Juve, a Parma Sarri vince con gli uomini di Allegri. E senza Joya
Il gioco di Sarri, gli uomini di Allegri. La prima partita del nuovo corso della Juve è un ibrido, un passaggio morbido verso un'evoluzione che si promette radicale rispetto al passato. Il nuovo tecnico tiene in panchina De Ligt e Rabiot, preferisce un peraltro ottimo Douglas Costa a Bernardeschi, finisce per rigenerare Higuain. E boccia Dybala, in panchina per tutta la partita. Il gol di Chiellini basta a una Juve che si impegna ad attuare le nuove direttive: difende alta e in avanti, attua un gioco corto e insistito finché reggono le gambe, poi amministra il possesso in un secondo tempo dalla manovra latina, suadente e orizzontale.
Le formazioni
Nella prima Juve di Sarri, e Martusciello che lo sostituisce, c'è Higuain con Douglas Costa e Cristiano Ronaldo davanti. Sorprende invece l'esclusione di Rabiot, probabilmente il migliore in precampionato, per Matuidi come mezzala di equilibrio e contenimento. Nel primo Parma della stagione debutta Hernani a centrocampo, cresciuto come regista in un sistema con il "doble pivote", ma spostato con effetti più che incoraggianti da mezzala nel centrocampo a tre insieme a Brugman e Barillà.
I numeri della partita
La Juve chiude la partita con quasi il doppio dei passaggi completati, 450 a 259. Netta la predominanza territoriale: 145 gli appoggi verso la trequartista offensiva contro i soli 45 dei padroni di casa. I bianconeri completano 14 tocchi su 21 nell'area avversaria, il Parma appena uno su undici. Non stupiscono gli 84 passaggi di Pjanic, o il fatto che i primi cinque per appoggi riusciti siano tutti bianconeri. Pjanic è al centro del gioco, riceve 12 volte da Chiellini e serve 14 volte Cristiano Ronaldo, che tenta 7 dei 14 tiri complessivi di squadra. I 31 passaggi negli ultimi 30 metri del bosniaco, insieme ai 23 di Douglas Costa, che ci aggiunge cinque dribbling, scrivono la storia di una partita in cui il Parma ha difeso a lungo troppo basso per sfruttare con continuità i ribaltamenti veloci dell'azione che pure hanno fatto sperare in qualche occasione i tifosi di casa.
Juve sicura nel possesso
Gli emiliani impostano la partita nei primi minuti con un pressing più alto e immediato rispetto allo stile abituale della scorsa stagione. La Juve comincia a costruire pazientemente sul fronte di centro-destra con Douglas Costa, che per la sua identità precisa e funzionale negli ultimi trenta metri ha convinto da subito il nuovo tecnico. Dialoga con Cristiano Ronaldo il brasiliano, ma il Parma difende bene dentro l'area nello stretto.
La Juve muove il pallone per costruire vantaggio territoriale, costringe la difesa avversaria a schiacciarsi e arretrare. Higuain dialoga bene con CR7, che finisce per giocare praticamente da seconda punta: insieme al Real Madrid hanno segnato oltre un gol e mezzo a partita. Il dialogo è facilitato per le posizioni strette negli spazi di mezzo che il portoghese e Douglas Costa mantengono quando i centrali bianconeri o Pjanic portano palla dalla difesa. Nella visione di Sarri, devono essere i due terzini a salire e garantire l'ampiezza della manovra, mentre i movimenti degli attaccanti esterni devono favorire la verticalizzazione da dietro alle spalle dei difensori.
Il Parma ci prova in contropiede
La Juve è sicura nella gestione del pallone, veloce nel fraseggio e nella conquista del campo. Le transizioni negative, invece, anche con la coppia di centrale Bonucci-Chiellini, conservano un fondo di macchinosa lentezza che consentono prima a Inglese, su palla sporca in area, poi a Hernani da fuori, di cercare la porta e testare l'attenzione di Szczesny.
Si vede come la Juve provi a usare anche il contesto della partita per imparare a familiarizzare con le due principali novità nella filosofia di pensiero di Sarri: difendere in avanti, con tre o quattro uomini subito nella zona della palla, e giocare a uno, due tocchi. Il rischio, però, è di esporsi ai cross e alle imbucate del Parma, con un'ala come Gervinho e un giocatore come Inglese che legge bene le situazioni e sa inserirsi nello spazio per dettare la profondità.
Due le situazioni in cui la Juve va ancora in difficoltà in difesa. Innanzitutto sui lanci lunghi, soprattutto se diretti verso gli attaccanti esterni, perché i due centrali che giocano alti hanno troppo campo da dover coprire correndo all'indietro avendo accanto terzini più offensivi e più aperti. Poi sui cambi di gioco, perché Sarri chiede alla difesa di stringersi molto se gli avversari portano palla su un lato, per cui il terzino opposto va a schiacciarsi molto verso il centro.
Douglas Costa decisivo
Il piazzamento difensivo troppo arroccato verso la porta tradisce il Parma in occasione del gol del vantaggio bianconero: la respinta rivedibile di Sepe favorisce il diagonale sporco di Alex Sandro, nessuno chiude la linea di tiro, Bruno Alves non raddoppia su Chiellini che tocca da attaccante a centro area.
Il Parma ha il merito di non abbassare troppo il baricentro, ma non appena viene a mancare la compattezza verticale fra le linee, un funambolo come Douglas Costa può andare in campo aperto e servire a Ronaldo la palla del 2-0 poi annullato per un fuorigioco men che millimetrico (visibile, e nemmeno così chiaramente, solo al VAR). Non a caso, è il giocatore più cercato nel primo tempo da De Sciglio e da Khedira. E' evidente che è il triangolo di destra la chiave del gioco della Juve, visto che a sinistra Cristiano Ronaldo si muove rapidamente ad aggredire l'area di rigore.
C'è un dato che basta a spiegare l'andamento del primo tempo: la Juve completa 92 passaggi a 20 negli ultimi trenta metri. In questa zona di campo arrivano 22 dei 48 passaggi di Pjanic, che 8 volte cerca Cristiano Ronaldo. Sarri ha detto che vuol vedergliene effettuare 150 partita: è evidentemente sulla buona strada. Le 8 palle recuperate nel primo tempo rinforzano l'impressione di solidità della partita del bosniaco.
Ritmi bassi nella ripresa
Nel secondo tempo i ritmi si abbassano, il caldo umido non aiuta. Entrano Siligardi per Kulusevski, inizia la Serie A di Rabiot, peraltro con una pericolosa palla persa (Chiellini chiude sull'accenno di contropiede del Parma). Il francese entra per Khedira, lasciando Matuidi come secondo mediano in copertura per non scoprire troppo campo.
La Juve concede un paio di occasioni a Gervinho in avvio di secondo tempo, ma quando la Juve spinge a destra fa male. Gagliolo, infatti, pare in soggezione verso Douglas Costa, non difende d'incontro, lo aspetta e lo porta dentro, verso l'area di rigore.
Il Parma non rinuncia a giocare. La partita peggiora dal punto di vista tecnico, aumentano gli errori in fase di impostazione e di palleggio. Le due squadre non tengono le distanze fra le linee. Questo porta il Parma da un lato a conservare una presenza offensiva quantitativamente superiore al primo tempo. Ma dall'altro a scoprirsi dietro: Ronaldo ha tanto tempo e spazio per tagliare dentro e chiamare Sepe a una parata non banale dal limite.
L'ingresso di Cuadrado per Douglas Costa cambia poco dal punto di vista tattico, anche se il colombiano tende ad occupare una posizione leggermente più larga, da ala classica, rispetto al brasiliano. L'effetti immediato, per una Juve che dà la sensazione di voler gestire il possesso senza accelerare, è uno spostamento dell'asse del gioco verso sinistra, dal lato di Alex Sandro.
Martusciello concede dieci minuti o poco più a Bernardeschi per Higuain, che si dimostra il tipo di attaccante sicuramente funzionale al tipo di gioco che ha in mente Sarri. La Juve gestisce, ma alla fine rischia perché il possesso non è più così efficace, i gialloblù recuperano il pallone fin troppo facilmente e trovano spazi per affondare in verticale. I cambi non incidono, Hernani crea l'ultimo grande brivido della partita. La Juve ancora ibrida vince. Ma è ancora un esperimento a metà.