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Juve attenta: Arsenal e City sono pronte a portare Kean in Inghilterra

Il sedicenne che ha esordito contro il Pescara è al centro di trattative per assicurargli un futuro in binaconero ma dietro le quinte c’è Mino Raiola che potrebbe star flirtando con club inglesi pronti allo scippo.
A cura di Alessio Pediglieri
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Moise Kean è stato già sulle cronache sportive per essere il primo 2000 a scendere in campo in Serie A e in tutti gli altri campionati massimi europei. Un debutto che è avvenuto nel 3-0 rifiato al Pescara nei minuti finali e che ha certificato le qualità di questo sedicenne dalle grandissime aspettative. La Juventus non ha alcuna intenzione di liberarsene ma il mercato è già in fermento attorno al talentuoso ragazzo che fa parte della scuderia Raiola, uno che di giovani e di trattative di mercato se ne intende da sempre.

Ufficialmente il ragazzo, come da regolamento, è seguito ancora dai suoi genitori che sono gli unici autorizzati a firmare eventuali contratti. Ha soli 16 anni, deve attendere la maggior età per poter gestirsi, ma non è un mistero come nell'ombra del giocatore si muova ormai da mesi il potente procuratore Mino Raiola che tra gli altri segue Ibrahimovic, Balotelli, Pogba e Donnarumma. Un agente tra i più scaltri d'Europa che da sempre gestisce affari milionari gratificando economicamente i propri assistiti.

Le trame di mercato, dunque, si infittiscono e se ufficialmente Kean oggi non può essere oggetto di mercato, dietro alle quinte si sta lavorando per poter porre delle basi solide sul prossimo futuro. Da un lato la Juventus che con Marotta e Paratici lavora a strappare un contratto pluriennale, dall'altro le big d'Europa che hanno fiutato l'odore dell'affare. Tra queste ci sono diverse società inglesi tra cui l'Arsenal e il Manchester City. Al momento è prematuro pensare che qualcosa possa accadere ma Marotta è stato chiaro: "Spero che Raiola non faccia scherzi portandocelo via anche se non sappiamo chi sia il suo agente ufficiale. Credo che la Juventus sia il meglio per il ragazzo, se poi il problema è di natura economica allora il procuratore deve farlo ragionare e spiegargli che il dio denaro non deve prevalere".

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