri che probabilmente dal mercato (anche quello invernale) avrebbe voluto un altro tipo di pedina e non quel Rincon capace di aggiungere “fosforo” al reparto. Mancano le idee e quando il bosniaco è in serata no, o non gioca come ieri sera, il centrocampo, punto di forza delle scorse stagioni si sfalda letteralmente.

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Marchisio che fine hai fatto?

Se oltre alle difficoltà tattiche, si aggiungono anche le difficoltà dei singoli allora il campanello d’allarme squilla forte in casa Juventus. In mezzo al campo si è sentita e non poco l’assenza del miglior Claudio Marchisio. Il centrocampista, protagonista nella scorsa stagione di un rendimento superlativo, in questo campionato è l’ombra di se stesso. Il “principino” paga ancora forse una condizione fisica non eccellente dopo il brutto infortunio al ginocchio, ma le prestazioni sono nettamente al di sotto delle aspettative. Contro la Fiorentina, poche intuizioni e qualche pallone perso di troppo che non ha aiutato i compagni di reparto che hanno dal canto loro girato a vuoto.

La stella di Dybala brilla a sprazzi

E a proposito di singoli, al Franchi ha fatto assai rumore la prestazione negativa di Paulo Dybala. Dopo il rigore fallito contro il Milan in Supercoppa, il rigore con il Bologna e la prodezza contro l’Atalanta in Coppa Italia sembravano aver restituito alla Juve la vera Joya. E invece la prestazione contro i viola è stata un flop. Tanto movimento, ma altrettanti errori. Clamoroso quello nel finale sul perfetto assist di Manduzkic. Forse la necessità di abbassarsi troppo non gli giova, ma da lui è lecito aspettarsi molto di più. Il dubbio è che le voci di mercato provenienti dalla Spagna lo distraggano e non poco.

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